Spirea olmaria

Caratteristiche della pianta

La pianta che di seguito sarà descritta ha ben due nomi comuni, usati indifferentemente l’uno o l’altro; a volte anche assieme: olmaria e spirea, o spirea olmaria.

Per la precisione si tratta della Filipendula ulmaria Maxim, o Filipendula spiraea o ancora Spirea ulmaria L. Ecco il perché del doppio nome comune.

Un altro nome comune molti usato in tutta l’Italia è “regina dei prati”; affianco a questo troviamo anche quello di barba caprina. Essenzialmente sono sempre questi non che si ritrovano nelle varie regioni italiane, anche se ovviamente la pronuncia è dialettale.

In inglese ha diversi nomi, i più comuni sono Meadowsweet o queen of the meadows. In francese e in spagnolo è semplicemente reine des pres o ulmaire e reina de los prados o ulmaria; echtes mädesüß è il nome tedesco.

La spirea è una pianta erbacea perenne, alta fino a 2 metri, che fa parte della Famiglia delle Rosacee.

I fusti sono semplici, ma numerosi. Nella parte inferiore sono anche pubescenti.

Le foglie sono una delle caratteristiche che permettono di riconoscerla delle altre del suo Genere, infatti sono imparipennate con 2-5 paia di foglioline a margine seghettato e stipole alla base. La fogliolina terminale è a 3 o 5 lobi, decisamente più grande rispetto alle altre.

I fiori sono profumati e di colore bianco – giallognolo, con 5 petali liberi e obovati con un breve sperone. Sono raccolti in infiorescenze a corimbi terminali.

Il frutto è formato da circa dieci acheni aggregati a spirale, che racchiudono semi piccoli e pendenti.

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Coltivazione e origine

La spirea, od olmaria, è originaria dell’Europa centrale e nordica, non però a latitudini troppo elevate, dove piogge frequenti e prati freschi rendono l’habitat ideale alla crescita spontanea.

Cresce bene in ambienti montani, fino a 1600 metri.

Perché cresca rigogliosa, ha bisogno di abbondanza di acqua e le irrigazioni devono essere abbondanti soprattutto in estate, quando c’è caldo e scarsità di piogge. Le esposizioni soleggiate non sono una buona scelta, meglio cercare un luogo ombroso o al limite in mezz’ombra.

Prediligendo un terreno umido e organico, l’olmaria è adatta a terreni argillosi, piuttosto che sabbiosi, che tendono a drenare in maniera eccessiva l’acqua.

La propagazione viene effettuata per talea di parti del rizoma provvisti di radici e gemme prelevate dalla pianta madri scelta.

Parti utilizzate

La droga dell’olmaria sono le sommità fiorita, che si raccolgono anche quando i fiori sono ancora in bocciolo.

Però, dato che tutte le parti della pianta posseggono proprietà erboristiche, si raccolgono anche le parti aeree, le foglie e le radici. Ognuna però al suo tempo balsamico.

tecniche di raccolta

La raccolta può avvenire a mano tagliando le parti aeree con l’ausilio di falciatrici automatizzate con un predeterminata altezza di taglio, in modo che le parti della pianta tagliate siano le più pulite possibili. Per i piccoli appezzamenti, ovviamente, si può benissimo cimare parti aeree o floreali con l’ausilio di falcetti o forbici da potatura, eseguendo una raccolta più mirata e specifica.

Per le radici, invece, sarà necessario l’ausilio di un estirpatore per radici, meccanico o manuale a seconda delle dimensioni del terreno.


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Proprietà e uso nella storia

Il successo dell’olmaria come pianta medicinale è praticamente concentrato in 50 anni del 1800. Un periodo tanto breve tanto quanto grande e ricca è stata la fortuna che ha portato a chi in lei ha creduto.

Nel 1827 si scopre che da questa pianta si può estrarre l’acido salicilico, che nel XIX secolo viene usato sotto forma di salicilato di metile ad effetto analgesico e antinfiammatorio

Nel 1875 viene creato il salicilato di sodio a scopo febbrifugo.

Nel 1897 i ricercatori della Bayer sintetizzano l’acido acetil salicilico che prenderà il nome di aspirina, derivando da acetilico (A) e spirea (spirina).

descrizione dei principi attivi

I principali composti che sono stati isolati nell’olmaria sono per la maggior parte derivati salicilici. Sono stati identificati aldeide salicilica, salicilato di metile, che è la derivazione della scissione del gaulterina (un glucoside) da parte di un enzima, e acido salicilico.

Non solo, sono stati isolati anche flavonoidi come il quercetolo glucosinato; eliotropina o piperonale, un'aldeide aromatica usata in profumeria per il suo odore, ma anche per la produzione dell’ecstasy; kampferolo.

Tannini gallici, curarine, vitamina C e cere varie.


Spirea olmaria: Benefici e avvertenze

Antinfiammatorio - analgesico

La presenza dell’acido salicilico la rendono una tra le più potenti piante ad effetto antinfiammatorio e analgesico. Viene impiegata per tutti i tipi di traumi che comportano delle infiammazioni, in modo particolare a carico dei muscoli e delle articolazioni. Molto efficace nelle affezioni reumatiche e dell’artrosi anche quella reumatoide.

Diuretica

La spirea viene anche impiegata per favorire la diuresi nei casi di azotemia. In questo caso specifico, si tende ad usare la radice. Il potere diuretico è sfruttato anche per ridurre gli edemi e la gotta.

Anticellulite

L’azione diuretica-drenante, associata al potere antinfiammatorio, fa si che l’olmaria venga utilizzata anche per combattere dall’interno la cellulite.

Prodotti in commercio

È una droga poco diffusa in Italia, ma esistono bustine filtro di spirea pronte per la preparazione di infusi per combattere sia infiammazioni leggere che soprattutto la cellulite.

Nel Formulario Nazionale della Farmacopea Ufficiale IX rientra nella composizione di preparati assieme al tiglio.

Controindicazioni

A causa della presenza dell’acido salicilico, la pianta non somministrabile da chi presenta favismo o allergie a questa sostanza.

Non usare in presenza di edemi da insufficienza cardiaca e renale.

Avvertenze

Può interferire con i farmaci antinfiammatori e febbrifughi. Astenersi dalla sua assunzione se si stanno assumendo queste classi di farmaci.

Può essere sofisticata con fiori di sambuco.


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