Lavanda
La Lavanda è una delle piante più utilizzate in campo commerciale, dove viene sfruttato il suo intenso, ma allo stesso tempo delicato, e gradevole profumo.
Appartengono al genere Lavandula molte specie, di cui la Lavandula angustifolia è la più conosciuta e coltivata.
Ha diversi nomi botanici e ciò significa che diversi studiosi erano convinti di aver scoperto uno nuova specie e l’hanno classificata con un altro nome, come ad esempio Lavandula officinalis Chaix, Lavandula vera DC, Lavandula angustifolia Ehrh.
Il nome del genere non a caso riporta al vocabolo lavare, proprio per il fatto che i fiori di questa pianta sono stati usati sin dai tempi più antichi per lavare o profumare.
La Lavanda è una pianta suffruticosa, cioè presenta un tronco legnosi di piccole dimensioni che si erge per pochi centimetri dal suolo, mentre i rami sottili e flessibili si ergono verso l’alto.
Ha una radice possente e contorta,
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I rami portano foglie opposte, sessili, molto sottili con il margine revoluto.
A caratterizzare questa pianta sono i fiori di color viola, che può essere più o meno intenso a seconda della specie. I fiori sono sessili, piccoli e raccolti in infiorescenze a spiga interrotta alle estremità dei rami. Le spighe sono formate a loro volta da dei glomeruli inseriti alla base di due bratteole. La corolla della lavanda è quella tipica delle labiate, ovvero bilabiata, con il labbro superiore bilobato, mentre l’inferiore è trilobato.
I frutti sono degli acheni lisci e lunghi, solo leggermente tondeggianti.
Della lavanda vengono utilizzate le infiorescenze con i fiori, meglio ancora se sono solo in parte sbocciati.Originaria dell’Europa, qui cresce spontanea nei campi, ma per lo più viene coltivata per scopi industriali.
Predilige terreni aridi, assolati e sassosi, tipici della zona mediterranea, sia europea che africana.
Il terreno calcare è il più indicato e la presenza di una parte argillosa aiuterà a trattenere l’acqua che la pianta sfrutterà nei periodi più assolati. In modo particolare, se è presente del terreno argilloso l’annaffiatura non è necessaria, basta l’acqua piovana. Se si irriga, si rischiare di avere un terreno troppo ricco acqua con ristagni idrici, che la pianta non gradisce affatto.
La tecnica di propagazione prevede il trapianto di talee prelevate dalla pianta madre, che si fa anche per le specie ibride che sono molto diffuse, come ad esempio il lavandino. In questo caso è d’obbligo l’uso delle talee poiché sono piante ottenute da incroci e rimangono sterili, non producono semi, e l’unico modo per propagarle è appunto questo.
Le talee si prelevano dalla pianta madre a fine estate, dopo la fine della fioritura, e piantano in campo oppure si invano. Alla primavera successiva le piante cresciute in vaso si possono mettere a dimora in campo. E’ consigliato non far fiorire le piante nel primo anno, quello del trapianto in modo tale che le energie vengano utilizzate per consolidare la pianta intera.
È una pianta conosciuta sin dai tempi remoti e usata principalmente per gli stessi scopi di oggi, ovvero profumare il corpo o gli indumenti.
Nei secoli è stata usata come rimedio per diversi problemi, dalle congiuntiviti ai problemi di cuore, dalla digestione all’epilessia, ma tutti senza risultati realmente efficaci. E quando erano positivi raramente era per la presenza della lavanda.
Ovviamente tra le tante applicazioni, alcune volte l’uso della lavanda veniva suggerito per le giuste cause, come ad esempio nei casi di cefalea.
Per la raccolta si utilizzano macchinari falcia-legatrici, capaci di lavorare un ettaro di terreno in circa tre ore. Queste macchine permettono al contempo stesso anche di eliminare le parti legnose in eccesso delle piante, facendo quindi risparmiare il tempo di un secondo passaggio per la potatura.
Le infiorescenze si possono raccogliere anche a mano. Il lavoro è più preciso, ma anche più lungo e costoso. Questa tecnica è suggerita quando gli appezzamenti di terreno sono piccoli e l’affitto del macchinario per le operazioni di raccolta farebbe salire troppo i costi di lavorazione.
Sono diversi i principi contenuti nelle infiorescenze di lavanda. Troviamo tanini, resine, acido ursolico e flavonoidi.
In corrente di vapore, si può distillare un olio essenziale particolarmente profumato che è la parte attiva della droga. Esso è formato principalmente da geraniolo, acetato di linalile, linalolo alfa pinene, limonene e acido isobutirrico.
Sedativo
Gli stati d’ansia e di agitazione sono tra le sintomatologie più trattata con prodotti a base di lavanda, in modo particolare con il suo olio essenziale, che agisce per l’appunto come blando sedativo.
Blando disinfettante
Le componenti dell’olio essenziale donano alla lavanda anche un blando potere disinfettante che trova il suo impiego principale nella disinfezione della mucosa orale, dove può contrastare anche le alitosi grazie al suo intenso profumo.
Dermotonico
Gli estratto alcolici e idroalcoli delle infiorescenza di lavanda hanno dimostrato una qualche efficacia nella purificazione e tonificazione delle pelle, a cui bastano alcuni impacchi di acqua di lavanda per apparire più giovane e vitale.
Prodotti in commercio
In commercio esistono pour porì di sola lavanda o contenenti lavanda che vengono usati per la profumazione degli armadi, solitamente per contrastare l’odore della naftalina.
In campo erboristico sono molto diffuse le boccette di olio essenziale da aggiungere ai bagni caldi per il rilassamento e lo scioglimento delle tensioni muscolari. Per la pulizia del viso invece dell’olio essenziale, troppo aggressivo, si usa l’acqua di lavanda, cioè l’acqua di rimanenza della distillazione, che è profumata e strutta gli elementi idrofili in essa contenuti, oppure delle emulsioni acqua e olio essenziale, che però sono meno pratiche.
Infine esistono preparazioni da infusione per la preparazione di bevande estemporanee nelle quali è inserita la lavanda, che invece non viene usata singolarmente.
Controindicazioni
Dato il suo effetto sedativo, si sconsiglia di prendere dei preparati a base di lavanda se si assumono dei barbiturici.
Avvertenze
È stata notata la tendenza ad accusare bruciori di stomaco da parte di chi fa un uso eccessivo di lavanda.