Lupino - Lupinus sspp

Caratteristiche della pianta

Il Lupino è un Genere appartenente alla Famiglia delle Papillonacee, meglio conosciute come Leguminose. Non è mai stata, e non lo è considerata tuttora, una pianta medicinale o più in generale erboristica. Il suo utilizzo è sempre stato limitato al campo alimentare, in quanto ottimo sostituto della carne per l’elevato apporto proteico che fornisce. Recenti studi pare abbiano dimostrato che abbia la capacità di controllare le concentrazioni di colesterolo, quindi lo si sta attentamente analizzando. Chissà quindi che un giorno non possa entrare di prepotenza nel mercato erboristico come ipocolesterimizzante.

La specie più è studiata è il Lupinus albus L., ovvero il lupino bianco, anche se ne esistono altre specie molto affine come il lupino giallo (L. luteus) e il lupino blu (L. angustifolius).

In Europa viene chiamato alla stessa maniera, con traduzione letterale nella lingua straniera: white lupin in inglese, weisse lupine in tedesco, lupin blanc in francese, e altramuz blanco in spagnolo.

I nomi dialettali italiani spesso sono simili a quello italiano come lupin o luvin o luppinu, ma ce ne sono altri che difficilmente si riesce ad associare al lupino se non si conosce il dialetto: dupine, nupine, fusaglia, loveinloin e alvin. In molte parti però è anche conosciuto con il nome di fava bianca o luteina per l’assomiglianza del suo seme con quello della più famosa fava.

È una pianta erbacea annua, il cui fusto eretto, cilidrinco e dritto si erge per circa 60 centimentri, ma può superare il metro se si considera anche l’infiorescenza portata nella parte apicale. Le rade ramificazioni si dipartono sin dalla parte inferiore del caule.

La radice fittonante è modestamente grossa ma non molto lunga. Presenta molte radicate secondarie e un caratteristico colore giallastro.

Le foglie sono l’organo della pianta più particolare. Sono lungamente picciolate e palmato composte o digitate, ovvero presentano profonde incisioni nella lamina da farla sembrare composta di altre foglie, originatesi in uno stesso punto. Queste incisioni sono lisce lungo i margini e determinano una forma lanceolata-oblunga delle singole sezione.

I fiori sono piccoli, di colore giallo o bianco, disposti in racemi terminali. Il calice è bilabiato con il labbro superiore, vessillo, intero e arcuato, mentre quello inferiore, carena, è arcuato e presenta delle dentellature.

Il frutto è un legume, il classico bacello, coriaceo e formato da due parti molto appressate tra di loro tanto che i semi che vi sono all’interno crescono appiattiti (come lenticchie piuttosto che come le fave).

I semi, la parte commestibile ma solo dopo opportuna lavorazione, sono circolari schiacciati, di colore giallognolo – biancastro.

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Coltivazione e origine

L’origine del lupino è sicuramente africana, anche se si è subito diffusa in tutta l’Europa e medio oriente.

È una pianta che raramente si trova allo stato spontaneo. È quasi esclusivamente coltivato il lupino bianco perché oltre ad avere più commercio, è quello che tollera maggiormente i terreni calcarei. Le altre specie necessitano di terreni molto acidi, intorno al 4,8 – 6 di pH come quelli vulcanici (Lazio, Campania e Sicilia offrono i terreni migliori), mentre il lupino bianco può vivere anche a pH 7, però dà semi migliori a pH inferiori.

Il terreno poi deve essere assolutamente sciolto e ben drenante in quanto non sopporta l’asfissia radicale e i ristagni idrici.

L’unica concimazione richiesta è quella a base di fosforo, mentre non necessita di azoto in quanto, come le leguminose, ha parecchi batteri azotofissatori. La concimazione a base di potassio non è indispensabile nei terreni subacidi.

Parti utilizzate

Si utilizzano i semi che vengono raccolti tra giugno e settembre. Prima del loro consumo, però, devo essere sottoposti a una lavorazione che elimini le sostanze tossiche che contengono.

tecniche di raccolta

Il lupino viene sfacciato poco prima della maturazione e lasciato in terra a terminare il processo di maturazione. Essendo una coltura annuale, si approfittava anche per estirpare tutta la pianta.

Successivamente si può passare con una trebbiatrice per separare i semi dal resto. Più difficile e rischioso l’uso della mietitrebbiatrice in quanto i bacelli non maturano tutti assieme, quelli maturi tendono ad aprirsi e liberare il seme e infine la possibilità che vengano di incisi dal macchinario.


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Proprietà e uso nella storia

Conosciuto sin dai tempi dei Greci e Romani, veniva cucina e mangiato come le altre leguminose oppure bollito e conservato in salamoia, come si usa fare tuttora. Data la somiglianza dei sui semi con la forma delle monete, spesso era usato in teatro al posto di queste.

Nel 1550 il medico italiano Mattioli consigliava il lupino contro le cancrene e le rogne quando erano ancora agli stadi iniziali, contro sciatiche, foruncoli, e per stimolare l’appetito. Ovviamente ogni indicazione terapeutica da lui consigliata era accompagnata con un diverso modo di preparazione della ricetta, come impastati con acqua e polenta, oppure con aceto o ancora cotti nell’acqua rigorosamente piovana…

Una secolo più tardi, non cambiano le illusione sulla sua presunta capacità curativa. Con la diffusione della sifilide, il “mal Francioso”, il lupino viene inserito in quasi tutti gli intrugli che verranno poi applicati sulle croste o macchi di questa malattia.

Il Vecchio continente ha visto un improvviso aumento delle superfici coltivate con questa pianta solo verso il XIX secolo per opera di Federico il grande di Prussia.

L’importanza dei questi semi in quel periodo, lo si può apprendere anche leggendo una grande opera letteraria del Verga, i Malavoglia, dove i problemi finanziari di questa famiglia sono causati dall’affondamento di una barca con un importante carico di lupini.

Già da quei anni è intuibile che non gli si attribuiva alcuna virtù se non quella di riuscire a sfamare dando parecchia energia all’organismo. Per cui diventò uno degli alimenti principali della gente più povera.

descrizione dei principi attivi)

I semi del lupino contengono un’alta percentuale di proteine, tanto che possono sostituire la carne come fonte proteica; e la contemporanea bassa percentuale di amido, lo rendono anche poco calorico.

Inoltre contiene degli alcaloide come la lupanina, la isolupanina, la lupinina che devono e si possono facilmente eliminare prima del consumo.


Lupino: Benefici ed avvertenze

Ipocolesterimizzante

Recenti studi hanno individuato nel lupino un’azione favorente l’abbassamento del livello di colesterolo cattivo (HLD), ma non è ancora stata determinata con certezza la molecola responsabile.

Integratore proteinico

I semi di lupino contengono 38 grammi di proteine ogni 100 grammi di prodotto, che gli permettono di diventare la primaria alternativa di proteine e aminoacidi a quelli di origine animale.

Succedaneo del caffé

I semi torrefati e ridotti a farina possono essere utilizzati per preparare il caffé in mancanza della materia prima originaria.

Prodotti in commercio

Al supermercato si trovano i lupini conservati in salamoia, come si faceva anche 2000 anni fa, per il consumo umano.

In erboristeria è pressoché inesistente, anche se si possono preparare estratti fluidi e secchi, decotti e tinture.

Controindicazioni

L’intossicazione da lupini non depurati colpisce reni e fegato, con stati di evidente agitazione in chi ne è colpito.

Avvertenze

Non vi sono particolari avvertenze da mettere in evidenza.



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