Echinacea

Caratteristiche della pianta

L’Echinacea angustifolia entra a far parte del gruppo d’elite della fitoterapia per la sua straordinaria attività biologica nei confronti degli agenti patogeni batterici e virali.

Nel genere Echinacea, sembra che anche l’Echinacea purpurea abbia le stesse caratteristiche terapiche della “sorella” più sfruttata, nonostante non presenti gli stessi composti chimici (è assente l’echinacoside antibatterico) e sia considerata come sofisticazione della angustifolia.

Echinacea è una pianta erbacea perenne, che fa parte della famiglia delle composite. Il fusto è cavo alla base e si assottiglia sempre più verso l’alto, raggiungendo un’altezza media di 1 metro.

Le foglie sono alterne, ellittico – lanceolate, molto allungate, con margine intero e tre nervature salienti. Quelle inferiori presentano un lungo picciolo.

I fiori sono portati da dei grandi capolini appariscenti sia per colore che per forma. Sono solitari e terminali, con un ricettacolo visibilmente conico e spinoso. I fiori veri e propri sono ligulati (sembrano petali) e periferici, di un coloro rosso porpora o rosacei; con la caratteristica di essere ripiegati verso il basso . Quelli interni, tubulosi, sono meno evidenti, ma spiccano nell’insieme perché sembrano slanciarsi verso l’alto (grazie alla forma del ricettacolo in cui sono inseriti).

La radice è fusiforme, fittonante e di colore bruno. Riesce ad entrare in profondità nel terreno ed assorbire meglio le sostanze attraverso le numerose radichette che ricoprono la struttura principale e si sovrappongono parzialmente tra di loro. Man mano che si sviluppa prende la forma di un cilindro irregolare sul quale si possono evidenziare caratteristiche cicatrici a forma di “V”. Il sapore è dolce in primo momento, per poi virare all’agro-dolce e lascia una sensazione di formicolio in bocca; ha odore aromatico appena percettibile.

I frutti sono degli acheni quadrangolari, ciascuna sezione contenente un seme.

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Origine e coltivazione

L’Echinacea è originaria delle zone temperate del nord americana: tra gli Appalachi e le Rocky Mountains. In Europa è acclimatata e si può trovare allo stato spontaneo perché scappata dalla coltivazioni, che non so numerose. Per questo la maggior parte della droga è importata dal suo paese di origine.

Predilige i terreni fertili come quelli delle praterie, ma riesce a sopravvivere anche in terreni sabbiosi se posti in prossimità di fiumi o laghi, poiché la radice fittonante e alle radichette, riescono ad assorbire grandi quantità d’acqua, sopperendo cos’ all’alto drenaggio della sabbia.

La propagazione avviene per seme o per divisione di cesti.

Nel primo caso sarà meglio seminare ad aprile/marzo in semenzaio a temperatura controllata per facilitare la germinazione, che avviene dopo soli 12 giorni. Se non si ha la possibilità di utilizzare bancali riscaldati, allora la semina è preferibile effettuarla in ottobre; le piantine spunteranno nel marzo successivo. La messa a dimora va effettuata in ad inizio maggio. La bassa terminabilità dei semi, in aggiunta al loro costo particolarmente alto, sconsigliano la semina diretta in campo.

La moltiplicazione per cespi invece si effettua a fine inverno utilizzando piante di almeno 3 anni, quando la crescita della pianta ormai si è completata.

Subito dopo il taglio eseguito con un paio di cesoie, si deve porre a dimora.

Mentre non ci sono cure speciali da prestare per quanto riguarda le infestanti, un’attenzione particolare bisogna averla verso le lumache, talmente ghiotte che posso rovinare il raccolto.

Parti utilizzate

La droga principale è la radice, liberata dalle radichette, ma talvolta si utilizzano anche le parti aeree, ovvero i capolini.

Tecniche di raccolta

L’estrazione delle radici del 3 anno ben formate dal terreno si esegue nei mesi

autunnali/invernali con l’aiuto di un aratro scava radici


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Proprietà e uso nella storia

È una pianta della medicina tradizionale delle popolazioni indiane che la sfruttavano nella cicatrizzazione e per curare i morsi dei serpenti.

A metà del 700, l’echinacea era utilizzata per curare le piaghe da sella causate sia ai cavalli sia alle gambe dei cavalieri.

A cavallo tra l’800 e il ‘900, era la pianta più sfruttata negli Stati Uniti, ma a partire dagli anni ’10 ci fu una campagna denigratoria nei confronti delle sue proprietà, che cadde in disgrazia fino ai giorni nostra, quando la scienza moderna ha potuto verificare la sua effettiva efficacia.

Principi attivi (descrizione dei componenti)

L’Echinacea è l’esempio pratico di come la sinergica azione del fitocomplesso è responsabile dell’azione migliore rispetto al singolo componente. Infatti è indiscutibile il suo potere fitoterapico, anche a livello sperimentale, ma gli studiosi non sono riusciti ad identificare con precisione il responsabile di queste prestazioni. L’imputato numero uno è l’echinacoside, ma non tutti sono concordi, anche per il fatto che l’echinacea ha talmente tanti componenti, non tutti ancora ben identificati, che è facile potersi sbagliare.

Tra le molecole identificate, ci sono composti polifenolici derivati dall’acido caffeico, come il caratteristico echinacoside a probabile azione immunostimolante, al quale si affiancano il clorogenico e il cicorico.

L’attività fitoterapica, oltre che all’insieme totale dei componenti, è concentrata soprattutto sull’olio essenziale che contiene composti poliacetilenici, isobutilammidi: l’echinnaceina e l’echinacina.

Essendo la droga usata la radice, sono presenti anche polisaccaridi di diversa natura, fitosteroli, inulina acidi grassi (linoleico e palmitico)e resina.


Echinacea: Benefici e avvertenze

Battericida

L’Echinacea ha un potere antibiotico che antivirale, soprattutto su quei ceppi che colpiscono l’apparato respiratorio, grazie ad una azione che blocca l’enzima jaluronidasi. Non a caso è la pianta per eccellenza che viene consigliata in caso di raffreddori, in associazione con la vitamina C e/o con farmaci specifici per quella determinata sintomatologia.

Immunostimolante – adattogena

Non solo combatte le aggressioni già in atto da parte di batteri e virus, ma se assunta ai primi sintomi, è anche capace di prevenire un loro proliferare nell’organismo, grazie ad una azione immunostimolante, cioè con un aumento delle difese immunitarie, limitando o impedendo lo sviluppo del raffreddore.

Agisce anche contrastando foruncoli e acne batterica.

Cicatrizzante

La radice ha assodate qualità vulnerarie, cicatrizzanti su ferite, ulcere ed emorroidi.

Prodotti in commercio

È una pianta che si presta alla fabbricazione di qualsiasi tipo di preparazione. Dalle compresse alle tinture, passando dalle tisane ed infusi.

Controindicazioni

Nessuna

Avvertenze

A volte vengono fatte delle sofisticazioni inserendo Parthenium integrifolium, o altri tipi di echinacea (se non esplicitamente dichiarata la loro presenza).

Possibile potenziamento di antibiotici e antivirali: consultare il medico in caso di terapie di questo tipo.



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