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Il nome di piretro della Dalmazia allude chiaramente alla sua origine balcanica. Proprio in queste zone è largamente diffuso allo stato selvatico, almeno fintanto che la regione non fu tormentata dalle guerre intestine degli anni ‘90.
Il piretro però si può trovare non solo spontaneo, anche nelle zone europee circostanti quella della sua origine, ma pure coltivato, per il fatto che sia l’ingrediente principale dei zampironi. Paesi che lo coltivano maggiormente sono Germania, Francia, Spagna. In Africa ci sono ampie coltivazioni di piretro in Kenia, dove le condizioni ideali per crescere ne ha fatto il primo produttore mondiale, in Tanzania e in Botwana. Presenti importanti coltivazioni anche in Australia.Un terreno asciutto, sabbioso e preferibilmente calcareo è quello sul quale il piretro prospera e vegeta rigoglioso. Preferendo un terreno sabbioso, che mal trattiene l’acqua, e prediligendo una esposizione a tutto sole, le annaffiature devono essere frequenti, ma evitata nelle ore più calde della giornata.Si semina in primavera o estate, sia in pieno campo che in semenzaio. In questo caso, il trapianto in campo aperto avviene in autunno.La pianta del piretro può vivere per più anni sullo stesso terreno, senza che questo abbia concimazioni particolari.La produzione sarà scarsa nel primo anno, per poi esplodere dal secondo fino al quinto anno, quando è consigliabile sostituire l’impianto.Parti utilizzateSi utilizza la razzia, ovvero la polvere ottenuta dopo la triturazione dei capolini essiccata.Si usano anche gli estratti liquidi, sempre ottenuto dai capolini.tecniche di raccoltaLa tecnica più diffusa è quella tipica per la raccolta dei capolini di queste dimensioni, ovvero una sorta di pettine da passare tra le fronde della pianta. la distanza tra i denti è tale che rimangono intrappolati tanto da staccarsi solamente i fiori, mentre le foglie e i rami passano indenni. Alla base del pettine è presenta una raccoglitore rigido o a sacchetto.A volte si può passare con la falciatrice, tarata con la giusta altezza, ma dopo è necessaria una accurata separazione dei capolini dalle parti vegetative della pianta che sono state raccolte.impiego nella storia
Sono poche le notizie storiche che si possono reperire, ma tra quelle pervenute fino a noi ci sono quelle che lo palano del suo impiegato nell’uso che ne facciamo tutt’oggi: quello vermifugo e quello insetticida, in questo caso però contro i pidocchi umani. descrizione dei principi attivi I principali principi attivi sono le cosidette piretrine, ed esattamente quelle denominate I e II, derivati dall’acido crisantemo-carbossilico e crisantemo-bicarbosilico, tipici di questo Genere di piante. La loro azione insettifuga è coadiuvata e potenziata da altre due molecole con medesima azione, le cinerine I e III.Il fitocomplesso del piretro è poi completato da altri elementi chimici come l’acido piretrotossico, il piretrolo, una oleoresina e la fitosterina.Anti zanzara
La coltivazione e l’utilizzo principale del piretro è avviene soprattutto per la produzione degli zampironi, prodotti della polvere di piretro impastata con opportune e adatte sostanze per la combustione lenta, il cui scopo è allontanare le zanzare.Con l’estrazione liquida del fitocomplesso, o delle sole sostanze attive, invece si creano prodotti liquidi destinati alle fiaccole o candele per le medesime indicazioni.Insetticida biologicoIl piretro non ha azione solamente solo sulle zanzare, ma su tutti gli animali a sangue freddo: pulci, cimici, mosce, bruchi e vermi. La sua tossicità verso questo tipo di animali è molto alta e induce la morte per paralisi muscolare. Agisce per contatto (quindi inutile negli insetti che si proteggono con corazze resistenti o con parti della pianta, accartocciamento foglie, interno frutti o radici) e induce il blocco del sistema nervoso, portando appunto al blocco motorio. La sua azione è poco persistente, può quindi non portare alla morte dell’insetto, ma è anche non selettiva, ovvero colpisce indiscriminatamente insetti nocivi e utili.È uno dei pochi insetticidi ammessi in agricoltura biologica, perché non ha effetti sugli animali a sangue caldo, uomo compreso, e si degrada per effetto di temperatura e raggi solari in due-tre gironi.Se ne sconsiglia l’uso presso i fiumi, laghi o corsi d’acqua in genere poiché è molto tossico anche per pesci ed anfibi.Da non confondere con i piretroidi, di origine sintetica e non ammessi nel biologico.AntivermiLa sua azione contro i vermi associato al fatto di non essere tossico per l’uomo ha fatto si che a volte fosse impiegato per l’eliminazione degli ossiuridi e degli ascaridi intestinali nell’uomo e negli animali. Mentre è raro e poco usato sull’uomo, in veterinaria è tranquillamente usato all’occorrenza.Prodotti in commercioCommercialmente si è indirizzati verso la difesa contro le zanzare, sia con prodotti solidi come gli zampironi e le candele, che liquidi come gli oli per le lanterne o fiaccole.In campo agricolo, la lotta biologica viene effettuata con irrorazioni di soluzioni o emulsioni ottenute con la polvere o il liquido ricavato dal piretro.Soluzioni alcoliche di 0, 5 milligrammi trovano impiego come vermifugo.ControindicazioniNessuna in particolareAvvertenzeNonostante la sua efficacia contro i vermi intestinali e non tossicità per l’uomo, non è mai consigliabile effettuare cure fai da te, ma è d’obbligo recarsi sempre da un medico che sarà in grado di dare la cura più sicura e adatta.
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