Giusquiamo nero

Caratteristiche della pianta

Il Giusquiamo nero è una pianta piuttosto rara e anche escluso dall’uso erboristico per la sua tossicità. Fa parte infatti della Famiglia delle Solanacee, e come tutta questa Famiglia, è caratterizzata dalla presenza di alcaloidi atropinici, in modo particolare della scopolamina, diventata famosa per essere un famoso e molto usato anticinetico contro il mal di mare e il mal d’auto.

Il nome botanico di questa pianta, Hyoscyamus niger L. fu dato in osservazione al fatto che i maiali (dal greco kys) si cibavano delle sue fave (kyamos) nere.

Sempre da questa osservazione deriva il nome volgare italiano fava porcina; altri invece hanno derivazione regionale, come pilingella, erba apollinaria, erba da piaghe, cassilagine, dente de vecia, cungarelle, folla de opus.

Il nome particolare di questa pianta fa si che se anche si pronuncia “hyoscyamus” sia in un francese, un inglese, un tedesco o uno spagnolo capirà di che pianta state parlando, sebbene abbiano i loro nomi propri (jusquiame, henbane, bilsenkraut, beleño).

È una pianta erbacea, che può essere annuale o biennale; con il fusto riesce ad arrivare all’altezza massima diun metro. Caratteristica del fusto è la presenza di setosi peli vischiosi, che gli donano una colorazione biancastra.

La radice è fusiforme e lunga, con diverse ramificazioni che permettono un miglior ancoraggio al terreno.

Le foglie sono anch’esse pelose, ovate e pennatifide.

I fiori crescono in spighe terminali e presentano una bella colorazione gialla screziata di venature violacee. La corolla è campanulata con 5 lobi ben evidenti.

Il frutto è una capsula con numerosi semi, che fuoriescono da una apertura circolare. Questi sono piccoli, scuri e, come molti altri semi, di forma reniforme.

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Coltivazione e origine

la conoscenza di questa pianta da parte degli antichi romani, permette di stabilire l’origine europea per il giusquiamo. La sua diffusione per l’Europa è piuttosto rara, ma se si è fortunati in ogni stato è possibile trovare tracce della sua presenza. Oggi è possibile trovarla anche in Asia, Australia e America. In Africa ha trovato un clima adatto solamente nella fascia settentrionale.

I coltivatori preferiscono seminare la varietà biennale, in quanto risulta più grande e sviluppata rispetto a quella annuale, che ha foglie, pochi fiori e frutti.

Nel primo anno la varietà biennale produce solamente foglie; nel secondo anno crescono anche fiori e frutti.

Il giusquiamo predilige un terreno sciolto, ricco in sostanze organiche. In primavera è bene operare una concimazione mista e farla poi seguire da una concimazione ricca in azoto.

Durante l’estate deve avere un apporto costante di acqua, in modo che il terreno non divenga mai troppo secco e duro.

È necessario, soprattutto nelle colture estensive, provvedere a disinfestazioni periodiche poiché è una pianta facilmente soggetta ad attacchi di insetti, in modo particolare dalla dorifera

Parti utilizzate

La droga del giusquiamo iscritta nella Farmacopea Ufficiale italiana sono le foglie essiccate, con o senza la presenza delle sommità fiorite, ma alle volte vengono usati anche i semi.

tecniche di raccolta

La raccolta avviene tagliando gli apici della pianta che rappresentano le sommità. Si può procedere a mano o per mezzo di macchinari opportunamente impostati per il taglio desiderato.

Per la raccolta dei semi si procede con la selezione dei frutti maturi e solo successivamente, in un locale opportuno, vengono separati e avviati alla lavorazione.


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Proprietà e uso nella storia

L’impiego del giusquiamo nell’antica Roma era limitato ai funerari, dove ornavano le tombe dei defunti. Si conoscevano già gli effetti tossici, come la sterilità, le convulsioni nei neonati che venivano allattati da donne che assumevano le sue bacche, pazzia e follia.

Nel Medioevo fu associato al demonio. Era la pianta che veniva utilizzata nei riti magici per invocare il diavolo, da cui ha preso il nome di erba del diavolo. Ci furono casi di donne condannate per stregoneria e per devozione a Satana solamente perché nei loro giardini cresceva spontanea questa pianta.

Nel 1800 entrò a far parte della prima ricetta anestetica per interventi chirurgici. La “spongia soporifera” era una spugna imbevuta di oppio, succo di mandragora, succo dell’erba verde di Matala (Creta) e succo di giusquiamo. Una volta imbevuto di questi succhi, veniva lasciata asciugare, dopodichè la si immergeva in acqua e il malato doveva annusarla.

descrizione dei principi attivi

I principali componenti chimici che sono stati isolati nello giusquiamo nero sono degli alcaloidi e con la precisione sono la L-josciamina, la josciamina, l’atropina e la scopolamina. Questi ultimi due alcaloidi per idratazione vengono scissi in acido tropico e oscina.

Altri componenti isolati sono un eteroside amaro chiamato joscipicroside, un olio eterreo, acido ascorbico, colina, stearina, amido, gomma e mucillagine oltre che una serie di Sali quali quelli di calcio, potassio e magnesio.

Antiasmatico

Il giusquiamo viene anche utilizzato per la preparazione di sigarette antiasmatiche. Infatti l’azione spasmolitica della muscolatura liscia si esplica anche a livello dei bronchi, attenuando in questa maniera gli spasmi asmatici.


Giusquiamo nero: Benefici e avvertenze

Benefici

Anticinetico – Mal di mare

La scopolamina è oramai una molecola molto famosa poiché è il principale principio attivo che viene utilizzato per far passare la cinetosi ovvero il mal di mare o mal d’auto. Incorporata in gomme da masticare o in dei cerotti dermici, la scopolamina previene o fa passare le nausee dovute ai movimenti di auto, nave, treno e aereo.

Prodotti in commercio

In commercio sono reperibili facilmente e senza prescrizione medica cerotti o gomme da masticare contro il mal d’auto.

Per il medesimo impiego sono presenti anche delle gocce da disperdere in acqua, ma sono meno diffuse e usate per la loro poca praticità.

Controindicazioni

Consultare il medico in caso si desideri somministrare prodotti contenenti scopolamina a bambini al di sotto dei dieci anni.

Avvertenze

Il giusquiamo nero è una pianta velenosa da non utilizzare come rimedio casalingo.

È inserita nella lista delle piante prescrivibili solo da medici e la sua vendita è possibile solo in farmacia.

Il suo utilizzo negli integratori alimentari, di cui fanno parte anche i prodotti erboristici, è vietato.

L’avvelenamento da giusquiamo è simile a quello provocato dalla Belladonna.


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