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Tra le erbe dalla tradizione terapeutica più antiche vi è, senza dubbio, la malva. La malva è una pianta perenne erbacea che appartiene alla famiglia delle Malvacee ed è indicata con il nome scientifico di Malva Silvestris. Si tratta di una specie vegetale estremamente comune che è possibile reperire in maniera molto semplice e che si adatta a vivere in habitat estremamente diversi. Tutto ciò fa della malva una delle specie più utilizzate in omeopatia, soprattutto per quanto riguarda il trattamento di alcune patologie e disturbi. La malva può essere acquistata in erboristeria o addirittura può essere raccolta. In genere, è possibile trovarla sui bordi delle strada, soprattutto quelle di campagna, ma possono crescere spontaneamente anche nei giardini di casa. Nel caso della raccolta, però, bisogna stare ben attenti a ciò che si raccoglie in quanto c’è il rischio che le erbe raccolte possano essere contaminate dal passaggio di animali o dall’inquinamento. Molto più sicuro è l’acquisto in un negozio specializzato. Il nome malva dal latino significa lenire, ed infatti questa è una delle sue caratteristiche principali. L’estratto di malva ha uno straordinario potere lenitivo e non solo, questa pianta possiede tante altre caratteristiche.
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Le pianta officinali presentano numerosi principi attivi e sostanze nutritive e terapeutiche per l’organismo, ma per poterne beneficiarne bisogna estrarle. Una nelle modalità più ovvie è quella di ingerirle, ma spesso la cottura tradizionale fa perdere a queste specie vegetali le loro proprietà per cui si prediligono modalità di cottura meno invasive. Si tratta di tre procedure note come l’infuso, il decotto e la classica tisana. Questi tre procedimenti sono molto simili, tuttavia vi sono alcuni aspetti che li differenziano. Il decotto, ad esempio, è un metodo che permette di far sprigionare i principi attivi e le proprietà delle piante anche da quelle parti più dure e generalmente considerate come parti di scarto della pianta. Le parti in questione sono i semi, la corteccia, le radici in cui generalmente si conserva la maggior parte delle sostanze utili delle piante. Grazie al decotto è possibile estrarle e goderne. Il decotto di malva, dunque, è indispensabile per poter assumere tutte quei principi attivi insediati nei semi e nelle radici della malva.
Grazie al decotto di malva è possibile utilizzare tutte le sostanze benefiche di questa pianta e trasferirle all’interno di una bevanda da consumare anche più volte al giorno per un lungo periodo di tempo. Questa bevanda presenta proprietà lenitive e lassative e viene utilizzata per la cura e la prevenzione di diversi stati. Le indicazioni terapeutiche che regolano l’utilizzo del decotto di malva sono diversi e molto vari. In genere, si consiglia di consumare una tazza di decotto di malva al giorno, ma anche più di una tazza per problemi di stitichezza cronica. La sua funzione di lassativo è leggera ma efficace e ciò permette anche a soggetti delicati quali anziani o bambini di poterne beneficiare. Se si hanno problemi respiratori come infezioni alle vie respiratorie, tosse o raffreddore non c’è nulla di meglio che una tazza calda di decotto di malva. Questa pianta è un ottimo rimedio contro patologie quali faringiti, acne, eczemi, ma anche per infiammazioni al retto o vaginiti, chiaramente non si assumerà la malva come decotto ma facendo delle spugnature per via esterna.
La preparazione di un decotto alla malva è estremamente semplice. In linea di massima si conosce la differenza tra una tisana, un infuso e un decotto. La differenza tra i tre procedimenti sta proprio nella modalità di preparazione. La prima cosa da fare è acquistare presso un negozio specializzato la malva sottoforma di foglie, semi, radici e quant’altro. Se si è degli esperti si può anche raccoglierla direttamente. una volta ottenuta la materia prima non resta che mettere dell’acqua distillata in un pentolino a fuoco moderato e versare, quando l’acqua è ancora fredda, la malva. Così facendo il tempo di infusione sarà maggiore e il passaggio dell’acqua dal freddo al caldo avverrà con all’interno la pianta. Ciò farà sì che i principi attivi della specie vegetale in infusione potranno essere liberati in maniera più significativa. Una volta che l’acqua ha raggiunto lo stato di bollore, è necessario spegnere la fiamma e far raffreddare. Il decotto può essere consumato freddo o caldo a seconda dei gusti. Se si preferisce si può zuccherare con zucchero o miele.
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