Ortosiphon

Caratteristiche della pianta

L’Ortosifon o Ortosiphon è una pianta esotica molto particolare. I suoi incantevoli e caratteristici fiori bianchi con lunghi stami, che somigliano ai “baffi di gatto”, nomignolo che le è stato affibbiato, ne fanno una pianta ricercata per le “coreografie botaniche” dei giardini pubblici e parchi. Purtroppo non sempre si riesce farla crescere come si vorrebbe alle nostre temperature, troppo differenti da quelle sue naturali.

Nella classificazione botanica, rientra nella Famiglia delle Labiate o Lamiacee, la stessa del rosmarino, salvia e menta, per ricordarne alcune. Il suo nome scientifico è Orthosiphon spicatus Thunb.Back oppure Orthosiphon aristatus Blume Miq., oltre a qualcun’altra meno ricorrente.

Per il fatto che gli indigeni la usavano al posto del thè, prende anche il nome di the di Java e poiché Java era sotto l’influenza inglese, anche loro la chiamano alla stessa identica maniera: Java tea- Francesi e tedeschi si sono adeguati a questo nome particolare chiamandoli rispettivamente Thè de Giava e Javatee, oltre che Feuilles de barbiflore e orthosiphonblatter.

L’Ortosifon spicatus è una pianta suffrutice che nonostante il suo portamento strisciante riesce a raggiungere anche un’altezza di 80 centimetri.

Il fusto è tipicamente quadrangolare, eretto ma con poche ramificazioni.

I rami portano foglie lanceolate – ovali, ma con un apice acuminato. Il margine fogliare è decisamente seghettato, ma in maniera irregolare, mentre sulla lamina superiore sono notabili poche ma evidenti nervature secondari che si dipartono da una centrale principale.

La loro crescita risulta essere opposta.

I fiori sono riuniti in infiorescenze costituite da fascetti sovrapposti di fiori stessi e ogni fascetto è provvisto di 2 foglie bratteali. La loro forma è quella tipica delle labiate, con il calice gamosepalo persistente e formato da 5 elementi. La corolla ha i petali saldati tra di loro (simpetala), e crea una struttura attinomorfa o zigomorfa bilabiato, ovvero con il lembo è formato da due labbri, uno superiore formato a sua volta da 2 parti e uno inferiore formato da 3 parti.

La colorazione dei petali va dal biancastro al violetto chiaro.

La lunghezza degli stami è sproporzionata alle dimensioni del fiore, tanto che questa caratteristica ha fatto soprannominare la pianta con il nome di “baffo di gatto”.

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Coltivazione e origine

È una pianta originaria dell’Asia tropicale. In modo più preciso dall’Isola di Giava, da cui prende il nome di thè di Giava, e dell’Indonesia dove viene coltivato in grandi appezzamenti di terreno tanto da farne il primo produttore mondiale, e ovviamente anche primo esportatore.

Date le particolari condizioni climatiche in cui questa pianta cresce, è abbastanza difficile trovarla spontanea in Europa, cosi come è difficile la sua coltivazione. Però i cambiamenti climatichi a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni, possono aver creato delle nicchie a lei adatte anche nel Vecchio Continente.

Parti utilizzate

Si usano le sole foglie essiccate. È possibile però che vi sia qualche traccia di rami, però meno questi sono presenti, più è pregiata è la partita di ortosiphon.

tecniche di raccolta

La raccolta avviene a mano, con passaggi in campo con falcetto. Si individuano le parti da tagliare e con un colpo nette si asporta la parte.

Successivamente vi è la divisione delle foglie dai rami, parti che non dovrebbero entrare a far parte della composizione della droga.


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Proprietà e uso nella storia

impiego nella storia

Sono poche le notizie storiche di questa pianta. È risaputo comunque che gli abitanti di Giava erano soliti preparare e consumere tisane di ortosiphon così come gli inglesi erano, e lo sono tutt'ora, soliti bere il the. Stranamente ci sono volute attente e particolari osservazioni per notato che questi infusi stimolavano la diuresi.

descrizione dei principi attivi

Nel fitocomplesso che si ricava dalle foglie, sono stati isolati flavoni polimetilati come la sinensetina, responsabile dell’azione drenante, e la eupatorina, sali di potassio e derivati fenilpropanoidici quali l’acido rosmarinico, l’acido dicaffeoiltartarico.

L'azione particorlamente efficace di indurre la diuresi da parte della sinensetina, fa si che non debba essere assunta in contemporanea con altri diuretici.

Da citare, sebbene ve ne siano solamente minime tracce, massimo 0,06%, la presenza di olio essenziale.


Ortosiphon: Benefici e avvertenze

Spasmolitico

Sebbene non sia la sua principale caratteristica, all’ortosifon si ascrivono anche proprietà spasmolitiche, soprattutto per attacchi non particolarmente forti.

Diuretico

La sua principale attività è quella di indurre diuresi nel soggetto che assume i composti a base di questa pianta. L’azione diuretica è una della più efficaci tra tutte quelle espresse dalle altre piante con tale proprietà. Per evitare problemi dovuti alla eliminazione abbondante di sodio, calcio e potassio è bene, oltre che bere molto, ripristinare l’equilibrio idrosalino con alcuni integratori durante l’uso dell’ortosifon.

Ottimamente impiegato per l’eliminazione di calcoli renali e renella.

Falso coleretico

L’enunciata capacità di stimolare la produzione di bile ed esercitare un’azione favorente la digestione non è mai stata comprovata.

Prodotti in commercio

I preparati più efficaci di ortosifon sono quelli galenici, ma difficilmente si trovano professionisti del settore che ci si cimentano in queste preparazioni. Più comunemente sono già presenti delle bustine filtro da immergere semplicemente in acqua calda per preparare la tisana.

Sono presenti anche gli estratti secchi, alcolici o acquosi, che spesso riportano le titolazioni richieste dalla farmacopea francese (la farmacopea italiana non la riporta).

Controindicazioni

Non è indicato a chi è affetto da insufficienza cardiaca o renale, anche di modeste entità. Tanto meno se sono presenti edemi causati da queste patologie.

Avvertenze

Potenzia gli effetti di altri composti diuretici con i quali non andrebbe associato.


  • ortosiphon L’ortosiphon è una pianta di provenienza indonesiana nota anche con il nome di The di Giava, particolarmente diffusa ed
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