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È una pianta originaria dell'Europa Centrale, esattamente delle regioni montane, come nei Pirenei o i Balcani. In Italia, ovviamente crescerà sulle Alpi e lungo gli Appennini.
Cresce bene fino all’altitudine di 2100 metri, senza problemi particolari di tipo di terreno, anche se predilige quelli calcarei – silicei. Infatti cresce sia nei luoghi rocciosi, che in quelle erbosi come i prati aridi o i pascoli magri, lungo i sentieri e ai margini dei boschi.Le piante nate da seme, si trapiantano in aprile, in zone esposte al sole e come abbiamo detto preferibilmente su in terreno calcareo. Bisogna avere l’accortezza che il campo sia ben drenante in quanto i ristagni idrici o la troppa acqua rallenta e blocca il suo sviluppo.Parti utilizzateLe radici vengono raccolte ad agosto e settembre e, con esse, si preparano dei decotti, estratti fluidi o tintura.tecniche di raccoltaLa raccolta prevede l’estirpazione della pianta, per raccogliere le radici. È fondamentale fornirsi di spessi guanti per non venir punti in continuazione. Pure Sardinia - Raro Wild Mirto - Liquore di Sardegna Prezzo: in offerta su Amazon a: 34,88€ |
Si narra che i soldati di Carlo V siano stati curati dalla peste in Barbaria con l’uso di questa pianta, da cui il nome carlina, ma questo uso storico non si hanno le prove.
Poche le notizie sul suo utilizzo nel passato. Sappiamo che veniva coltivata dai monaci perché la ritenevano una pianta in grado di curare gli avvelenamenti.I Sassoni la ritenevano magica: riusciva a scacciare le malattie.Inoltre era utilizzata per trattare il dolore dentale, la scabbia, le vesciche e le piaghe (peraltro senza alcun successo)Principi attivi La radice è ricca di un polimero glucosidico molto dolce che però non causa gli stessi problemi che porta lo zucchero: è l’inulina.Sempre dall’apparato radicale si estrae ben il 1,5% di olio essenziale. Sembrerebbe una percentuale irrisoria, ma basti pensare che le percentuali di estrazioni degli oli essenziali si aggirano attorno allo 0,5 – 0,8. Quando si arriva all’1% ci si considera fortunati.Troviamo anche ossido di carlina, che le conferisce un’azione disinfettante, acido tannico, una gomma e tutta una serie di elementi quali potassio, calcio e magnesio.Stomachica
Essendo molto simile al cardo e al carciofo, anche la Carlina risulta essere una pianta stomachica, cioè che stimola la funzione digestiva. Particolarmente indicata nei casi di atonia gastrica e anoressia.ColereticaLa carlina agevola la produzione di bile e il suo rilascio da parte della cistifellea nell’intestino per una più facile digestione dei grassi. Questa azione coleretica deriva dal fatto di essere “parente” di altre due asteracee ben più potenti, il carciofo e il cardo mariano.Antibiotico – disinfettanteHa anche un effetto antimicrobico, tanto che può essere usata come disinfettante per le piccole ferite della pelle o usato come collutorio per la cavità orale (può aiutare nella scomparsa delle afte).DiureticoHa un potere depurativo che si esplica con un’azione diuretica, ripulendo allo stesso tempo sangue e tutto l’apparato urinario.CulinarioIl ricettacolo viene consumato in insalata, come i carciofi.Prodotti in commercioUna pianta che difficilmente si trova in erboristeria in quanto per le medesime azione e benefici, esistono piante più efficaci, come il carciofo e il cardo mariano.Si può comunque fare un infuso al 2,5-3% con un riposo di 30 minuti, o produrre una polvere da compresse o sospensione (come polvere non assumere più di 2 grammi).Sempre dalla radice si ricava la tintura (25-30 gocce per 3 volte al giorno).ControindicazioniIl decotto della sua radice può avere effetti lassativi, a causa di sostanza irritanti la mucosa intestinale.AvvertenzeA dosi elevate può provocare vomito e sintomi di intossicazione.
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