Agrimonia

Caratteristiche e origine della pianta

L’Agrimonia eupatoria L. appartiene alla famiglia delle Rosaceae è un’erbaccia perenne con un fusto cilindrico che può arrivare fino a 70 cm di altezza, provvisto di peli con radice rizomatosa strisciante.

Le foglie sono di un bel verde intenso sulla pagina superiore e grigiastre sulla pagina inferiore.

I fiori sono piccoli, gialli disposti in spighe terminali e fioriscono da giugno a settembre.

I frutti sono degli acheni conici.

L'Agrimonia è anche conosciuta come Erba vettonica, Eupatoria, Acromonia e Grimonia gli inglesi la chiamano Agrimony.

Romani e Greci la usavano per combattere patologie legate al fegato e come antiveleno, molti studiosi fanno risalire proprio a queste due civiltà l’etimologia del nome della pianta, dal greco Arghemon e chi dal latino Agri-moenia, ovvero difesa del campo, poiché vegeta molto bene nei campi, si aggiunge il termine Hepatorium, o la sua corruzione latina del greco Epatorion, da Epatitis e da Epar (fegato), per la sua azione principale su quest’organo.

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Coltivazione e raccolta

Della pianta si usano fiori, foglie, steli e frutti.

I principali componenti della droga sono: eupatorina, acidi organici (salicilico fino al 12%, nicotinico, ascorbico, citrico, malico, palmitico, stearico, oleico, cerilico, ursolico 1,5% nelle foglie), olio etereo, vit. K, vit. Bl, quercitrina, tannini sino al 5%, fitosterina, ferro.

In tutta la pianta, purché sia fresca, è stata trovata una sostanza amara che non si trova nella droga secca: l’agrimonolide.

L’Agrimonia è una pianta abbastanza diffusa in tutta Italia, specialmente nei luoghi aperti secchi e soleggiati, si trova nei boschi e pascoli sia nelle vicinanze del mare sia in collina o montagna.

Si può ritrovare in Europa, Africa settentrionale, meridionale e in Asia settentrionale.

Fiorisce in primavera sino all’autunno.

Le foglie devono esser raccolte prima o alla fioritura se interessa la parte aerea; se si decide di usare il prodotto essiccato questo deve esser fatto all'ombra o in locali asciutti o al calore (temperatura non superiore ai 40°), la pianta essiccata emana un gradevole odore d’albicocca.


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Proprietà e uso nella storia

I vari componenti che si trovano in questa pianta le conferiscono proprietà antinfiammatoria, astringente, cicatrizzante, diuretica, emostatica, analgesica.

L’Agrimonia è una pianta le cui usanze e prime testimonianze risalgono all’uomo preistorico, viste le notevoli caratteristiche, le più grandi civiltà che hanno scritto la nostra storia l’hanno utilizzata sia a scopo curativo sia alimentare, non sono mancati i Re o i medici che l’hanno utilizzata per riti magici sia come veleno sia per lenire le ferite di guerra.

Gli scritti ci permettono oggi di sapere che tra i tanti estimatori di questa pianta c’era Mitriade Eupatore re del Ponto (I-II sec.) a.c., il greco Dioscoride, Santa Ildegarda (sec. X) che la usava come rimedio contro febbre e amnesia o altre malattie mentali.

L’Agrimonia sembra esser stata usata sin dall’antichità, perché sono stati trovati grandi quantità di frutti in stazioni neolitiche, facendoci intuire già che in epoche preistoriche l’uomo riconobbe in questa pianta grandi qualità curative e alimentari.

I medici egizi ne usavano il succo, filtrato, per curare gli occhi contro l’eccessiva lacrimazione tant’è che in alcuni papiri è chiamata Lagrimonia, pianta che non fa lacrimare.

Le proprietà oftalmiche della pianta sono anche riportate in vari erbari.

Il botanico olandese Boerhaave del XVIII secolo, la prescriveva in gargarismi contro bronchiti e angine.

Nella tradizionale medicina popolare contadina fra la quale alcune credenze sono di origine Siciliana, riportavano l’utilizzo della pianta per i disturbi epatobiliari e per le affezioni della gola e della bocca.

Gli impacchi di foglie fresche erano usati per alleviare contusioni e distorsioni.

Dalla pianta intera raccolta durante la fioritura, si riusciva a estrarre una tintura di colore giallo oro, usata per la colorazione della lana è anche un ottimo rimedio nei confronti del veleno dei serpenti.


Agrimonia: Benefici e avvertenze

Cucina: in cucina non ha particolari impieghi, se non come infuso.

Congiuntiviti e dermopatie: era utilizzata come decongestionante, risolvente e sedativo in processi flogistici della congiuntiva, dell'orofaringe, oltre che in svariate dermopatie nelle quali manifestava anche un'azione antipruriginosa. Si può usare per fare degli impacchi per gli occhi.

Antinfiammatorio cicatrizzante, antisettico e analgesico: La presenza di triterpeni e tannini e di acido salicilico la rende adatta per uso esterno come antinfiammatorio, cicatrizzante grazie alla presenza di vit K, B e silice, antisettico e analgesico e per via interna come astringente in caso di faringotonsilliti, mal di gola (come collutorio in caso di affezioni alla bocca) e tosse, presenta inoltre azioni benefiche nelle gastroenteriti e nelle infiammazioni intestinali, espleta una buona azione nelle artriti e nelle periartriti e presenta anche benefici contro i calcoli renali.

Sedativa: possiede un’azione sedativa in caso di gastralgie o ulcera gastroduodenale e nelle stomatiti e cistiti.

Digestiva: le foglie svolgono un’azione benefica nel processo digestivo, facilita il bolo alimentare nei processi digestivi.

Antiallergica: presenta attività antiallergica non solo nelle forme orticarioidi ma anche nelle patologie, dove alla base è presente una condizione allergica o disreattiva, come le colecistopatie, le riniti allergiche, emicranie e alcune forme d’insonnia.

Antibatterica: gli estratti di agrimonia presentano un’azione inibente contro la proliferazione di alcuni virus, ma soprattutto del batterio della tubercolosi.

Alle foglie è stata riscontrata anche un’azione ipoglicemizzante.

Scrofolosi: ha proprietà benefiche contro la scrofolosi (infezione delle ghiandole linfoidi del collo) nei bambini.

L’Agrimonia pilosa ha mostrato in alcuni un potente effetto emostatico e gli estratti inibiscono ogni tipo di tumore, ma non la leucemia.

L’agrimonia può essere usata in tanti preparati e potenziare l’effetto di altre piante. Come ad esempio nella cura per i calcoli biliari, con rosmarino, tarassaco e achillea; con eucalipto, erisimo e lavanda contro la tracheite; contro il vomito con Achillea, rovo e mirtillo.

I prodotti in commercio sono diversi tra cui la tintura, che dovrebbe essere presa nella dose di 1-3 grammi al giorno.

Altri prodotti, con le opportune dosi, sono: lo sciroppo, sia di estratto fluido che sciroppo semplice, usato per lo più come antispastico.

Succo di foglie: 20-30 gr al dì, nel catarro intestinale, diarree, dissenterie.

Foglie triturate per la preparazione di infusi: 2-3 bicchieri al dì, con 1,5 gr di foglie, come regolatore della digestione.

Controindicazioni

Non si sono mai notati effetti collaterali sgradevoli e la tolleranza gastrica (anche per tempi prolungati) è sempre stata buona.


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