Cassia mimosoides

Caratteristiche della pianta

In nome Cassia nomame non è altro che la contrazione di Cassia mimosoides L. varietà nomame.

Anche conosciuta come makino, kawara-ketumei, ha-ma, japanese tea bush o senna sensibile.

Da non chiamare semplicemente Cassia, poiché in Europa con questo nome ci si riferisce alla Cassia angustifoglia, che fa parte dello stesso genere, ma ha proprietà fitoterapiche totalmente diverse.

Siccome è una piante di recente interesse, si sta ancora studiando sia dal punto di vista fitoterapico e fitologico. Della Cassia mimosoides ne esistono ben 7 varietà, ma non si è sicuri se si tratta di modificazioni dovute a fattori climatici e ambientali o ad una vera e propria modificazione genetica spontanea, con la creazione di nuova specie o sub-specie.

La Cassia è una leguminosa spontanea, annuale, suffrutice, ma se le condizioni sono ideali lignifica il suo caule ancora di più e diventando perenne. In tal caso può arrivare a misurare il metro e mezzo di altezza.

Il fusto di solito è pubescente con brevi peli ricurvi, più o meno densamente rivestito.

Le foglie sono lineari o lineari-oblunghe, posizionate più o meno a lati paralleli. Presentano una ghiandola in prossimità del picciolo o tra il paio di foglioline più basse. Nel rachide ghiandolare, seghettato o crenato, sono inserite delle foglioline sessili, in coppie, da 16 a 80 di numero, dalla forma allungata o oblunga-ellittica.

Il frutto è ovviamente un legume allungato o ellissoidale, uniloculare, liberamente deiscente, sporgente dal calice. Internamente presenta dei setti a separare tra di loro i semi.

Semi sono bruni, più o meno romboidali.

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Coltivazione e origine

Cresce spontanea nelle radure nelle foreste, o ai suoi margini, nelle praterie boschive, nelle radure adibite a pascolo o nei terreni coltivati, addirittura tra i rifiuti abbandonati in aperta campagna. Lungo i laghi, le coste o i fiumi sabbiosi. Il suo clima ideale deve essere umido, tipico della foresta subtropicale.

In Sudan, però, è comune nei terreni sabbiosi e nel Queensland, in Australia, può essere uno dei legumi più abbondanti sulle black earths (terre nere) del Darling Downs.

Come diffusione è piuttosto limitata se si considera la singola sottospecie. Mentre se si esamina come pianta nella sua totalità, allora riusciamo a rintracciarla nelle Mauritius e Seychelles, in tutta l’Africa orientale (Kenia, Mozambico, Namibia ecc), in alcune zone di Nigeria, Costa d’Avorio e Mali. Segue poi in India e perfino in Australia.

In Europa non sono state ancora affrontate le sfide di coltivazione, mentre nei paesi di origine si preferisce andare a raccoglierla allo stato spontaneo, visto che è abbondante, piuttosto che “sprecare” della terra alla sua coltivazione (si preferisce coltivare vegetali per il sostentamento, dato che per lo più sono paesi del cosiddetto terzo mondo).

Parti utilizzate

Le parti aeree della pianta, raccolte in autunno e lasciate essiccare.

Le radici, anch’esse raccolte in autunno.

Tecniche di raccolta

Probabilmente non è stata messa in pratica alcuna tecnica di raccolta meccanizzata, visto lo scarso interesse suscitato da questa pianta negli anni passati. Si suppone quindi che la sua raccolta avvenisse, e avvenga tutt’ora, semplicemente a mano.


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Proprietà e uso nella storia

Purtroppo in Europa non si hanno notizie certe del suo uso in passato. E' comunque risaputo di un suo uso nella medicina tradizionale orientale.

Principi attivi

Il complesso fitoterapico è ancora in fase di studio, sebbene fino ad ora si sono isolati diversi composti con accertata azione lipasica. Tra i più interessanti vi sono dei dimeri flavanici, la (2S)-3'-4'-7'-triidrossiflavan-(4 alfa)-8-catechina, per i più interessati alla chimica organica; isolati anche la luteolina, delle catechine e dei polifenoli, che sebbene non abbiano azione diretta sulle cellule grasse, rendono più potente il fitocomplesso totale rispetto al singolo principio attivo.

Il dimero sopracitato sembra essere il responsabile dell’azione inibitoria della lipolisi enzimatica, ma non si esclude che nel fitocomplesso ci sia qualche altro componente che coadiuvi questa azione lipolitica.


Benefici

Dimagrante

I risultati clinici hanno dimostrato che la Cassia mimosoides ha un potente effetto inibitorio sulla lipasi pancreatica. Ovvero riesce a bloccare questo enzima, deputato alla scissione dei grassi, che come tali non posso essere assorbiti dall’organismo; facendo questo ne impedisce la loro assimilazione, o meglio ne limita l’assorbimento fino al 30% del loro totale.

È quindi molto utile come fattore limitante nelle diete per il controllo del peso o soprappeso e anche nelle alterazione del quadro lipidico.

Epato-protettore

La sua azione pare sia ben più profonda, infatti sono stati osservati anche evidenti effetti positivi sulla steatosi epatica e sugli accumuli di grassi nel fegato, reni e cuore. Inibisce la produzione di fibre di collagene e dona protezione contro la dimetilnitrosamina, uno dei più pericolosi agenti chimici cancerosi, che si trovano nei gas di scarico dei motori diesel, nei cibi affumicati e salati, nel pesce fresco (è l’alimento in cui più facilmente si trovano) e nel fumo di sigaretta, per citarne alcuni.

Ipocolesterimizzante

Anche i livelli ematici di trigliceridi ed di colesterolo totale sono stati fortemente ridotti.

Antidiarroica

In fase di conferma, l’azione astringente delle radici, sfruttate come rimedio contro la dissenteria.


Cassia mimosoides: Prodotti in commercio ed avvertenze

Prodotti in commercio

In commercio si trovano molti prodotti con questa pianta, ma sono piuttosto costosi. La loro composizione, per aver effetto deve contenere almeno 200 mg di estratto secco, che ad oggi si è deciso di standardizzare al 8% di principio attivo, per due volte al giorno.

Controindicazioni

Non sono stati riscontrati effetti tossici, né sono riportati effetti collaterali significativi.

Avvertenze

Gli effetti e i componenti di questa pianta sono ancora sotto studio, utilizzarla con molta cautela e prima rivolgersi sempre al proprio medico o erborista di fiducia.

Da segnalare la possibile interferenza con l'assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K), a causa del blocco delle lipasi.

Si consiglia di non assumerla durante la gravidanza e l'allattamento.



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