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La senape ha sicuramente origini europee anche se la sua diffusione è tale che non si sa con certezza di dove. Oggi cresce in tutta Europa, anche in Siberia meridionale, tranne che nelle regioni nord-orientali, in Asia Minore e nel Nord Africa. In nord e sud America è naturalizzata.
La sua coltivazione avviene sia per la raccolta dei semi che poi verranno lavorati a scopo alimentare, ma anche come pianta da pacciamatura e da sovescio, ovvero la si interra per mantenere o aumentare la fertilità del terreno, data la sua rapidità nel crescere.Se vogliamo coltivarla per la produzione alimentare, allora prima della semina bisogna preparare a fondo il terreno, con una buona aratura e una concimazione sia organica che minerale. Successivamente si dovrà effettuare l’erpicatura e quindi due o tre sarchiature con il contemporaneo taglio dei fiori più alti, che non riusciranno a trasformarsi in tempo in frutti.Parti utilizzateDella senape vengono utilizzati i semi, che vengono raccolti in settembre, messi ad essiccare e quindi triturati e polverizzati per le successive lavorazioni.tecniche di raccoltaLa raccolta deve avvenire prima che i frutti giungano a maturazione poiché allora si apriranno, liberando sul terreno i semi. Per questa operazione si utilizzano le miettitrebbiatrici, che prelevano le silique lasciando il resto della pianta sul terreno come sovescio.Successivamente i semi vengono posti al sole con il duplice scopo di portarli a maturazione e farli asciugare. Indigo Herbs Tè di Radice di Enula Campana 50g Prezzo: in offerta su Amazon a: 9,49€ |
I romani erano dei grandi consumatori di senape sia come condimento per i cibi che per il vino novello, nel quale venivano immersi i semi pestati e strutturati.
Nel 1600 si suggeriva di utilizzare i semi di senape nella preparazione delle portate poiché era il modo migliore per sfruttarne la capacità di favorire la digestione.L’uso medico della senape invece è stato per secoli quello dei cataplasmi, detti poi senapismi, da applicare per curare le avvezioni delle vie respiratorie, con conseguenti irritazioni ulcerazioni della pelle a causa dei principi attivi particolarmente irritanti.descrizione dei principi attiviIl caratteristico odore e sapore della senape è dato dalla presenza del glucoside sinigrina, che viene scissa in presenza di ossigeno (quindi solo se si taglia o viene masticato) dall’enzima mirosina producendo isotiacianato di allile e solfuro di diallile, oltre che glucosio.È anche presente dell’olio fisso contenente acido oleico, rapico, stearico, linoleico, arachidico.Pentosano, mucillagini, gomme e sali completano la composizione del fitocomplesso della senape.Eupeptico – digestivo
I semi della senape sono dotati di un sapore pungente che, oltre ad identificarla in modo assoluto, le conferiscono anche proprietà digestive, se assunte in quantità moderate in quando aumentano la secrezione gastrica. Questa azione, se avviene esplicata prima di aver ingerito cibarie, invece, svilupperà nella persona un certo languorino, stimolando la fame.Revulsivo La senape ha anche un forte potere revulsivo, tanto da risultare irritante e vescicante.In passato si usavano i cataplasmi con farina di senape per trattare le bronchiti acute e le broncopolmoniti, ma anche torcicollo e sciatalgie. Questa pratica però è stata abbandonata da molto tempo proprio per il fatto che sull’epidermide si formavano irritazioni importanti.Prodotti in commercioIn Italia sono molto rari i casi di prodotti erboristici con la senape. Si possono trovare alcuni senapismi di importazione tedesca, dove ancora si trovano, ma comportando rischi di irritazioni cutanee è preferibile orientarsi su altre piante.Diffusi e facili da trovare sono i prodotti alimentari a base si senape.ControindicazioniNon utilizzare in presenza di lesioni circolatorie, varici e disturbi vascolari in generale.AvvertenzeI senapismi lasciati troppo a lungo sulla pelle portano alla formazione di bolle e ulcerazioni purulente di difficile cicatrizzazione.
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