Diarrea

Cosa è la diarrea

Durante l’arco della propria vita, chi più chi meno, ma quasi la totalità di noi è stata colpita da almeno un attacco di dissenteria o, per dirla in termini comuni (quelli popolari ve li risparmiamo…), di diarrea. In pratica si tratta di una evacuazione di feci liquidi, che data la loro pressoché inconsistenza, risultano essere impossibili da trattenere, il che mette il soggetto in situazioni “a rischio” proprio per il fatto di non riuscire a controllare il proprio intestino.

Generalmente si parla di diarrea quando la persona colpita da questa sintomatologia defeca almeno tre volte al giorno, producendo più di un litro di feci, che risultano alterate in quantità e consistenza tanto da essere anche completamente liquidi.

Se la diarrea è in forma acuta, il problema più comune, si risolve da sola in uno o due giorni, senza che ci sia bisogno di un intervento farmacologico. Se invece si protrae per più di due giorni, allora potrebbe esserci un problema più serio alla base e quindi è necessario consultare il medico.

La nausea

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Le cause

La diarrea in sé non è altro che un tentativo estremo che l’organismo mette in atto per espellere un qualcosa di estraneo che sta creando problemi. Ecco che allora può essere scatenata da una intolleranza alimentare, come quella al lattosio, che come prima detto, può risolversi da sola in un paio di giorni, oppure da qualche virus o batterio, che invece permangono nonostante le numerose evacuazioni e quindi faranno persistere lo stato diarroico. In questo caso possono essere presenti anche dolori addominali o crampi, gonfiore di pancia e nausea, febbre alta e disidratazione (dovuta al perdurare delle evacuazioni) e quindi anche il paziente può capire da se che deve ricorrere ad un medico per una accurata diagnosi e una cura efficace.

Tra le principali cause che scatenano attacchi di diarrea ci sono anche la presenza di parassiti o reazioni ai farmaci.

Nei farmaci si possono evidenziare due diversi cause: quella dovuta al principio attivo e quella dovuta agli eccipienti. È consuetudine nella fabbricazione farmaci, l’utilizzo di eccipienti, sia per migliorare la produzione che l’aspetto organolettico del prodotto; ciò accade per lo più per compresse e contenuti di capsule, dove vengono usati lattosio, sorbitolo e mannitolo (zuccheri lassativi) solo per citare i più conosciuti.

Quando invece è il principio attivo il responsabile, come negli antibiotici, i farmaci per la pressione arteriosa, gli antiacido con sali di magnesio, la diarrea viene inserita nel sbugiardino, il foglietto illustrativo del farmaco, come effetto indesiderato. Solamente in rari casi la diarrea data dal principio attivo è causata da una vera e propria intolleranza ad esso.

Quando si tratta di parassiti, tra i quali la Giardia lamblia, l’Entameba histolytica, l’Escherichia coli, la Salmonella e la Shigella, l’unica soluzione è andare in ospedale, ma quando sappiamo che i responsabili sono loro, vuol dire che ci siamo già sentiti molto male e abbiamo consultato un medico, poiché la diarrea non ha alcuna distinzione dovuta alla causa scatenante. Per questo è da non sottovalutare se oltrepassa i due giorni o torna a cicli continui.

Una delle più famose diarree dovuta a parassiti è quella chiamata “del viaggiatore” o, in particolare quando si va in Messico viene chiamata “La maledizione di Montezuma”. Il nome deriva dal fatto che prima di morire per mano degli Spagnoli, il re Atzeco Montezuma scagliò una maledizione sul popolo conquistatore che stava saccheggiando il suo impero. La diarrea, i crampi addominali, l’eruttazione, il meteorismo e la nausea e il vomito che colpivano i Conquistadores furono associati alla anatema di Montezuma e da qui la denominazione. In realtà, però, questi sintomi tendono a colpire i viaggiatori che si recano in paesi esotici, non solo Messico, o che comunque hanno bassi livelli igienici nel trattare i cibi. Chi viene colpito dalla “maledizione” soffrirà per 3 – 5 giorni per poi ristabilirsi, ma bisogna che si faccia attenzione a non disidratarsi (e non bere l’acqua corrente del luogo, che potrebbe essere una via infettiva, al che la dissenteria non passerà ma aumenterà).


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Diarrea da parassiti

Quando si tratta di parassiti, tra i quali la Giardia lamblia, l’Entameba histolytica, l’Escherichia coli, la Salmonella e la Shigella, l’unica soluzione è andare in ospedale, ma quando sappiamo che i responsabili sono loro, vuol dire che ci siamo già sentiti molto male e abbiamo consultato un medico, poiché la diarrea non ha alcuna distinzione dovuta alla causa scatenante. Per questo è da non sottovalutare se oltrepassa i due giorni o torna a cicli continui.

Una delle più famose diarree dovuta a parassiti è quella chiamata “del viaggiatore” o, in particolare quando si va in Messico viene chiamata “La maledizione di Montezuma”. Il nome deriva dal fatto che prima di morire per mano degli Spagnoli, il re Atzeco Montezuma scagliò una maledizione sul popolo conquistatore che stava saccheggiando il suo impero. La diarrea, i crampi addominali, l’eruttazione, il meteorismo e la nausea e il vomito che colpivano i Conquistadores furono associati alla anatema di Montezuma e da qui la denominazione. In realtà, però, questi sintomi tendono a colpire i viaggiatori che si recano in paesi esotici, non solo Messico, o che comunque hanno bassi livelli igienici nel trattare i cibi. Chi viene colpito dalla “maledizione” soffrirà per 3 – 5 giorni per poi ristabilirsi, ma bisogna che si faccia attenzione a non disidratarsi (e non bere l’acqua corrente del luogo, che potrebbe essere una via infettiva, al che la dissenteria non passerà ma aumenterà).


Le piante antidiarroiche

Potrebbe essere elementare e sciocco a dirsi, ma il modo migliore per evitare di essere assaliti da attacchi diarroici e quello di mettere in pratica le più semplici norme igienico – sanitarie, come lavarsi sempre le mani prima di toccare del cibo e evitare quello che sappiamo sicuramente essere causa di intolleranza (se lo siamo) o che quasi sicuramente potrebbe portaci ad affrontare questo sintomo, come le cozze crude o la carne di maiale poco cotta.

Se poi siamo ne veniamo colpiti, allora bisogna rivolgersi al medico. Ovviamente non sempre è possibile recarsi immediatamente a farsi visitare, allora possiamo cercare di alleviare momentaneamente il nostro problema rivolgendoci alla Natura.

Non sono poche infatti le piante che hanno la capacità di bloccare o attenuare la diarrea, quella provocata da stati acuti. Quelle più efficaci sono quelle che posseggono buoni quantitativi di tannini, i veri artefici del blocco delle scariche.

Tra le piante migliori da utilizzare in questo caso ci sono il mirtillo nero e l’alchechengi, che sono dotati anche di certo grado di dolcezza che ne permette l’assunzione diretta; ottime anche le bacche di mirto, che però mangiate tale e quali sono alquanto amare proprio per la forte presenza dei tannini. Con queste piante si possono anche preparare degli infusi poiché i tannini sono idrosolubili e quindi li ritroviamo nella bevanda.

Tra le piante utilizzabili, e con migliori risultati, si inseriscono anche l’iperico, sebbene questa non sia la sua principale prerogativa, la bistorta, il maqui e la farina carruba secca, da usare esclusivamente essiccata altrimenti produrrà l’effetto contrario, aggravando la situazione.

In casi leggeri di diarrea, da considerarsi più come feci molli però, si può optare per la Bellis perennis, detta anche margheritina, i cui fiori hanno una potere astringente non molto forte.

Nella medicina popolare, viene consigliata anche l’infuso di radici e foglie giovani di fragola, la cui bevanda è indicata anche come dissetante.




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