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Il corniolo è un albero originario dell’Europa, dal Portogallo fin quasi alla Russia. In altri continenti si è talmente adattato alle condizioni locali che con il tempo ha dato origine ad altre vere e proprie specie (in America Cornus florida, in Asia Cornus kous, in Canada Cornus canadensis).
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Il suo caratteristico frutto commestibile sembra essere conosciuto fin dal Neolitico. Infatti sono stati ritrovati alcuni semi in dei resti di pietanze, che il carbonio 14 ha datato a circa 7000 anni fa.
La dote di essere commestibile non si è persa nei secoli: anche romani e greci si cibavano tranquillamente del frutto; usanza che sembra non essersi interrotta fino al 1800. Da allora il corniolo come pianta da frutto è stata soppiantata dal corniolo come pianta ornamentale e si è perduto l’uso alimentare, tranne che in Ucraina, dove ancora oggi rimane un frutto quotidiano.La mitologia riporta che è un albero legato ad Ulisse, il quale fece costruire il cavallo di Troia, con questo albero, che cresceva abbondante nei dintorni di Ilo. Non solo, quando approdò sull’isola della maga Circe, questa nutri i compagni di Ulisse trasformati in porci con i suoi frutti.La cavalleria e la fanteria greca, gli opliti per la precisione, utilizzavano delle lance di due metri molto simili tra di loro, fatte di corniolo: rispettivamente lo xyston e il doru.Per gli antichi romani era un albero molto speciale: fu infatti di corniolo il giavellotto che Romolo lanciò nel Palatino per prenderne possesso (dal quale poi si dice nacque un albero venerato per secoli dai romani stessi). Da questo mito, i romani tendenzialmente costruivano le picche e i giavellotti con il legno di corniolo. In modo particolare i Bellonari, sacerdoti della dea Bellona, la Contesa Furente, lanciavano il bastone per dichiarare guerra.I contadini, invece, fruttavano la durezza del legno per i loro attrezzi o parti di essi. Usavano anche per fabbricare le ruote dei carri.Principi attiviLa polpa del frutto è ricchissima in sali minerali, quali potassio, calcio, sodio, ferro, manganese, zinco e rame. Tutta questa varietà e l’abbondanza (si è rilevato che la concentrazione del potassio è oltre 10 volte maggiore di quella contenuta in altri frutti a simile contenuto, 323 mg/L contro 14-77 mg/L) ne fanno uno degli integratori minerali naturali primari. C’è da aggiungere che discorso inverso bisogna farlo per il rame, che è presente a concentrazioni decisamente più inferiori che negli altri succhi.Altri costituenti del frutto sono antociani, mucillagini, glucosio, acido malico, acido citrico, glicossalico e coloranti.La corteccia, invece, contiene la cortina, una sostanza amara cristallizzabile, tannini, pectina, malato di calcio.Antidiarroico – astringente
Sia i frutti che la corteccia del Cornus mas hanno il potere di contrastare gli effetti delle enteriti, grazie all’azione astringente dei tannini. Si possono sfruttare sia i decotti che gli infusi, ma anche semplicemente mangiare i frutti maturi, che quando sono maturi e dolci sono particolarmente indicati per i bambini.RimineralizzanteL’abbondante quantità di sali minerali presenti nella polpa dei frutti, fa si che possa essere utilizzato come integratore naturale. Il suo succo con un poco di acqua e addolcito con dello zucchero o del miele può essere servito fresco come dissetante bevanda estiva, reintegrando cosi i sali persi con la sudorazione. Prodotti in commercioIn commercio si possono trovare pezzetti di corteccia da utilizzare per i decotti e gli infusi. La polvere sfusa è inusuale, ma entra nella composizione di capsule o compresse a base di erbe antidiarroiche.Boccette di estratti fluidi e di tinture sono comuni sugli scafali di una buona erboristeria.I frutti vengono sfruttati per fare degli sciroppi o succhi. A volte per i decotti.L’utilizzo casalingo, invece, vede l’impiego dei frutti per fare le marmellate e le gelatine. Oppure nel conservarle sotto spirito come si fa per le ciliegie oppure in salamoia, con o senza altri odori, come per le olive.ControindicazioniNon interferisce con altri farmaci.AvvertenzeTener conto del potere astringente di questa pianta se si assumono i frutti come semplice cibo e contemporaneamente si prendono preparati astringenti.
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