Pungitopo - Ruscus aculeatus

Caratteristiche della pianta

Ruscus aculeatus L. ovvero il pungitopo, nome curioso, che però ha un suo perché, non meno delle leggende che si raccontano su questa pianta.

Si narra che la caratteristica di rimanere sempre verde in inverno sia un regalo del Bambino Gesù fatto ad un uccellino migratorio, che non lasciò il nido pur di vedere la nascita del Signore. L’uccellino chiese che la pianta non perdesse le foglie in modo da poter svernali li fino alla primavera successiva senza rischiare di morire dal freddo. E fu accontentato.

Ma anche che le sue spine rievochino quelle della corona di Gesù, mentre le bacche sono rosse perché macchiate dal suo sangue.

Il nome invece deriva dall'usanza dei contadini di proteggere i proprio prodotti da stagionare, come salumi e formaggi, dall’attacco dei topo, ricoprendoli con le fronde spinose di questa pianta.

Il nome botanico deriva da una alterazione del termine Rusticus, di campagna, mentre aculeatus significa appuntito.

In tutta l’Italia è chiamato pungitopo o rusco, con le variazioni dialettali come spongiarat, Spungiaratt, spinatopis. Ma è anche detto fruscio, musciaro, bruschiamari o rascognu.

In inglese è detto butcher's broom, scopa del macellaio, proprio per il fatto che i macellaio usavano il pungitopo per fabbricarsi le scope. Mäusedorn (spina di topo) è il nome in tedesco.

Petit houx o fragon piquant per i francesi, semplicemente brusco per gli spagnoli.

Il pungitopo è un piante legnosa sempreverde, che cresce si spontanea che coltivata per ornamento, soprattutto natalizio.

Il rizoma è grosso e strisciante con numerose radici avventizie. Direttamente dal rizoma nascono i cosiddetti turioni (germogli), che poi si trasformeranno nei rami.

Caratteristica principale del pungitopo sono i cladodi o fillocladi, che alla vista di un neofita botanico sembrano delle semplici foglie, mentre in realtà sono dei rami secondari che hanno sviluppato forma e funzioni tipiche delle foglie, con tanto di fotosintesi clorofilliana.

Le foglie vere e proprie sono ridotte a piccole brattee squamiformi prive di clorofilla, inserite sopra i cladodi. Le foglie sono caduche, il che fa del pungitopo un falso sempreverde. In quanto “le foglie” che rimangono in inverno, altro non sono che i rami cladodi sopra citati.

I fiori dioci sono sempre solitari, nascenti al centro del cladodo. Il colore è bianco-verdognolo e bluastro.

I frutti sono bacche sferiche di colore rosso brillante a maturità. Ognuna di esse contiene uno o due semi.

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Coltivazione e origine

È una pianta originaria dell’Europa, dove si trova fino alla Gran Bretagna. Presente anche nell’Asia occidentale e Africa mediterranea.

È una tipica pianta da sottobosco mediterraneo, che predilige i luoghi ombrosi e umidi, anche se sopporta bene l’aridità, purché non associata all’esposizione diretta ai raggi solari.

Il tipo di terreno non è molto importante, il pungitopo si adatta bene a qualsiasi substrato.

La propagazione può avvenire sia per seme che per divisione in cespi. Utilizzando il seme si avrà qualche difficoltà di successo e si deve interrare il seme con tutta la bacca quando arriva la primavera. Con la divisione in cespi, invece, l’attecchimento delle nuove piante è quasi una sicurezza, e va effettuato in inverso quando c’è il riposo vegetativo. Per aver più probabilità di attecchimento è meglio piantare in vaso e solamente quando si sono sviluppate le radici, travasare nel luogo prescelto per la sua crescita.

Parti utilizzate

La droga del pungitopo sono le radici.

tecniche di raccolta

La raccolta avviene con l’estirpazione di tutta la pianta mediante l’ausilio di vanghe e zappette, facendo attenzione a non intaccare la radice principale. La raccolta deve avvenire in autunno, massimo primo periodo d’inverno.


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Proprietà e uso nella storia

Utilizzato sin dal tempo degli antichi Romani per proteggere le proprie cibarie dai topi, oltre che adornare le feste saturnie come buon auspicio.

Inoltre veniva prescritto da Plinio il Vecchio come rimedio diuretico, emmenagogo, antittero, ma a tale scopo usavano anche le foglie e le bacche.

Nel 1500, assieme al finocchio, sedano, prezzemolo e asparago rientrava a far parte di un particolare rimedio chiamato “siropus de quinque radicibus”, ancor oggi ritrovabile nella farmacopea ufficiale francese.

Nel 1800, il Campana aveva già individuato nelle radici le proprietà principali.

descrizione dei principi attivi

Il fitocomplesso della radice è composto da olio essenziale, resina, sali di potassio e calcio, ma i veri responsabili dell’azione del pungitopo sono dei saponosidi, tra cui la ruscogenina, e dei flavonoidi, come il rutoside, ramnoglucoside del quercetolo.


Pungitopo: Benefici e avvertenze

Vasocostrittore

Il principale beneficio che si tra dall’uso del rusco è quello vasocostrittore ad azione specifica sulle vene. Questo fa si che risulti molto efficace contro le varici e le emorroidi, ma anche nelle flebiti e nell’insufficienza venosa.

Diuretico –antiedema

L’azione diuretica ascrittagli risulta utile nel trattamento degli edemi e delle idropsie. Particolare attenzione bisogna prestare al tipo di edema: se dovuto ad insufficienza cardiaca o renale consultare il medico e non cimentarsi nella cura fai da te. Mentre è utilizzabile nei casi localizza, come quelli da trauma a causa di una botta particolarmente forte (pestaggio di un dito in una portiera o un bernoccolo o puntura di insetto).

Cosmetica

Estratti di radice di rusco vengono spesso aggiunti a creme per il viso, sfruttando la capacita vasoprotettrice della pianta. In modo particolare si trova inserito nelle creme per pelli sensibili, in quelle contro la couperose e le creme anticellulite.

Prodotti in commercio

In commercio si possono reperire una gran varietà di prodotti contenenti il pungitopo. Per lo più sono prodotti destinati alla cura della pelle e della circolazione, percui si trovano creme e forme solide da deglutire come compresse o capsule.

In alcuni casi è possibile imbattersi nelle povere di radice, che si aggiunge al un liquido, vino o acqua, che si può bere cosi, oppure far macerare oppure preparare il decotto, anche se in questo caso sono preferibili pezzi grossolani di radice e non la sua polvere.

Controindicazioni

Sebbene molto allettanti, le bacche di rusco contengono saponine che provocano disturbi gastrointestinali anche seri.

Avvertenze

Il rusco è una pianta protetta in molte regioni italiane, quindi è necessario informarsi prima di raccogliere lo spontaneo.



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