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La sua origine si perde tra i boschi di latifoglie dell’Europa e dell’Asia, in un sottobosco umido. Ora però è diffusa sia in Europa e Asia, che Africa settentrionale e America.
È una pianta diffusa un po’ in tutti gli habitat: campi, margini dei boschi, siepi, e ovviamente anche nei dintorni dei centri abitati. Come altitudine riesce ad arrivare fino alle zone montane inferiori (1600 metri).La coltivazione intensiva di questa pianta non è presente in Europa occidentale (probabile in qualche paese dell’est).La cariofillata non abbisogna di grandi attenzioni. In inverno si può benissimo non innaffiarla: la pioggia le è più che sufficiente. Inoltre non teme le gelate. Il substrato basico e fertile spinge ad uno sviluppo migliore. La posizione soleggiata è la più indicata.La riproduzione per seme va iniziata a marzo in semenzaio, per poi mettere a dimora a maggio. All’inizio della primavera invece si può effettuare quella per divisione dei cespi. Parti utilizzate Si utilizza il rizoma che va raccolto tra aprile e maggio. Una volta raccolto va essiccato in luogo caldo e secco, non a diretto contatto con i raggi del sole, né nel forno. Va poi confezionato in contenitori ermetici e la sua conservazione non deve superare l’anno, poiché ha principi attivi che tendono a degradarsi e perdere la loro efficacia.Tecniche di raccoltaLa raccolta può avvenire con un erpice trainato dal trattore per i campi coltivati (cosa rara) oppure con una vanga o una piccozza per la raccolta dei rizomi selvatici.Il suo nome di erba benedetta fa intuire quale possa essere stato l’uso che nei tempi oscuri si faceva di questa pianta. Era infatti usata per allontanare gli spiriti maligni e bestie velenose; era una sorta di talismano e non di rado era indossato come amuleto.
In uno scritto del tardo ‘400 si legge: “Dov'è la radice è in casa, Satana non può fare nulla e vola via da esso, perché è benedetto prima di tutte le altre erbe, e se un uomo porta la radice su di lui nessuna bestia velenosa può fargli del male”.Principi attivi Tra i principali costituenti troviamo una gran quantità di tannini, circa il 28%, responsabili dell’azione antidiarroica. Alcuni acidi organici come l’acido gallico, l’ellagico, il caffeico e il clorogenico.Nonostante l’amarezza dei tannini, si trovano anche molti glucidi, come saccarosio, glucosio, fruttosio e il meno noto vicianosio. Caratteristico l’eteroside geina, formata dall’unione dell’eugenolo (aglicone) con il vicianosio (glucide), che però viene idrolizzata in fase di essiccazione nei due suoi componenti.È presente uno0,3% di olio essenziale con molto eugenolo.Infine diversi monoterpeni ossigenati, come il cis-mirtenale, il trans-mirtenale e il trans-mirtanolo, completano la lista dei composti.Antidiarroica
Utilizzo esclusivo della medicina popolare, la proprietà antiadiarroica, astringente è espletata dalla grande concentrazione di tannini presenti nel rizoma. Sfruttato sia internamente contro le diarree croniche e gastroenteriti, che esternamente con i gargarismi per il cavo orogaringeo.Antiacido – eupeptico – stomachicoGrazie all’amarezza infusa dai tannini, l’erba benedetta stimola l’appetito nei casi di anoressia o atonia gastrica. Inoltre aiuta lo stomaco ad una migliore digestione e a regolare il rilascio dell’acido gastrico nei casi di gastrite. AntiacneicaL'infuso viene utilizzato anche in alcune affezioni della pelle. Quando viene usato come lavaggio, rimuove macchie, punti neri e brufoli dal viso. Prodotti in commercioIn commercio si trovano i rizomi essiccati, sotto forma o di polvere o sminuzzata, per la preparazione di tisane, infusi e decotti.Sono presenti anche delle tinture ed estratti secchi.ControindicazioniNon ci sono controindicazioni nelle entro dosi consigliate.AvvertenzeA volte vengono mescolati rizomi di cariofillata acquatica (Geum rivale), anche se nella medicina popolare vengono impiegati in maniera analoga.
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