La propoli è una resina che viene raccolta da alcuni alberi come la quercia, l’olmo, il pioppo e tanti altri e poi viene mischiata alle secrezioni delle ghiandole digestive delle api bottinatrici. Come il miele e la cera, dunque, anche la propoli è un prodotto del lavoro delle api. Nel periodo che va da agosto a ottobre, le api volano di pianta in pianta e prelevano dalle gemme una sostanza resinosa, ne fanno bottino e successivamente, la lavorano con una sostanza secreta dalle loro ghiandole trasformandola in propoli. La propoli serve per rivestire le pareti degli alveari, soprattutto della stanza in cui la regina depone le uova, in quanto si tratta di una sostanza isolante, protettiva che rende il loro giaciglio più resistente agli attacchi degli agenti atmosferici e dai predatori esterni. Gradualmente, l’uomo ha imparato a conoscere questa miracolosa resina, individuandone le maggiori proprietà e servendosene per prevenire e curare diversi disturbi e patologie. La propoli non è una recente scoperta, ma se ne trovano tracce del suo utilizzo fin dalle civiltà più antiche come quelle orientali, quella incas e gli antichi egizi che ne fecero il più largo uso.
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La propoli viene impiegata in diversi campi medici grazie alle sue innumerevoli proprietà. Tra quelle più note vi sono quella antibiotica, disinfettante, cicatrizzante, antimicotica e tante altre. Grazie a tutte queste proprietà la propoli è utilizzata per la cura delle infezioni al cavo orale, per problemi respiratori e digestivi e per il trattamento di problemi di pelle come prurito, bruciori o micosi. Questa resina è così largamente impiegata in diversi ambiti che è considerata davvero una sostanza miracolosa. Tuttavia, come ogni sostanza anche quelle più naturali possono portare a degli effetti collaterali soprattutto se utilizzate nella maniera sbagliata o esagerando nelle dosi giornaliere. Gli effetti collaterali legati alla propoli non sono legati soltanto a un’errata somministrazione, ma anche all’insorgere di allergie. Negli ultimi anni gli stati allergici sono sempre più diffusi e generalmente chi è allergico al polline e alle polveri deve verificare la possibile tolleranza alla propoli prima di farne uso. Ciò può avvenire attraverso delle prove speciali.
In generale, la propoli è una resina atossica che non produce di per sé importanti effetti collaterali, tuttavia nei soggetti allergici possono registrarsi delle reazioni negative per l’organismo. I soggetti che, generalmente, sono allergici ai pollini sono dei potenziali soggetti intolleranti alla propoli. Ciò può essere testato con dei test tossicologici che ne individuano la possibile intolleranza. Se si dovesse assumere propoli senza aver fatto alcun test e se se ne dovesse uscire intolleranti possono verificarsi alcuni effetti collaterali di diversa entità. L’organismo può riportare alcune conseguenze e alcuni sintomi che mostrano come sia stata introdotta una sostanza non tollerata. I primi segni di una reazione allergica alla popoli consistono in disturbi all’attività digestiva con episodi di dissenteria, secchezza della pelle e altre allergie cutanee. Tutti questi sintomi scompaiono immediatamente con la sospensione della terapia a base di propoli. Se non si ha il tempo materiale di effettuare dei test tossicologici per verificare l’effettiva intolleranza alla sostanza, si consiglia di assumerne dosi ridotte e verificare le reazioni dell’organismo. In questo modo può essere integrata gradualmente. Le donne in gravidanza devono fare particolare attenzione all’assunzione della propoli in quanto sono dei soggetti particolarmente delicati e sensibili. In realtà, i soggetti che presentano delle allergie e delle intolleranze alla propoli sono davvero molto rari. Questa resina, infatti, è una sostanza completamente naturale e ad altissima tollerabilità, non è tossica e viene generalmente tollerata dall’organismo anche ad alte quantità e a dosi abbondanti. Tuttavia, anche se in percentuale ridottissima, esistono dei soggetti che ne sono allergici e che possono mostrare segni di allergie e insofferenza dell’organismo. Basta, però, interrompere la somministrazione di propoli per non riportare alcuna conseguenza.
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