Genziana - Gentiana lutea

Caratteristiche della pianta

Gentiana lutea L., nota con il nome di genziana maggiore o genziana gialla è una delle piante più conosciute e utilizzate in ambito erboristico, nonché liquoristico per le sue ben note proprietà amaro toniche. Però è anche una pianta protetta, la cui raccolta dello spontaneo è proibita.

Il nome deriva da Gentius, un re dell’Illiria che fu il primo a scoprirne gli usi medicinali.

I nomi volgari sono quasi tutti assonanti alla parola genziana, ad eccezione di erva biunnina.

La genziana è una pianta erbacea perenne, senza peli, con un caule cilindrico e fistoloso.

Le foglie basali sono differenti da quelle cauline. Le prime sono grandi, ellittiche e si restringono all’approssimarsi del picciolo. Le seconde invece si rimpiccioliscono dal basso verso l’alto, sono lanceolate, sessili e cosa molto importante opposte. Questa disposizione è una differenza fondamentale per non confonderla con il veratro, Vetratum album L., che ha foglie alterne ed è una pianta velenosa che allo stato spontaneo cresce nelle vicinanze della genziana poiché sfruttano le stesse condizioni ambientali.

I fiori sono di color giallo-oro, grandi e raccolti in grosse pannocchie all’ascella delle foglie superiori. Presentano una corolla con petali da cinque a nove con lobi lanceolati, acuti e saldati alla base, tali da farla definire stellata.

La fioritura avviene nei mesi più caldi, luglio e agosto.

La radice, grossa, cilindrica e carnosa, presenta esternamente degli anelli e una colorazione giallastra, che vira al rosso-bruno quando viene seccata. Al contrario la parte spugnosa interna è bianca quando è fresca, gialla quando viene essiccata. Ha un odore intenso e caratteristico, che può piacere o meno. Il sapore, anch’esso tipico, è prima dolciastro per poi cambiare rapidamente in un amaro persistente e intenso.

Bisogna controllare bene la radice perché attraverso questa si riconosce un’altra differenza con il veratro. La radice del veratro è esternamente nera e internamente bianca (e tale rimane dopo il taglio); sapore leggermente amaro e bruciante.

Il frutto è un capsula uniloculare, ovoidale e acuminata con un stigma bifido in cima. Contiene dei semi compressi e ovali.

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Coltivazione e origine

È una specie che cresce nelle regioni subalpine, ma anche nelle montagne dell’Europa centro-meridionale e dell’Asia, a medie altitudini, tra i 1000 e 2500 metri, ma non di rado la si può trovare al di sotto dei mille metri.

Parti utilizzate

La droga della pianta sono le radici, iscritti nella farmacopea ufficiale ed. IX. Vengono raccolte sia in primavera che in autunno da piante già adulte.

Tecniche di raccolta

Premettendo che la raccolta dello spontaneo è proibita per legge, ma non la sua coltivazione per scopi industriali, la maniera più pratica è quella di utilizzare una vanga o un aratro per rimestare il terreno e portare in superficie le radici. Dopo la raccolta, si pulisce la pianta da tutte le parti inutili come fusto, foglie e fiori, ma anche dalle radici secondari. Si mantiene solo la parte grossa e carnosa.

Dopodichè si taglia a pezzi, generalmente rotondi, e si fanno prima asciugare, poi seccare.


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Proprietà e uso nella storia

Da sempre gli si attribuiscono poteri magici e infiniti poteri di guarigione su tutte le malattie.

Nel 1500 era considerata la cura contro la peste perché una leggenda narrava del re Ladislao di Bulgaria chiedendo a Dio la cura contro la peste che imperversava tra i suoi sudditi, ottenne che la prima pianta colpita da una sua freccia scoccata verso l’alto, sarebbe stato il rimedio contro la pestilenza.

A cavallo del 1700 e 1800, invece per usata contro i morsi dei cani rabbiosi e per la cura delle febbri indotte da qualunque malattia.

descrizione dei componenti:

Oltre ai pigmenti gialli che colorano la radice, la gentisina e l’isogentisina (flavonoidi), nella genziana si trovano anche diversi zuccheri responsabili del sapore dolciastro dei primi istanti: arabinosio, maltosio, destrosio e zuccheri specifici della pianta, il genzianosio e il genziobiosio.

Poi prevale il sapore delle numerose molecole amare: genziopicrina, amarogenzina, genziina o genzioside, genziamarina.

Troviamo anche un alcaloide specifico, la genzianina.

In minima percentuale viene anche estratto dell’olio essenziale di complessa composizione.

Una anomala caratteristica è che nella radice manca la presenza dell’amido.


Genziana: Benefici e avvertenze

Effetti e proprietà

Tonico stomachico

La genziana è una delle piante d’elite per quanto riguarda la funzione tonica – digestiva. Grazia ai suoi principi amari è capaci di stimolare non solo la secrezione gastrica, ma anche quella salivare, che come si sa è il primo passo della digestione. Ideale per digestioni pesanti, inappetenza e atonia gastrica.

Vermifuga

La presenza di cosi tante sostanze amare, oltre che dell’alcaloide (concentrazioni non tossiche), non sono gradite ad ospiti indesiderati del corpo umano, quali i vermi parassiti, che tendono a staccarsi ed essere espulsi nelle feci. Pur avendo azione vermifuga accertata, è d’obbligo il consulto con il medico nei casi di presenza di vermi.

Liquoristica

Il potere digestivo e il gusto amaro della genziana vengono sfruttati anche dall’industria dei liquori che la inseriscono nelle loro ricette per creare degli alcolici post pranzo. Il solo liquore di genziana è invece più da produzione casalinga.

Prodotti in commercio

La radice genziana si trova spesso sotto forma di polvere, che viene inserita nelle capsule, meno sfruttata invece è la forma di compresse.

Notevole è anche la produzione nella forma di estratto, che è pure iscritta nella F.U. IX, e tintura.

Esistono anche le tisane di sola radice di genziana, che invece risulta essere più sfruttata per la creazione di miscele amaro – digestive, per esempio assieme all’assenzio, centaurea, cannella o altri tipi di genziana.

Controindicazioni

Evitare in casi di ulcere gastriche e fenomeni emorragici duodenali.

Non sono note interazioni farmacologiche.

Avvertenze

In alcuni soggetti possono comparire cefalee.



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