Muira puama

Caratteristiche della pianta

La muira puama è tra le poche piante fortunate che entrano a far parte di diritto nel ristretto “club” dei vegetali afrodisiaci. Tutte queste piante, pur appartenendo a Generi e Famiglie diverse, sono accomunate dal fatto che crescono in luoghi poco accessibili e paesi solitamente esotici. In questo caso, la terra d’elezione è il Brasile, esattamente le zone che lambiscono la foresta Amazzonica.

Botanicamente è conosciuta con diversi binomi, ma per la gente comune è semplicemente conosciuta come muira puama, oppure nella sua versione contratta di marapuama.

Come abbiamo detto, questa pianta ha più di un binomio botanico poiché, facendo parte del Nuovo Mondo, i botanici facevano a gara per classificare le nuove specie e spesso avveniva che la scoperta e quindi la denominazione della nuova specie avvenisse in contemporanea.

Questi nomi sono Ptychopetalum olacoides, quello che ora è accettato come nome ufficiale, Acanthea virilis Benth., Liriosma ovata. Mentre quello che spesso si ritrova come suo sinonimo, Ptychopetalum uncinatum, si riferisce ad un’altra specie molto simile e con stesse proprietà, ma è stata definitivamente esclusa come muira puama. Il suo nome comune deriva dalla lingua indigena delle tribù amazzoniche, che significa “legno della potenza”, alludendo ovviamente alle sue proprietà.

Il Ptychopetalum placoide, appartenente alla Famiglia delle Oleacacee, la stessa dell’olivo, è una pianta arbustiva, che in determinate condizioni riesce a svilupparsi come alberello. Con i suoi rami può arrivare ad un’altezza variabile tra i 3 e i 4 metri; raramente raggiunge i 5.

Le foglie hanno un breve picciolo, una nervatura centrale particolarmente evidente, ed una doppia colorazione: verde chiaro nella lamina superiore, mentre è verde scuro, tendente al marroncino nella parte inferiore. La loro forma è ovale – lanceolata, con lunghezza di circa 7 centimetri e una larghezza di 5 a margine intero.

I fiori crescono in piccole infiorescenze ascellari, formate da 4-6 singoli elementi ciascuna.

La colorazione bianco candido, la forma, nonché il penetrante odore aromatico ricordano in modo molto vicino quello dei fiori di gelsomino.

La radice è particolarmente dura e fibrosa, di colorazione marrone chiaro; ha un odore e un sapore amaro, tanto per bisogna aggiunge parecchio dolcificante per poterne bere la tisana.

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Coltivazione e origine

Originaria del Brasile, nelle zone a nord-nord est, questa pianta, seppur con molto mercato data la sua azione afrodisiaca, rimane coltivata limitatamente a questa nazione. E solamente in questi ultimi anni ci sono dei tentativi di produzione a livello organizzato, mentre prima tutta la provenienza della droga era limitata allo spontaneo.

Richiede un terreno ricco di humus e particolarmente umido, come quello pluviale. L’esposizione alla luce diretta del sole è un toccasano, ma cresce comunque in penombra. Se invece non ha luce, le possibilità di una sua crescita sono incerte: dipende se riesce a farsi largo tra le altre piante e conquistare uno sprazzo di sole.

Parti utilizzate

La droga di questa pianta è la corteccia, sia della radice che dei rami. Vengono scelti di preferenza i giovani rami, che non abbiano più di due anni, poiché si ritiene che abbiano una concentrazione maggiore di principi attivi, ma soprattutto perché sono facilmente raggiungibili e non ancora intricati con rami e fronde di altri alberi.

tecniche di raccolta

Le tecniche di raccolta sono rudimentali e fatte a mano. Si incide la corteccia dei rami con delle roncole o accette e se ne asporta la sottile corteccia. Questa accortezza non è rispettata da tutti; molte volte avviene che i rami sia asportati totalmente e la corteccia prelevata in un secondo momento in luogo più comodo.

La metodologia è paragonabile a quella che avviene per la raccolta del sughero dalle quercia, con l’unica differenza che la corteccia della muira puama è molto più sottile del sughero.


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Proprietà e uso nella storia

Il suo impiego nella storia parte sicuramente ha radici molto antiche da parte degli indigeni, ma non avendo questi una cultura scritta, non sappiamo nulla se non teorizzare delle ipotesi.

La pianta ha avuto qualche successo europeo nei primi hanno della scoperta del Brasile, perché gli esploratori riportarono le situazioni in cui veniva assunta e gli effetti che dava; ma dopo alcuni anni scomparve dal panorama europeo. Solamente negli anni tra 1920 e 1930, la muira puama è tornata in auge nel vecchio continente, arrivando oggi a riscoprire una terza giovinezza.

In Inghilterra è anche stata inserita nella “British Herbal Pharmacopoeia”, cioè la farmacopea erboristica britannica.

descrizione dei principi attivi

L’interesse farmacologico verso questa pianta è molto alto. Sebbene ci siano stati molti studi per l’identificazione dei principi attivi, si pensa che non siano ancora stati scoperti tutti. Sicuramente non si è riusciti a capire con chiarezza quale sia il principale responsabile.

L’alcaloide battezzato muirapuamina è quello accreditato come principale imputato perché ha una struttura chimica quasi identica alla yohimbina, ad azione vasodilatatrice specifica. Ma sembra che da solo non compia efficacemente il suo compito, ma che l’azione totale sia coadiuvata anche dalle sostanze resinose contenute della corteccia.

Oltre alla muirapuamina e alle resine, sono state identificati diversi tannini e fitosteroli, lupeolo, acido behenico e Bsitosterolo. Tracce di olio essenziale, diversi acidi grassi, nonché sostanze amare.


Benefici

Afrodisiaca – eccitante

Il “collaudo” europeo della muira puama, dopo aver visto il suo utilizzo nelle cerimonie pre-accoppiamento degli indios amazzonici, hanno dimostrato pur senza studi scientifici, la sua effettiva influenza in campo sessuale.

Induce un aumento dell’afflusso sanguigno nella zona pelvica determinando l’erezione maschile e un inturgidimento dei genitali femminili. Oltre a ciò, l’aumento della vascolarizzazione in queste zone, si traduce anche in una maggiore sensibilità.

Date le sue proprietà viene indicata nei trattamenti di impotenza e frigidità.

Tonificante mentale – euforizzante

L’aumento della circolazione sanguigna è determinata dall’azione espressa sui centri nervosi che vengono stimolati. Questo si riflette anche in aumento del tono dell’umore, quando il soggetto è “giù moralmente”, “un po’ depresso”, ma senza parlare della malattia depressione. Quei stati d’animo negativi che ogni tanto ci pervadono, soprattutto quanto ciò che vogliamo non va come desideriamo.

Antiossidante

Recenti studi hanno scoperto che la muira puama è un’ottima fonte di antiossidanti a livello cerebrale. Riesce a catturare i radicali liberi a livello del cervello riuscendo a ridurre i danni che vengono definiti da stress ossidativo.

Prodotti in commercio

Molti e vari sono i prodotti che contengono la muira puama. Si va dalle facili compresse, o ancor più pratiche capsule, che contengono polvere e/o estratto secco, alla semplice corteccia triturata di Ptychopetalum olacoides da usata per gli infusi. Contro questa forma però c’è l’estrema amarezza che dovrà essere eliminata con parecchio zucchero o miele o introduzione di altre erbe che riportino il gusto a livelli più accettabili.

Perché si abbiano risultati bisogna assumerla per circa 3 settimane, tenendo conto che una dose giornaliera si aggira sul grammo di corteccia.

Esistono anche estratti alcoli che sembrano avere più efficacia. Per questo in alcuni paesi anziché utilizzare l’acqua, usano l’acool, brandy, cognac o whiskey, con i quali producono dei macerati alcolici afrodisiaci.

Bisogna però tenere conto che in questa maniera, gli alcolici utilizzati potranno aiutare a liberarsi di freni inibitori, sembrando utili, ma vanno a contrastare l’effetto fisico che si ricerca dalla pianta.

Controindicazioni

Non sono state scoperte controindicazioni o interazioni con farmaci.

Avvertenze

Essendo ancora non bene accertate le modalità di azione, si sconsiglia l’uso a chi è sottoposto a terapie farmacologiche se prima non ha consultato il proprio medico di fiducia.


Muira puama: Prodotti ed avvertenze

Prodotti in commercio

Molti e vari sono i prodotti che contengono la muira puama. Si va dalle facili compresse, o ancor più pratiche capsule, che contengono polvere e/o estratto secco, alla semplice corteccia triturata di Ptychopetalum olacoides da usata per gli infusi. Contro questa forma però c’è l’estrema amarezza che dovrà essere eliminata con parecchio zucchero o miele o introduzione di altre erbe che riportino il gusto a livelli più accettabili.

Perché si abbiano risultati bisogna assumerla per circa 3 settimane, tenendo conto che una dose giornaliera si aggira sul grammo di corteccia.

Esistono anche estratti alcoli che sembrano avere più efficacia. Per questo in alcuni paesi anziché utilizzare l’acqua, usano l’acool, brandy, cognac o whiskey, con i quali producono dei macerati alcolici afrodisiaci.

Bisogna però tenere conto che in questa maniera, gli alcolici utilizzati potranno aiutare a liberarsi di freni inibitori, sembrando utili, ma vanno a contrastare l’effetto fisico che si ricerca dalla pianta.

Controindicazioni

Non sono state scoperte controindicazioni o interazioni con farmaci.

Avvertenze

Essendo ancora non bene accertate le modalità di azione, si sconsiglia l’uso a chi è sottoposto a terapie farmacologiche se prima non ha consultato il proprio medico di fiducia.



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