Apparato genitale
Tutti lo fanno spontaneamente e molto, molto volentieri… è il sesso.
Visto e trattato in maniera diversa a seconda del periodo storico, ma da sempre presente ed esercitato nella vita dell’uomo.
Giusto per darne un’idea, fino a qualche anno fa era tabù il solo parlarne.
Nei primi anni del ‘900 faceva scandalo anche il solo mostrare i polpacci femminili, cosa non permessa nemmeno in spiaggia durante l’estate, e il parlare di sesso in pubblico era un qualcosa che avrebbe portato alla dannazione eterna; anche se poi tra piccoli gruppi di coetanei, ma dello stesso sesso, se ne parlava, cosi come si facevano le stesse cose che si fanno oggi, ma in maniera molto più discreta, molto più che segreta se così si può dire.
Adesso invece i tempi sono radicalmente mutati. Non solo se ne parla apertamente, giustamente con i pro e i contro (leggi malattie),
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prosegui ... , ma si è arrivati addirittura all’eccesso, anche grazie (o forse per colpa) di internet, dove tutti possono mostrarsi e tutti possono guardare.
Quale dei due è giusto e quale no, non è questo il nostro obiettivo. Quello che si vuole sottolineare è che in entrambi i casi, volenti o nolenti, la sessualità è sempre stata al centro della vita dell’essere umano; dall’alba dei tempi fino oggi, il sesso ha ricoperto un ruolo centrale senza il quale, oggi noi non saremmo qui.Se fino ad ora si è fatto sesso, e come detto è un atto che piace fare, un perché ci sarà. La Natura ha dovuto escogitare una maniera efficace affinché la specie si propagasse e lo ha fatto inventando due apparati sessuali differenti, quello maschile e femminile, gli unici nel corpo umano cosi tanto diversi tra loro, ma che si completano e interagiscono tra loro in maniera perfetta. Ciò però non Le bastava, ha fatto sì che il sesso portasse un piacere tale che se ne sentisse la voglia di praticarlo ancora dopo averlo provato. Pensate se invece di una sensazione di benessere avesse portato una sensazione di dolore come quando ci si pesta un dito con il martello… probabilmente in pochi avrebbero fatto figli…
Sebbene siano anatomicamente differenti, entrambi i sessi sono stati dotati di innumerevoli recettori sensoriali, in punti ben precisi, la cui stimolazione manda degli impulsi al cervello che li traduce in una massiccia liberazione di endorfine, una vera e propria inondazione di ormoni che tra le molteplici funzioni hanno quella di appagare, stimolare la felicità, ma anche conciliare il sonno (c’è chi in questo caso lo vede come effetto “collaterale” negativo…).
Gli stessi ormoni che vengono liberati quando si mangia della cioccolata, infatti la sensazione può essere paragonata (o forse no). Gli stessi che vengono liberati anche in altre occasioni, come dalle piante e dai farmaci antidepressivi, da quelle che inducono lo stimolo della fame, ma il loro agire avviene in maniera e quantità diverse.Tralasciamo le prime esperienze a cui ci si arriva per curiosità e per una spinta tempestosa ormonale da adolescenza, che non ha bisogno di aiuti esterni se si è sani.
Una sessualità adulta e consapevole si raggiunge quando ormai si è diventati esperti e si conosce bene il proprio partner. In questo caso la voglia di far sesso arriva, consciamente o no, dal voler arrivare a quella sensazione finale che porta all’appagamento sensoriale ormai ben noto. L’esperienza porta anche alla conoscenza inconscia dell’anatomia umana, al riconoscimento dei punti erogeni, ovvero quelle parti del corpo dove la concentrazione dei recettori sensoriali del piacere sono presenti in quantità più elevata e quindi una loro sollecitazione porta ad un piacere più intenso, che spinge a voler ripetere l’esperienza più e più volte.
Sebbene non ci sia la reale necessità, c’è chi è spinto a ricercare una maggiore intensità con un aiuto esterno. In tal senso, in natura esistono piante ed erbe che, per lo più per tradizione popolare ma anche per convalida scientifica, vengono definite come erotiche - afrodisiache, cioè intensificano o aiutano a raggiungere questo piacere. Agiscono sul sistema nervoso, responsabile della trasmissione delle sensazioni, ponendo i recettori sensoriali di tutto il corpo in uno stato tale che siano più reattivi agli stimoli esterni, che quindi possono essere anche meno intensi, ma trasmettono comunque una sensazione di piacere più intensa.Normalmente, se il proprio apparato sessuale funziona bene, non si sente la necessità di ricorrere ad aiuti esterni. I problemi e i dubbi arrivano quando qualcosa si inceppa, quando si nota anche un solo granellino di sabbia che fa cigolare un meccanismo che fino ad allora era ben oliato.
Il più discusso è quello dell’erezione maschile, sia in età giovanile che in quella avanzata. Sebbene dietro vi siano cause diverse, al maschio spesso ciò non interessa (o non lo dice per non sminuire la figura di macho), ma vuole arrivare subito e presto all’erezione, e si affida alla famosa pillola blu, il viagra. Ciò ovviamente è sbagliato e bisogna rivolgersi ad un andrologo per capire quali siano le cause ed eliminarle.
La stessa scorciatoia la prende anche chi non ha problemi reali, ma chi vuole solo per essere certo di riuscire nel suo ruolo di maschio. Allora anziché ricorrere alla chimica, ci si potrebbe affidare alle piante. Ve ne sono alcune che svolgono le stesse azioni senza controindicazioni particolarmente strette. Alcune, come la Butea superba, agiscono direttamente sull’afflusso del sangue alle zone genitali (anche femminili), che nel caso dell’uomo si traduce nell’inturgidimento fisiologico del pene; altre servono a reintegrare rapidamente le energie spese in giornata e quindi allontanare la sensazione di stanchezza e svogliatezza che fa abbondare al sonno anziché concentrare sulla prestazione, come avviene con il ginseng o il guaranà. Certo è che senza la volontà del cervello nel volerlo fare, si possono prendere tutto ciò che si vuole che poco si può fare.
Anche per l’apparato femminile non mancano gli aiuti naturali. Come già accennato ci sono piante che aumentano l’afflusso sanguigno ai genitali e quelle che stimolano l’apparato nervoso responsabile della trasmissione degli impulsi in questo caso del piacere, che agiscono in entrambi i sessi. Ma oltre a queste vi sono alcune piante prettamente femminili.
Quelle più usate e diffuse sono quelle che interagiscono con il ciclo mestruale: che lo stimolano come nei casi di amenorrea, che lo regolano, o che addirittura lo bloccano. Molte di queste, come la Dioscorea villosa o igname e l’Oenothera biennis o enotera, agiscono a livello ormonale, andando a influenzare il rilascio dell’estrogeno. In alcune piante la loro attività si manifesta in maniera ottimale, smorzando i sintomi della menopausa, quando la donna subisce una vera e propria rivoluzione ormonale che comporta non solo cambiamenti fisiologici ma anche umorali.
Alcuni usi ci arrivano dalla tradizione, come ad esempio l’aglio e la melissa, che si possono usare per fare una lavanda ginecologica al contempo stesso antibatteria (aglio) e emolliente (melissa). O la ruta che secoli fa era usata come abortivo, poiché provoca delle forti contrazioni uterine, quindi da evitare assolutamente in caso di gravidanza.
In conclusione su può dire che la natura è più vicina alla donna. Infatti l’uomo ha sempre cercato nella natura un aiuto per alla sua mascolità, trovandolo realmente di raro, la donna ha invece ricercato un rimedio per i suoi problemi intimi e in questo caso con molti successi.