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La diagnosi della celiachia è difficile e può avvenire anche in tarda età proprio perché inizialmente può rivelarsi asintomatica oppure presentare dei sintomi di origine estremamente varia, che comportano la supposizione di diverse cause e non fanno immediatamente mettere in allarme il paziente o il medico che deve prescrivere eventuali accertamenti. I sintomi, inoltre, possono ricorrere in modo differentemente intenso durante la vita della persona, creando ulteriore confusione nell'identificazione della causa. Tra i sintomi più comuni, tuttavia, è possibile identificare una lieve anemia e senso di spossatezza, legate alla carenza di ferro (va ricordato che la celiachia provoca disturbi legati al malassorbimento). I pazienti lamentano di frequente difficoltà digestive, mal di testa in seguito all'alimentazione, un senso di spossatezza e di apatia. La celiachia può avere effetti che possono far pensare, in un primo momento, a cause di origine esclusivamente psicologica, come l'ansia o la depressione e l'irritabilità. A questi sintomi si aggiungono quelli legati alle difficoltà di assorbimento intestinale, con flatulenza, meteorismo, ventre sempre gonfio. I sintomi possono sfociare anche nella diarrea frequente e nel deterioramento delle mucose interne dello stomaco e dell'intestino. Se non riconosciuta, con il passare degli anni la celiachia può originare ipotiroidismo, diabete, nonché facilitare lo sviluppo di tumori allo stomaco e all'intestino.
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Diagnosticare la celiachia, oggi, è più facile che in passato, ma un primo ostacolo importante è proprio nella presa di coscienza del paziente: molto frequentemente, in caso di sintomi lievi, i soggetti evitano di rivolgersi al medico, ritenendo i sintomi semplici segni di una alimentazione temporaneamente scorretta, di qualche eccesso o di semplice sensibilità. Quando i sintomi concorrono, tuttavia, e si ripresentano a lungo nel tempo, si interviene attraverso esami specifici che possono confermare la presenza della malattia. Si passa inizialmente attraverso esami specifici del sangue, che tuttavia devono essere confermati da test più invasivi: gli esami del sangue,infatti, possono talvolta rivelarsi negativi anche in presenza della malattia. A questo punto, dunque, è necessario intervenire attraverso la biopsia dell'epitelio intestinale, che avviene sotto sedazione con un tubo introdotto per via orale.
Una volta diagnosticata, la celiachia deve essere affrontata attraverso la totale eliminazione del glutine all'interno della propria dieta, senza possibilità di ritorno indietro. La celiachia, infatti, non è una malattia che può essere sconfitta e occorre imparare a conviverci, dal momento che anche l'assunzione di piccole quantità di glutine possono comportare danni all'organismo. Le persone celiache devono pertanto avere la massima attenzione riguardo gli alimenti introdotti e la loro modalità di conservazione: il cibo privo di glutine non deve nemmeno entrare in contatto con altri prodotti contenenti la sostanza nociva per l'organismo celiaco. In commercio, esistono sempre più prodotti per celiaci e la varietà viene garantita in modo crescente grazie alla continua nascita di nuove linee dedicate. Ma occorre fare attenzione anche nella preparazione casalinga e, in particolar modo, quando ci si ritrova a mangiare fuori casa: è importante fare presente il proprio disturbo al ristoratore affinché possa rispettare tutte le norme sanitarie indispensabili per evitare l'assunzione accidentale di glutine. Con la malattia si può convivere limitando il suo impatto sulla vita quotidiana, soprattutto dal momento che la varietà di prodotti ad hoc, nei supermercati come nei ristoranti, è sempre più vasta e facile da trovare: la conoscenza approfondita di tutto ciò che è lecito e ciò che è proibito, però, è una condizione basilare per il paziente che deve preservare la propria salute.
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