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Il periodo scelto per l’inizio della pratica di semina è la fine del periodo invernale e l’inizio di quello primaverile. Per far sì che la pianta di carciofi possa attecchire correttamente e sopravvivere è necessario preparare attentamente il terreno. Il terreno più adatto per la pianta di carciofo è un terreno misto ben drenato, leggero e ben preparato. In realtà, però, la pianta di carciofi si adatta alla maggior parte delle miscele di terreno soprattutto quelli argillosi. In genere, un terreno coltivato a carciofi resta fertile per un ciclo che dura circa 6 o 7 anni. La fase della preparazione del terreno consiste nella vangatura. Per vangatura d’intende scavare e smuovere il terreno ad una profondità massima di circa 30 cm. Per questa operazione è possibile utilizzare una vanga manuale o un macchinario che è consigliabile se l’appezzamento di terra è molto esteso. Il procedimento è alquanto ripetitivo: lungo tutta l’estensione del campo occorre scavare un solco lungo il quale è necessario distribuire del letame maturo. Con il passaggio al secondo solco si copre il primo con delle zolle di terra e si procede in questo modo per tutto il pezzo di terra da preparare. Terminata la fase di vangatura è necessario livellare il terreno.
Preparato il terreno si passa all’attecchimento della pianta che può avvenire impiantando direttamente il seme o delle gemme, che in gergo sono dette carducci. Scegliere i semi significa andare incontro ad un processo più difficile da portare avanti. Piantare i carducci, invece, da maggiori speranze di riuscita. I carducci presentano alla base delle radici e, una volta fatti rinvenire fornendo loro il giusto grado di umidità, possono essere interrati a circa 20 cm di profondità e ad una distanza di circa 80 cm tra l’una e l’altra. Il periodo di interramento dei carducci dipende dal clima della zone in cui avviene la coltivazione. Se ci si trova in territori caratterizzati da clima mite l’interramento avverrà alla fine della stagione autunnale, mentre se il clima è più rigido l’interramento sarà effettuato all’inizio della primavera. Terminata l’operazione dell’interramento si dovrà effettuare un’abbondante irrigazione per rendere il terreno più compatto e omogeneo.
Per quanto riguarda l’irrigazione durante il processo di crescita è importante non creare ristagni d’acqua che possono far marcire la pianta. Bisogna irrigare solo quando il terreno risulta asciutto. La concimazione, invece, non dovrà essere effettuata durante tutto il primo anno di crescita ammesso che durante la prepazione del terreno questa fase sia stata compiuta correttamente. Solo dopo il primo anno si può aggiungere ai piedi della pianta del letame maturo. Altre operazioni da effettuare sono la pacciamatura, ovvero, si mantiene l’umidità del terreno coprendolo con della paglia o del fieno. In questo modo si protegge anche dalla eventuale crescita di piante infestante che, qualora dovessero comparire, devono essere immediatamente estirpate in quanto tolgono nutrimento alla carciofaia.
La fase della raccolta comincia intorno al mese di ottobre e termina in primavera, ma chiaramente, a seconda del tipo di carciofaia i tempi potranno subire delle variazioni. Essa avverrà a mano in quanto è sconsigliato l’utilizzo di macchinari che potrebbero rovinarne i frutti. Terminato il processo di raccolta la pianta subisce una diccioccatura, ovvero vengono tagliati gli steli da cui sono germogliati i capolini raccolti. A questo punto la pianta è lasciata riposare, intorno al periodo fine primaverile e l’inizio dell’estate, fino all’inizio di un nuovo raccolto. I tempi, come già detto più volte nel corso dell’articolo, possono subire delle variazioni in quanto esistono diverse varietà di piante di carciofi e tutte hanno delle caratteristiche specifiche.
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