Ginseng
Il Ginseng (Panax ginseng C.A. Meyer), appartenente alla famiglia delle Araliaceae, è una pianta erbacea perenne.
Il fusto cresce fino a 40 cm e le foglie sono pentasette, il cui numero è correlato all’età della pianta. I fiori sono piccoli, diametro 2-3 mm, con 5 petali giallo crema riuniti ad infiorescenza singola ad ombrella terminale, che appare nel secondo anno.
Produce grappoli di bacche di colore rosso acceso. Possiede una grossa radice, carnosa e di crescita molto lenta, con 2-5 radici laterali di forma fusiforme, annulata e con un’apice rotondo. Il colore va dal giallo chiaro al marrone. Il sapore è dolciastro, aromatico, simile alla liquirizia.
Altre specie dello stesso genere possiedono attività medicinali significative come il P. quinquefolium (Ginseng americano), il P. pseudoginseng (Ginseng Himalaiano),
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prosegui ... , il P. trifolium (Ginseng nano) e il P. japonicum (Ginseng giapponese).
Può essere utilizzata tutta la pianta, ma la radice fresca o essiccata è la parte più pregiata.
Il Ginseng è nativo del nord est della Cina e della Russia e della Corea del Nord. Estremamente raro allo stato selvatico, solitamente nelle foreste decidue asiatiche. Preferisce le zone ombreggiate e germina lentamente, sia nel selvatico che in coltivazione.
Il nome Panax deriva dal greco panacea, rimedio universale, infatti Panacea era la dea greca capace di sanare tutti i mali, mentre il termine Ginseng deriva dal cinese rénshēn, dove Rén significa "uomo" e shēn significa erba, in riferimento al fatto che la forma caratteristica della radice ricorda le gambe di un uomo.
Il P. ginseng viene utilizzato da secoli dalla medicina popolare cinese come tonico, stimolante e corroborante e per migliorare il senso generale di benessere fisico e psicologico.
La crescita del ginseng è estremamente lenta; nel giro di un anno la radice non è più grossa di un fiammifero e quando cresce naturalmente il seme del ginseng germoglia all’inizio della primavera, dopo essere rimasto sotto terra circa 20 mesi. Il rizoma e’una specie di fusto sotterraneo, che nel ginseng si definisce “Collo”. Al terzo anno di crescita la pianta raggiunge solo circa 20 cm e porta tre gruppi di foglie , ciascuno formato da cinque foglie ( quinquefolium)
Al quarto anno raggiunge i 40 cm con cinque gruppi di foglie. A sei o sette anni giunge alla maturità. poi le foglie cadono, lasciando una sorta di cicatrice sul rizoma della pianta. Contando il numero di cicatrici sul collo della radice si puo’ risalire all’eta’ della pianta .
Sono stati rinvenuti dei ginseng di più di tre secoli. Nel 1982 venne dissotterrato un ginseng centenario: pesava 288 g. Una volta raccolta, la radice subisce tutta una serie di processi (essiccazione, ecc.). Per chi lo utilizza è consigliabile, per conservarne tutta l'efficacia, tagliare dal tubero soltanto qualche fettina sufficiente al consumo di qualche giorno.
La coltivazione è consigliata soprattutto nel sud, dove la pianta incontra un clima favorevole per la sua crescita.È coltivato in Corea fin dal 1300. Le radici delle piante selvatiche e di quelle coltivate sono diverse per qualità.
Il ginseng bianco viene prodotto lavando ed essiccando direttamente le radici, mentre quello rosso viene prodotto eliminando le radici laterali e gli apici delle radici principali. Il tutto viene passato al vapore ed essiccato, ottenendo un colore rosso-marrone. La qualità rossa contiene livelli più elevati di saponine e ha dimostrato di essere più efficace del tipo bianco in molti studi clinici.
Le radici vengono solitamente raccolte in autunno. Il contenuto in ginsenosidi aumenta fino al sesto anno di crescita, per poi rimanere inalterato. Una cattiva preparazione e conservazione riducono il contenuto in ginsenosidi.
I principali componenti del Ginseng sono i Ginsenosidi, un gruppo di saponine triterpeniche variamente sostituite. Le varie specie di Ginseng (Panax, Quinquefolium, Notoginseg, Japonicus, Trifolius) possono essere distinte in base ai ginsenosidi prevalenti nella droga: in particolare i ginsenosidi prevalenti nella specie Panax (Ginseng cinese o coreano), senza dubbio la specie più diffusamente utilizzata, sono Rb1, Rb2, Rc, Re, Rg1; mentre ad esempio nel Ginseng americano (Quinquefolium) prevalgono i ginsenosidi Rb1e Re.
Le sostanze isolate dalla radice di Panax ginseng, riportate in letteratura dal 1989 ad oggi, sono i ginsenosidi del gruppo dell’oleano: Ro; ed i ginsenosidi del gruppo del dammarano: Ra, Rb1, Rb2, Rb3, Rc, Rd, Re, Rf, Rg1, Rg2, Rg3, Rh1 ed Rh2.
Tra gli altri composti presenti abbiamo poi un gruppo di polisaccaridi complessi, i panaxani A-E e Q-U; panaxinolo; polipeptidi; vitamine, soprattutto del gruppo B; sali minerali ed oligoelementi; tracce di olio essenziale.Attività adattogena. Aumento del rendimento fisico e mentale.
L’azione farmacologica del Ginseng è estremamente varia e complessa, ma è ormai dimostrato scientificamente che “aumenta l’efficienza fisica e mentale e migliora la capacità di adattamento dell’organismo, umano e animale, posto in condizioni sfavorevoli. Viene infatti utilizzato dalla medicina occidentale per le sua capacità “adattogene”: come tonico, energetico e stimolante delle funzioni cognitive e mnemoniche, utile in caso di intensa attività mentale e/o fisica e negli stati di astenia ed esaurimento psicofisico; viene inoltre efficacemente impiegato dagli atleti come ergogenico nelle prestazioni sportive.
Il meccanismo dell’azione adattogena del Ginseng sembra essere principalmente di tipo neuro-endocrino. L’azione dei ginsenosidi sarebbe infatti diretta prevalentemente sull’asse ipotalamoipofisi-surrene con aumento della produzione di glucocorticoidi (i cosiddetti “ormoni dello stress”). Si osservano poi altri tipi di attività, alcune contrastanti con le azioni mediate dalla liberazione di glucocorticoidi, come ad es. l’azione ipoglicemizzante.
Attività antiamnesica
Il P. ginseng antagonizza i deficit della memoria recente e della memoria remota indotti rispettivamente da scopolamina e cicloeximide, e l’amnesia da ischemia cerebrale.
I ginsenosidi antagonizzano anche i deficit della memoria indotti da agenti antiserotoninergici.
Altri effetti sul sistema nervoso centrale e periferico
L’estratto di Ginseng prolunga la vitalità di neuroni cerebrali: l’effetto sembra specifico del ginsenoside Rb1, ed assente per altri ginsenosidi.
Alcune ricerche sembrano indicare un’attività protettiva di questa pianta nei confronti della tossicità fetale d’etanolo o altre sostanze che possano in qualche modo rallentare o danneggiare lo sviluppo embrionale e fetale.
Attività immunostimolante
I ginsenosidi stimolano l’attività dei macrofagi e la formazione dei linfociti B e T, e sembrano avere un ruolo regolatorio nella liberazione di neurochinina, interferone ed interleuchina-1 e nelle loro reciproche interazioni. L’effetto immunostimolante è maggiore sui linfociti di soggetti anziani, e nelle condizioni di depressione della funzionalità leucocitaria.
E’ noto che la depressione immunitaria che colpisce l’anziano è caratterizzata proprio da una ridotta capacità proliferativa dei linfociti e da una ridotta produzione di interleuchine.
Sinergismo con i vaccini influenzali.
Come conseguenza della sua attività stimolante la risposta immunitaria, il P. ginseng sembra potenziare gli effetti protettivi del vaccino antinfluenzale.
Attività anti-invecchiamento
Come conseguenza degli effetti sul sistema immunitario e sulla memoria, il Ginseng è proposto, da solo o in associazione ad altri fitocomplessi, come rimedio contro l’invecchiamento.
Attività antiaggregante piastrinica
Il panaxinolo ed i ginsenosidi Ro, Rg1 ed Rg2, inibiscono l’aggregazione piastrinica, ma solo il panaxinolo riduce la formazione di trombossano.
Attività sull’apparato cardiovascolare
Il P. ginseng ed i ginsenosidi risultano attivi in molti modelli di ischemia-riperfusione del cervello e nel cuore. Gli effetti sul sistema cardiovascolare sembrano estendersi anche ad un’attività protettiva nei confronti dello sviluppo dell’aterosclerosi.
L’effetto protettivo del Ginseng si ha anche ai danni da ischemia del rene.
Attività ipoglicemizzante.
Il ginsenoside Rg1 possiede una efficace azione ipoglicemizzante con effetto dose-dipendente, ma il meccanismo d’azione non è noto.
Attività antigastrite ed antiulcera
L’estratto di Panax ginseng previene la formazione di lesioni o ulcere gastriche, azione dovuta principalmente dalla frazione polisaccaridica. L’attività antiulcera sembra dovuta ad una ridotta produzione e secrezione di acido cloridrico.
Attività antiossidante
Come altri fitocomplessi, anche il Panax ginseng esercita un’attività antiossidante, specialmente nei confronti della ossidazione da radicali liberi.
Impotenza maschile
E’ riportata un’attività anti-impotenza maschile del Panax ginseng in soggetti con disfunzione erettile.
Gli effetti collaterali riportati in letteratura riguardano agitazione e/o insonnia dovute a dosi eccessive, somministrazioni serali o ipersensibilità individuale verso il prodotto.
E’ stata descritta una sindrome da abuso di Ginseng caratterizzata da tachicardia, insonnia, diarrea e nervosismo, più evidente a seguito di dosi elevate e se associata ad altri stimolanti del sistema nervoso centrale.
Prodotti in commercio
Fitocomplesso totale: opercolo da 260 mg (titolato al 2.7% in ginsenosidi totali) corrispondente a 7 mg di principi attivi; 4 opercoli al dì, pari ad una posologia di 28 mg/die di ginsenosidi totali.
Concentrato totale: opercolo da 280 mg (titolato al 3.6% in ginsenosidi totali) corrispondente a 10 mg di principi attivi; 3 opercoli al dì, pari ad una posologia di 30 mg/die di ginsenosidi totali.
Avvertenze
Il Ginseng produce effetti di stimolazione centrale; si consiglia pertanto di assumere il prodotto al mattino e/o nel primo pomeriggio. In individui ipersensibili, specialmente in associazione ad altri stimolanti del sistema nervoso centrale e dell’apparato cardiovascolare (caffè, the, etc.), può causare agitazione e/o insonnia.
E’ sconsigliato l’uso del Ginseng in soggetti con ipertensione grave ed in pazienti con patologie cardiache in terapia con cardiotonici. Si sconsiglia l’uso nei bambini al di sotto dei 12 anni di età.
L’uso in gravidanza e durante l’allattamento, per mancanza di sufficiente documentazione, va effettuato solo in caso di effettiva necessità.
Si consiglia di non assumere Ginseng in modo continuativo, ma effettuando cicli periodici intervallati da una sospensione temporanea del trattamento.