Cardo mariano

Caratteristiche della pianta

Il Silybum marianum L. Gaertner o Cardus marianus L. non è altro che il ben noto cardo mariano o cardo della Madonna.

Se il biancospino è definito come “la pianta del cuore”, non da meno si può definire il cardo mariano come “la pianta del fegato”. Infatti è una delle piante epatoprotettrici più efficaci, se non la più efficace in assoluto, e più utilizzate dalla fitoterapia moderna.

Appartiene alla famiglia delle Asteracee. È una pianta erbacea biennale, che può arrivare anche a 2 metri di altezza totale. Presenta una rosetta basale a foglie grandi, con margine dentato e la presenza di numerose piccole spine di colorazione biancastra. Hanno una colorazione verde intenso, sulla quale risaltano le nervature bianche che gli danno un aspetto reticolato, caratteristico del cardo mariano.

Una leggenda vuole che queste striature bianche rappresentino il latte che colò sulla pianta del cardo, mentre la Vergine Maria stava allattando il piccolo Gesù. Il latte si cosparse su tutta la foglia macchiando di bianco il suo precorso in ricordo di tale evento. Da qui il suo nome di cardo mariano.

Durante la crescita, dalla base si sviluppa un fusto eretto e robusto tanto che, come detto può arrivare ai 2 metri.

I fiori, dal viola tenue a quello inteso, raramente bianchi, tutti tubulosi ed ermafroditi, sono raccolti in grandi capolini, che hanno un involucro di squame fogliari, con quelle più esterne provviste di spina.

Frutti sono acheni appiattiti, lisci e nero brillanti. Sono provvisti di pappo piumoso bianco, che spesso viene asportato. Circostanza che avviene cosi spesso da dar l’impressione che ne siano sprovvisti.

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Coltivazione e origine

È una pianta diffusa lungo tutto il Mediterraneo, dal livello del mare fino alla zona submontana.

Predilige luoghi aridi e assolati, tanto che si ritrova con facilità nei pressi dei campi incolti o dei pascoli o ancora nei margini dei sentieri.

Quando la si coltiva, bisogna avere l’accortezza di posizionarla in modo tale che riceva i raggi diretti del sole e di annaffiare ogni 15-20 giorni, quando il terreno è rimasto asciutto per almeno qualche giorno.

Resiste bene al freddo, sopportando anche temperature prossime allo zero, però predilige climi miti – caldo.

Parti utilizzate

I frutti (acheni), ma anche le foglie.

tecniche di raccolta

In estate si raccolgono i capolini e si fanno essiccare. Dopo di che vengono battuti per poterne estrarne gli acheni singoli, che se non hanno già perso il pappo, vengono ulteriormente puliti da esso.


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Proprietà e uso nella storia

Si hanno tracce del suo uso già nel primo secolo dopo Cristo. Duemila anni fa il Cardo veniva usato per curare le malattie del fegato e anche oggi, questa pianta viene principalmente utilizzata per lo stesso motivo.

Nel secolo XVII, si reputava il cardo mariano capace di guarire febbri, di favorire la minzione (diuretico), far venire le mestruazioni (emmenagogo) e galattagogo.

Principi attivi

Gli acheni sono ricchi di acidi grassi, tra cui il linoleico, l’oleico, l’arachidonico e il palmitico; questi però possono essere eliminati con un processo di delipidizzazione che non compromette l’efficacia degli altri composti.

I composti principali sono tre flavonoidi, assimilabili ai lignani: la silibina, silidianina e silicristina, che durante i primi studi fitochimici non furono individuate come tre singole molecole, ma come una sola, chiamata silimarina. Termine ancora oggi in uso per indicare il principio attivo, ma con la consapevolezza che sono tre composti.

Altre sostanze presenti sono la quercetina, la taxifolina e l’alcool deidroconiferilico. Acido tannico, istamina e amido.


Benefici

Abbiamo definito il cardo mariano come la pianta del fegato, per i suoi numerosi e potenti benefici sul fegato. Infatti definirla solamente drenante epatico e colagogo sembra riduttivo.

Epato-protettore

È usata per il trattamento di tutte le epatopatie: da quelle alcoliche a quelle tossiche, dalla cirrosi all’epatite e all’itterizia, infiammazioni croniche e infiltrazioni grasse.

Questo perché il suo principio attivo, la silimarina riesce ad attuare un’azione rigeneratrice a carico delle cellule epatiche e renderle più resistenti agli agenti epatotossici, agendo come protettrice della membrana epatica, catturando i radicali liberi responsabili degli eventuali danni.

Formidabile è l’azione di protezione del fegato che ha contro alcuni farmaci di sintesi come l’acido acetilsalicilico (aspirina) o il paracetamolo.

Ipocolesterolemizzante

Riduce e normalizza il livello delle transaminasi, dei lipidi e del colesterolo.

Emmenagogo

È capace di stimolare il flusso mestruale, sia in casi di amenorrea che dismenorrea, ma anche dopo l’interruzione per cause naturali come il parto.

Galattogogo

Riesce a stimolare il flusso e la secrezione del latte sia durante la gravidanza che dopo il parto, aiutando cosi chi ha problemi di ipogalattia.

Colagogo

Le foglie, invece, hanno solo una blanda azione tonica cologoga e stimolatrice gastrica.

Liquoristica

Per le sue proprietà e il sapore amarognolo è inserito nelle ricette di alcuni liquori alle erbe.

Cosmetica

In cosmesi, si utilizza per la preparazione di creme antietà e contro eritemi e scottature.


Cardo mariano: Prodotti in commercio ed avvertenze

Prodotti in commercio

Comunemente si trova in capsule, che sono state riempite o con estratto secco o con la polvere di cardo mariano, ma anche compresse e bustine per le tisane (mentre non si usa il solo infuso).

Non è raro trovare anche boccette con il solo estratto liquido, che vanno conservate ben chiuse e al riparo della luce.

Non sono rare nemmeno le compresse o le capsule contenti solamente gli estratti attivi di cardo. Queste preparazioni però richiedono una più elaborata preparazione (praticamente di livello industriale) poiché bisogna avvalersi di strumenti di estrazione dei principi attivi.

A volte si trovano anche confezioni per i decotti.

Controindicazioni

Evitare il consumo in caso di ostruzione delle vie biliari, ovvero in presenza di calcoli.

Avvertenze

Ad alte dosi può indurre un leggero effetto lassativo.



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