Scilla

Caratteristiche della pianta

L’Urginea marittima B., detta comunemente scilla, è una pianta molto comune in Italia, soprattutto lungo le coste sabbiose, dove spesso è considerata erbaccia inutile, mentre oltre che essere ricca di principi attivi, è anche responsabile del mantenimento della sabbia in loco.

Linneo la classifico nel Genere Scilla, ma poi Baker la riposizionò nel Genere Urginea, ma oramai la sua popolarità con il nome scilla era ormai radicata che le rimase.

È una pianta molto velenosa, tanto che anche gli antichi greci lo capirono ben presto a proprie spese e le diedero il nome di skiullein: dilaniare, da cui poi schilla e infine scilla. Il nome scilla richiama anche la Sicilia, regione nella quale cresce talmente abbondante che è stata ritrovata anche lontana dalle zone costiere. Il nome specifico marittima, come intuibile, le è stato dato per la sua propensione a crescere lungo le coste marittime.

I nomi italiani richiamano anch’essi la vicinanza del mare, come zeodda marina, ornitologo marino o cipolla marina; oppure per assomiglianza ad altre piante, come la già citata cipolla marina, ma anche giacinto selvatico, cipuddrazzu.

In inglese è detta squill, in francese è la scille marittime. I tedeschi la chiamano blaustern mentre in Spagna è la esquila.

È una pianta erbacea perenne della Famiglia delle Liliacee, come il giglio ma anche come la cipolla.

Come queste, anche la scilla presenta un bulbo piuttosto grosso, tonacato, formato da squame membranose; quelle esterne sono secche e rossastre, quelle mediane spesse e carnose, quelle più interne sono bianche , carnose ma mucillaginose.

Le foglie partono dal bulbo, sono grandi, lungamente lanceolate, acute, glabre. Sono turgide e coriacee in piena estate, mentre in autunno si seccano e cadono per permettere al bulbo di andare in riposo. Le nervature scorrono parallele tra di loro per tutta la lunghezza della foglia.

Dal centro delle foglie si erge in primavera uno scapo floreale, sul quale fiori bianchi, ermafroditi e inodori crescono in una infiorescenza a grappolo cilindrico (pannocchia) che rimare eretto anziché pendulo. Il peso dei fiori però può farlo piegare.

Il frutto è una capsula membranacea, che contiene diversi semi di colore nero.

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Coltivazione e origine

È una pianta di origine europea, conosciuta sin dall’età dell’Antico Egitto. Il suo habitat ideale è quello lungo le coste mediterranee, con apparizioni anche su quelle delle Canarie.

Come per la maggior parte dei bulbi, anche quello della scilla deve essere interrato a poca profondità, con due o tre centimetri di terra sopra.

Una esposizione a pieno sole e con un terreno a base sabbiosa, molto drenante e piuttosto asciutto sono le condizioni ideali.

Pur non avendo bisogno i particolari interventi, se si vuole avere una fioritura migliore, si può somministrare un concime per piante da fiore a base di fosforo, ma anche quelli trivalenti possono risultare utili.

Durante l’estate le piante di scilla devono essere annaffiate con molta parsimonia e a lunghi intervalli.

Parti utilizzate

Della scilla vengono usate le squame mediane del bulbo. Nonostante indistintamente tutte le membrane abbiano gli stessi componenti, quelle esterne vengono scartate perché di consistenza pergamenacea, mentre quelle interne perché troppo mucillaginose. La consistenza di quelle mediane è l’ideale.

Una volte separate, vengono tagliate in listarelle e fatte seccare.

tecniche di raccolta

La raccolta dei bulbi prevede l’estirpazione dell’intera pianta sul finire dell’estate, inizio autunno, con un protrarsi del periodo fino ad ottobre nelle regioni particolarmente calde. In questo periodo il bulbo è ricco di sostanze che permetteranno alla pianta di superare il periodo invernale.

Una volta estirpato il bulbo, questo verrà ripulito dalle radici ed eventualmente dai resti delle foglie secche.


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Proprietà e uso nella storia

La somiglianza ai bulbi di cipolla, costò la vita ad ignari e affamati antichi greci, che trovandola abbondante lungo le coste, provarono a cibarsene. Ovviamente gli effetti mortali furono di questa pianta furono ben presto divulgati evitando altre inutili morti.

Una preparazione con scilla e miele veniva somministrata dai medici arabi durante il Medioevo come rimedio diuretico.

L’uso più frequente che si fece di questa pianta fu quello di ratticida, in quando il topo non essendo capace di vomitare, veniva avvelenato e moriva.

Solamente agli inizi dell’ ‘800 si scoprirono le proprietà farmacologiche della scilla quali cardiotonico, diuretica ed espettorante, ma si ignorava la differenza di quantità tra la dose terapeutica da quella mortale.

descrizione dei principi attivi

Il bulbo della scilla ha come costituente principale la mucillagine, che arriva a costituire anche 11% del totale dei componenti. Sono presenti anche triterpeni e molti flavonoidi, sia in forma libera come tali che in quella glicosidata, ovvero legati ad uno zucchero (glucoside).

Proprio dei glucosidi sono i responsabili dell’azione cardiotonica. Non si conosce ancora con precisione quale sia il responsabile, ma si è notato che sono una quindicina i glucosidi attivi. Uno dei principali componenti è la proscillaridina A, che per scissione idrolitica da origine allo scillarene A, scillarene B e scillarenina.


Scilla: Benefici e avvertenze

Cardiotonica

La scilla è ricca di principi attivi che hanno un effetto tonico sul cuore. La loro azione si esplica in modo simile alla digitale, rallentando e rafforzando l'impulso, e ha una minor tendenza all’accumulo; di contro ha che è più irritante per la mucosa gastro-intestinale. Sebbene non venga utilizza, l’urginea potrebbe essere impiegata nei casi di aritmia e anarchia ventricolare, cosi come nella tachicardia.

Diuretico

L’azione diuretica della scilla non è solamente un effetto secondario dell’azione cardiotonica, ma sembra essere anche dovuto ad una azione diretta sui reni. Per tal motivo era usata come diuretico per le idropsie, le malattie croniche dei reni, conseguenti a disfunzioni cardiache. Scilla però non è da impiegarsi quando i reni hanno una infiammazione acuta.

Espettorante

Il potere espettorante che la scilla esplica sulla mucosa bronchiale può essere sfruttato nei casi di bronchite; meglio se in associazione con altri espettoranti come particolare ipecacuanha e carbonato di ammonio, che permettono di ridurre i quantitativi di scilla.

Prodotti in commercio

Per legge in commercio non deve essere presente alcun prodotto a base o contenete scilla a causa della sua tossicità.

La differenza tra dose terapeutica e dose letale è talmente ravvicinata che risulta troppo pericoloso il suo utilizzo, quando poi si possono usare altre e meno dannose piante con effetti identici.

Avvertenze

Il contatto e tanto più l’applicazione delle squame dei bulbi freschi sulla cute causa dermatiti e vescicazione, che possono trasformarsi in ulcere quando il contatto avviene con le mucose.

Il taglio della droga comporta l’esalazione di vapori irritanti e lacrimatori.

Una intossicazione da scilla si manifesta con disturbi intestinali, nausea e vomito e comparsa di alterazioni del ritmo cardiaco.

La pianta non è ammessa tra gli ingredienti di prodotti erboristico o di integratori alimentari.


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