È una pianta originaria dell’Asia Minore, ma già da tempi immemori si è adattata alle temperature del bacino mediterraneo, sia in Europa che in Africa, tanto che ora la si può considerare facente parte della flora locale. Infatti la si ritrova sia inselvatichita che coltivata, dato l’ambio uso culinario che se ne fa delle foglie, dalla pianura sin ai primi tratti montagnosi.
È una pianta molto resistente, rustica, che cresce senza difficoltà sia in campo aperto che in vaso, sia che sia esposta in pieno sole, sia che sia posta all’ombra. Teme le correnti d’aria, ma non le zone arieggiate, e i ristagni idrici. Per questo il terreno migliore da utilizzare per piantare l’alloro è uno soffice, ben drenante, molto importante se si intende porre la pianta in vaso. Se si dovesse osservare che le foglie sono imbrunite, vuol dire che si sta innaffiando troppo o che sono presenti dei ristagni. Mentre se le foglie sono gialle e caduche, allora è il contrario: poca acqua o il terreno drena troppo velocemente.Per brevi periodi è capace di sopportare anche le temperature di qualche grado al di sotto dello zero. La propagazione avviene o per seme, che prima devono essere resi permeabili all’acqua e gas mediante piccoli graffi sul tegumento esterno, oppure per talea, che segue le comuni regole di questo tipo di trapianto. 250 semi di papavero Papaver somniferum Giganteum Fiore Prezzo: in offerta su Amazon a: 8,05€ |
La droga di questa pianta sono le foglie e le bacche. Il tempo balsamico per la raccolta delle oglie è luglio, mentre quello delle bacche è a fine estate, inizi autunno quando ormai sono diventate mature.
Tecniche di raccolta:La tecnica migliore, ma forse anche più costosa, è quella a mano dato che in questa maniera non si rovina né il raccolto né la pianta. Quella invece più veloce, prevede l’utilizzo di un macchinario che strappa tutta le foglie dal ramo senza particolari attenzioni.Proprietà - descrizione dei principi attivi:I principi attivi dell’alloro li si ritrovano nell’olio essenziale che si estrae principalmente dalle foglie, ma anche dalle bacche mature. Ben la metà dell’olio che si riesce ad estrarre è formato dall’ 1,8 cineolo. I restanti componenti sono l’alfa pinene, il linalolo, il terpinolo; questo per quanto riguarda la presenza degli alcoli, ma si ritrovano tracce anche di tannini, zuccheri, resine e mucillagini.Nota particolare riguarda la presenza di due molecole caratteristiche di questa pianta, il laurenobiolide e il costunolide, due lattoni sesquiterpenici.Le indicazioni d’uso dell’alloro vedono il suo principale utilizzo come antireumatico. Il suo oleolita, nell’uso esterno, risulta essere uno dei migliori prodotti che associano il potere intrinseco dell’olio con quello dei massaggi.
La presenza di cineolo e alfa pinene conferiscono alle foglie un potere balsamico di non lieve entità, molto apprezzato come alternativa alla canfora o all’eucaliptus. Un inconveniente dell’utilizzo come balsamico dell’alloro forse sta nel suo aroma, dato che può essere associato alle anguille arrosto. Infatti le foglie di alloro sono il classico condimento nella cottura di questo gustoso piatto.Affianco al potere balsamico, si esplica anche quello espettorante e carminativo, ovvero che elimina l’aria dallo stomaco e dall’intestino.Le foglie hanno poi anche un potere antisettico esterno, sulla pelle, ma anche delle mucose esterne, della bocca in modo particolare. Prodotti in commercioIn commercio si trovano facilmente le foglie intere o sminuzzate, usate non solo in cucina, ma anche per preparare infusi e decotti.Esistono anche estratti fluidi e olio essenziale. I primi usati per via interna, il secondo per massaggi o come stimolante energetico nei bagni e docce aromatiche.ControindicazioniNon eccedere nelle consumo.AvvertenzeTutte le piante “Laurus” sono velenose, quindi attenzione a non confondersi nella raccolta, soprattutto a non confonderlo con il lauroceraso, a cui assomiglia molto.
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