Denti

Mordono, strappano e triturano.. sono i denti. Arma di molti animali, ma senza dubbio indispensabili attrezzi per la nutrizione attraverso la masticazione per quasi tutti, uomini inclusi.

Ogni specie è fornita di denti specifici variabili per forma, dimensione e funzione. L’uomo ne possiede 32, anche se in molti individui sono 28, divisi in due arcate, una superiore e una inferiore, e sono classificati in quattro classi a seconda della specializzazione: otto incisivi, quattro canini, otto premolari e 8/12 molari. La variabilità dei molari dipende dal fatto che gli ultimi quattro, chiamati terzo molare o dente del giudizio, hanno la peculiarità di avere una crescita indipendente dagli altri. Mentre i restanti denti sicuramente cresceranno, i molari possono anche non comparire mai, oppure ne può spuntare uno solo, o due, cosi come spuntare tutti e quattro in tempi differenti, ... continua


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      Nella loro specializzazione gli incisivi hanno il compito di bloccare il cibo, i canini di strappare il boccone, i premolari e i molari di ridurre in poltiglia attraverso la triturazione prima che questo possa essere deglutito.

      Tutto il logorio a cui sono sottoposti sarebbe deleterio se i denti non fossero ben attrezzati per sopportarlo in maniera più che adeguata. Esternamente, fino al limite con la gengiva, presentano un rivestimento particolarmente duro e resistente, chiamato smalto, formato essenzialmente da sali minerali di calcio. Nello strato sottostante c’è la dentina che non è altro che una sorta di ammortizzatore del dente per la pressione a cui è sottoposto durante la masticazione. È formata da materiale inorganico, materiale organico e acqua. Andando ancora più in profondità troviamo la parte viva del dente, la polpa, che si insinua sotto l’osso delle mascelle e mandibole, nella zona chiamata radice, collegando i propri casi sanguigni e nervi con quelli del sistema principale.

      I denti risultano cosi essere una struttura viva, e a volte dolente, ma senza la capacità di ricrescere: una volta caduti, non ricrescono, senza però tener conto la dentizione decidua o da latte che spunta nell’infanzia per bucare la gengiva e poi lasciare spazio a quella permanente.La presenza di una struttura nervosa all’interno del dente è la causa primaria del tanto doloroso, fastidioso e odiato mal di denti. Un dolore con molteplici origini che almeno una volta nella vita ha colpito tutti. Quando il nervo del dente viene sollecitato o si infiamma, ecco che compare il dolore, a volte associato a gonfiore. Non bisogna mai sottovalutare questo dolore, soprattutto se è ricorrente poiché può essere causato da una carie interna che sta erodendo il dente. È quindi necessario effettuare una visita odontoiatrica per verificare la causa e non rischiare di perdere il dente.

      È evidente che appena compare il dolore è quasi impossibile recarsi immediatamente dal dentista, in tal caso è allora possibile intervenire placando il dolore con degli antidolorifici e cosi continuare il nostro daffare nell’attesa della visita. Sono svariati i farmaci con questo potere, ma perché ricorrere alla chimica quando la natura ci fornisce quello che è il migliore antidolorifico dentale? Il chiodi di garofano! I boccioli floreali secchi dell’Eugenia caryophyllata, i chiodi di garofano per l’appunto, sono l’antico rimedio della nonna mai passato di moda. Una serie di sciacqui con l’infuso di acqua e chiodi di garofano bloccano il dolore per molte ore; si possono addirittura tenere in bocca come caramelle, facendo in modo che la loro permanenza maggiore sia sul dente dolente.Un altro nemico dei denti, difficilmente eliminabile, ma facilmente prevenibile, è la placca. La bocca è ricettacolo di innumerevoli batteri, si è addirittura scoperto che il morso di un uomo è potenzialmente più pericoloso di quello di un cane, che a quanto pare ha una bocca più pulita.

      Questi batteri crescono saldamente uniti tra di loro in colonie; un legame che viene rinforzato dai residui di cibo che non vengono asportati e che costituiscono il principale nutrimento di questi batteri. Fanno cosi a formare una pellicola giallognola e molliccia, ma energicamente legata ai denti, la placca per l’appunto. La presenza della placca facilità la prolificazione dei batteri, che producono acidi nella loro demolizione degli zuccheri del cibo, e questi acidi vanno a loro volta ad intaccare lo smalto dei denti, fino a provocare la carie.

      Ecco perché è importante pulirsi bene i denti con l’ausilio di spazzolino, dentifricio e filo interdentale. Purtroppo non si è ancora scoperta una pianta capace di togliere la placca, ma sono presenti numerose specie che aiutano a prevenirla, se utilizzare nell’igiene orale. La salvia, il timo e la menta sono tre delle principali aromatiche impiegate in questo campo. Oltre a possedere la capacità di donare un certo grado di freschezza all’alito, cosa che non guasta mai, hanno anche un potere antibatterico tale da porte tenere sotto controllo la flora batterica orale, senza che questa riesca ad avere la meglio creando placca e tartaro (placca calcificata che solo il dentista può togliere).

      In questo caso però, il rimedio casalingo fai da te nel triturare le foglie e mischiarle alla pasta dentifricia è da sconsigliarsi. In casa non si riesce a fare una polvere adatta, ma rimarranno pezzi sempre troppo grandi che andranno a raschiare la superficie del dente, intaccando lo smalto e quindi procurando più danni che benefici. È invece ottimale e consigliato preparare un infuso o una soluzione di acqua e tintura di pianta aromatica per effettuare sciacqui pre-spazzolino. I risultati sono gli stessi dell’improbabile sfregamento con le foglie triturate.