Febbre
Si parla di febbre quando la temperatura corporea sale al di sopra dei valori normali. Mantenere la temperatura entro i valori normali è molto importante per il nostro organismo perché permette ai vari processi metabolici di realizzarsi ad una velocità ottimale.
La temperatura corporea di un individuo sano è compresa tra i 36,4 ed i 37,2 gradi centigradi, ma durante la giornata l'ambiente termico interno subisce delle variazioni; in particolare la mattina la temperatura corporea è più bassa, mentre di sera, dopo le 18, questi valori possono superare i 37° centigradi. Quando la temperatura è di poco superiore alla norma si ha un miglioramento della velocità di propagazione degli stimoli nervosi e del metabolismo, circostanza che facilita la produzione di energia e migliora le prestazione di un atleta. La febbre aumenta di sera o meglio durante la giornata perché diminuisce da parte del nostro organismo la produzione di cortisolo,
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prosegui ... , un potente antinfiammatorio che blocca la produzione di prostaglandine che sono responsabili dell'insorgenza della febbre; il cortisolo viene prodotto soprattutto nelle prime ore del mattino con un picco verso le 11-12.
Alla luce di tutti questi elementi è facile capire come in molti casi il confine tra normalità e febbre sia molto sottile.
E’ molto probabile che non siamo in presenza di uno stato febbrile se viene registrata una temperatura di 37,5°C di sera in una donna in fase ovulatoria (periodo in cui la temperatura corporea è superiore di mezzo grado). Viceversa, dobbiamo ritenere presente uno stato febbrile se tale temperatura viene registrata al mattino.
La febbre è una risposta del sistema immunitario ad aggressioni di origine batterica o virale e quindi la sua cura coincide essenzialmente con quella della malattia di base che l'ha provocata. Oltre che per un'infezione di origine batterica o virale, la febbre può insorgere anche come causa secondaria di specifiche malattie o derivare dall'utilizzo di alcuni farmaci.
Entro certi valori la febbre può rappresentare un meccanismo di difesa, ma in ogni caso essa aumenta considerevolmente il dispendio energetico dell'organismo e può provocare complicanze anche serie, come le convulsioni.
Rappresenta una preziosa difesa per il nostro organismo nel senso che la maggior parte dei microbi patogeni viene uccisa ad una temperatura prossima ai 40° C, quindi più la febbre sale più si ha la possibilità di distruggere i microbi patogeni. In pratica accade che gli agenti patogeni fanno si che il centro termoregolatore dell’ippotalamo salga ad un livello più alto del normale; questa “centrale di controllo” collocata nel nostro cervello è sensibile a particolari peptidi chiamati citochine, che vengono secreti da virus e batteri ma anche dalle cellule del sistema immunitario deputate a combatterli. Le citochine sono responsabili del senso di nausea, della disappetenza e del malessere generale. Tutto ciò spiega l'associazione della febbre a classici sintomi come il mal di testa e i dolori muscolari.
Innanzitutto è corretto parlare di febbre quando la temperatura supera i 38°C, al disotto si parla di rialz termico. La febbre a seconda della temperatura può essere classificata come:
• febbricola, se non supera i 38°C
• febbre lieve, se temperatura compresa tra 38-38,5°C
• febbre moderata, se la temperatura è compresa tra i 38,5 e i 39°C
• febbre elevata, se la temperatura è tra i 39 e i 39,5°C
• iperpiressia, se la temperatura è tra i 39,5°e i 41°C
A seconda del tipo di fluttuazioni di temperatura si distingue:
febbre continua: le fluttuazioni quotidiane di temperatura sono inferiori al grado centigrado e la febbre persiste nel tempo
febbre remittente: le fluttuazioni quotidiane di temperatura (almeno due) sono superiori al grado centigrado e non tornano mai ai valori basali (la maggioranza delle malattie febbrili sono di questo tipo)
febbre intermittente: la febbre sale e scende durante il giorno per tornare alla normalità verso il mattino. Se le escursioni di temperatura sono molto alte si parla di febbre settica. La febbre intermittente è caratteristica delle malattie neoplastiche maligne.
Febbre ricorrente: episodi febbrili intervallati da periodi di tempo più o meno lunghi in cui la temperatura corporea torna ai valori normali (tipico di alcune malattie come la malaria, la brucellosi e l'infezione da borrelia).Si è detto che la febbre è un prezioso mezzo di difesa dell’organismo, una vera e propria medicina che il nostro corpo possiede per difendersi da infezioni virali e batteriche. L’assunzione di farmaci antipiretici (capaci cioè di abbassare la temperatura corporea) potrebbe, nei casi in cui la febbre non raggiunge temperature elevate, avere effetto contrario a quello sperato. Per esempio l'utilizzo di antibiotici può abbassare le difese immunitarie eliminando non solo i batteri patogeni ma anche quelli utili. Inoltre, se la febbre è causata da virus, gli antibiotici si dimostrano non solo del tutto inefficaci ma addirittura nocivi perché favoriscono il ripetersi di nuovi episodi infettivi.
Pertanto, se la febbre non è particolarmente elevata, la terapia più efficace è il riposo abbinato alle classiche raccomandazioni che prevedono il consumo di pasti facilmente digeribili, l'abbondante assunzione di acqua e l'astensione da fumo o alcolici. Altra raccomandazione è quella di assecondare i segnali che il nostro corpo ci manda; se si sente freddo è bene coprirsi di più, se al contrario si avverte una sensazione di calore eccessivo è bene diminuire gradualmente la temperatura dell'ambiente. E’ consigliabile in quest’ultimo caso fare un bagno in acqua tiepida che è in grado di abbassare la temperatura del nostro corpo. Accade, infatti, che dopo una prima fase in cui il corpo cerca di trattenere il calore al suo interno per innalzare la temperatura, segue una seconda fase in cui tale calore viene disperso all'esterno per ristabilire l'equilibrio termico (sudorazione, vasodilatazione). Una febbre non troppo complicata (che nei bambini spesso può essere anche causata da stress emozionali, cambiamenti come un viaggio), in genere dura qualche giorno e va via senza terapia.
Se la febbre colpisce bambini o anziani o se comunque supera i 38°C, è opportuno assumere dei medicinali in grado di riportare la temperatura corporea al di sotto di questo valore. Tenuto conto che la febbre può essere causata da numerosi fattori, i medicinali dovranno essere prescritti esclusivamente da un medico dopo un accurato esame diagnostico nel quale il paziente avrà cura di specificare ogni sintomo avvertito. Se la temperatura resta alta per più di 3-4 giorni dall'inizio della terapia è bene interpellare nuovamente il medico per valutare eventuali complicanze. In qualsiasi caso farmaci come l'aspirina sono efficaci soltanto se la febbre ha origini infiammatorie, infatti agisce inibendo la produzione delle prostaglandine.
La febbre si manifesta di solito in tre fasi:
• fase prodomica o fase d'ascesa: coincide con l'inizio della produzione delle prostaglandine che sono responsabili dell'insorgenza della febbre. I neuroni sono tarati ad una temperatura superiore ai 37 °C e innescano delle reazioni che determinano l'aumento della temperatura corporea (spasmi muscolari involontari – brividi -, vasocostrizione, stimolazione della tiroide affinché venga attivato il metabolismo basale). Il soggetto ha un'oggettiva sensazione di freddo;
• fase del fastigio o acme febbrile: dura per tutto il periodo di produzione delle prostaglandine. I neuroni ipotalamici mantengono la temperatura sul nuovo valore e la persona ha una soggettiva sensazione di caldo, con pelle calda ed arrossata, agitazione ed aumento della frequenza cardiaca e respiratoriacefalea, mialgia, oliguria,.
• fase di defervescenza: inizia con l'interruzione nella produzione di prostaglandine. I neuroni tornano ad essere tarati al normale valore di 37 °C e riconoscendo l'innalzata temperatura corporea mettono in atto meccanismi affinché questa si abbassi (si ha l'attivazione del sistema colinergico che causa sudorazione e vasodilatazione). Questa fase può essere graduale (defervescenza per lisi) o immediata (defervescenza per crisi). Il soggetto ha un'oggettiva sensazione di caldo.