Equiseto - Equisetum arvense

Caratteristiche della pianta

Il nome comune dell’Equisetum arvense L. è coda di cavallo, traduzione quasi letteraria del suo nome latino, da equus – cavallo e seta – crine, in riferimento ai sottili rami della pianta somiglianti ai crini della coda del cavallo.

Anche nei nomi volgari tipici delle varie regioni italiane si fa spesso riferimento alla coda di cavallo, con alcune eccezioni come setola, brusca, cucitoli, mazzucoli, setolone e pennacchione.

L’equiseto è una pianta erbacea che fa parte della famiglia delle Equisetaceae, che comprende circa trenta specie.

Il rizoma lunghissimo e profondo, si presenta scuro, quasi nero, nodoso e con radici avventizie. Da questo si sviluppano cauli alti circa 60 cm., che possono essere fertili o sterili.

I cauli sterili compaiono dopo quelli fertili e sono verde pallido e molto ramosi; mostra evidenti nodi e profondi solchi per la lunghezza, inoltre hanno un aspetto quadrangolare. Inoltre sono cavi internamente e appaiono come se le varie sezioni internodali fossero incastrate le une dentro le altre.

La parte esterna del fusto è fortemente silicizzata, tanto da venir usata anche come abrasivo nelle levigature di legno e avorio. La pianta fresca ha circa il 5-6 % di silice, che si può sentire al tatto, passando le dita sulla superficie del fusto.

I rami fertili, invece, sono semplici e lisci, ma anche essi striati longitudinalmente. Si formano in primavera.

Essendo un pteridofita, non sviluppa fiori, ma produce spore, che sono minute e numerose, oltre che versi e globose. La sporificazione avviene tra marzo e aprile.

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Coltivazione e origine

Diffusa in tutte le zone umide del globo, con l’eccezione di Nuova Zelanda e dell’Australia.

Elegge a dimora luoghi con terreni argillosi, come i prati umidi e i fossati, ma soprattutto zone ricche di acqua come i terreni lungo i corsi d’acqua o le caverne. Se vedete l’equisito ma non l’acqua, state certi che sottoterra c’è una falda acquifera.

Pur mando l’umido, non gradisce i ristagni idrici.

L’equiseto può essere propagata per divisione dei cespi radicali o separando gli stoloni. Queste propagazioni vegetative non seguono il ciclo vitale della pianta come quando si parte dalle spore, ma sicuramente sono le più facili per la sua moltiplicazione rispetto alla germinazione della spora.

Parti utilizzate

La droga della pianta sono i rami sterili portati nella tarda estate, quando vengono raccolti ed essiccati al sole oppure in forno e quindi conservati in un luogo secco ed asciutto.

Tecniche di raccolta

La raccolta avviene con il taglio per mezzo di cesoie dei rami sterili, presenti in estate.


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Proprietà e uso nella storia

Impiego nella storia

Conosciuto nell’antichità per le sue proprietà diuretiche, ma soprattutto per la capacità di fermare le emorragie come le quelle dal naso o causate da emorroidi.

Nel ‘700 si utilizzava la polvere di equiseto bevuta in acqua o vino contro le emorragie, mentre il succo fresco era posto sulle ferite per fermare il sangue e rimarginare l’epidermide.

Principi attivi (descrizione dei componenti)

È una pianta molto ricca di sali minerali, in modo particolare di silice. Troviamo anche acidi organici come il malico, ossalico, salicilico e acotinico.

Presenti anche una sostanza amara, sali minerali (molto alta la presenza di potassio), composti flavonici (isoquercitina), fitosteroli, alcaloidi come la nicotina e la palustrina e vitamina C.

Incerta la presenza di saponine.


Benefici

Diuretica

L’equiseto è una delle piante migliori ad azione diuretica perché elimina l’acqua senza modificare l’equilibrio elettrolitico (diuresi d’acqua). Indicata nelle difficoltà di minzione, nelle ritenzioni idriche o nelle infiammazioni ed infezioni delle vie urinarie. Non è controindicata nemmeno in presenza di calcoli renali o renella. La diuresi è stimolata dalla grande quantità di silicati, coadiuvati dai flavonoidi.

Mineralizzanti

La grande quantità di sali minerali presenti, fa si che sia un eccellente integratore. La presenza maggiore è quella del potassio, che permette all’equiseto di essere usata anche durante sforzi muscolari intensi, per evitare i crampi. Da tener conto però che l’azione diuretica quasi sicuramente ci farà sospendere la attività per andare in bagno….

Cicatrizzante

Per uso topico, con la preparazione di decotti, l’equiseto è un ottimo cicatrizzante ed emostatico per ferite e piaghe purulente. Causa di questa azione, è sempre la grande quantità di sali minerali che si riscontrano nel cauli sterili.

Cosmetica

In ambito dermatologico viene impiegata per la creazione di creme per la pulizia profonda della pelle grassa e del viso con l’eliminazione di punti neri e acne (peeling), sfruttando l’effetto abrasivo della pianta.a

Agraria

L'elevato contenuto di silice e sali solforici fa si che sia utile anche come per la difesa biologica delle piante colpite da attacchi fungini. Infatti il suo macerato o decotto, opportunamente diluito, rinforza la cuticola fogliare.


Equiseto: Prodotti e avvertenze

Prodotti in commercio

È una droga molto diffusa a livello erboristico in Italia.

Vengono preparati tutte le principali forme per via orale: capsule, polveri, opercoli, e immancabile il trito per le tisane o l’infuso. Essendo queste due le più utilizzata è comune trovare le bustine con le miscele già pronte all’uso.

È possibile acquistare anche la tintura per uso interno ed un succo disinfettante cicatrizzante per le applicazioni esterne.

Controindicazioni

Evitare l’uso (cosi come qualsiasi diuresi forzata) in presenza di edemi da insufficienza renale o cardiaca.

Avvertenze

Durante l’utilizzo prolungato, comunque sconsigliato, assicurare un adeguato apporto di acqua in sostituzione di quella eliminata, per non andare incontro ad un principio disidratazione.

Da evitare in via precauzionale la sostituzione d’uso con la specie simile equisetum palustre, che risulta essere altamente tossica per gli erbivori, anche se non è stato chiarito se lo è per l’uomo.



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