Distorsione
La distorsione è una lesione traumatica a carico di una articolazione qualunque come dita, polso, gomito o spalla, caviglia, ginocchio e più raramente anca. La lesione è provocata da un movimento violento, improvviso e non aspettato, che forza l’articolazione e le sue strutture, ossa, tendini e muscoli, in movimento che va oltre i limiti per i quali è atta, arrecando quindi danni più o meno seri.
Le parte più soggetta a traumi di origine distorsiva sono le caviglie e le ginocchia. Entrambi devono supportare e sopportare l’intero peso del corpo; è quindi facile da capire che se arrivano, o oltrepassano i loro fisiologici raggi di lavoro, possano cedere. Cosi anche la più semplice e banale buca nel marciapiede o mattonella disallineata con le altre possa trasformarsi una micidiale fabbrica di distorsioni. Per non contare poi tutte le distorsioni che avvengono durante la pratica sportiva, nella quale sono pochi gli sport che si salvano dalle distorsioni.
Come detto la distorsione non è altro che un movimento dell’articolazione che va oltre il suo fisiologico angolo di lavoro.
Quando si ha una distorsione, l’osso esce dalla propria sede articolare per poi rientrarvi immediatamente, senza che noi ce ne accorgiamo. Se ciò non dovesse avvenire e l’osso rimane al di fuori della propria sede, si parla allora di una lussazione, trauma ben più serio e doloroso.
Quando ciò accade i danni che si riportano in una distorsione, escludendo i casi che portano alla lussazione o alla frattura di un osso, sono quelli a carico della capsula articolare, dei legamenti e dei muscoli.
Immediatamente dopo la distorsione, l’articolazione si gonfia più o meno intensamente a seconda della gravità. Il dolore per l’errato movimento è immediato e lancinante a tal punto che il soggetto non riesce a reggersi in piedi, nel caso di distorsione alla caviglia o al ginocchio, o a muovere l’arto superiore e/o la mano in caso di distorsione al polso o al gomito.
Al dolore e al gonfiore può far seguito un travaso di sangue e quindi una macchio estesa di color rosso violaceo, indice appunto della rottura dei capillari sanguigni che irrorano la zona.
La prima cosa da fare in caso di distorsione è quella di apporre sopra l’articolazione interessata dall’infortunio una borsa del ghiaccio, in mancanza di questa il ghiaccio dovrà essere avvolto in una garza o una maglietta ma mai a diretto contatto con la pelle. Il freddo ha lo scopo non solo di ridurre la sensazione di dolore, ma anche quella di tamponare il gonfiore e l’eventuale ematoma, poiché il freddo tende a far diminuire l’afflusso del sangue. Nel caso specifico di una distorsione alla caviglia, contrariamente a quanto solitamente si fa, non si dovrebbe togliere la scarpa, soprattutto se alta, in quanto la compressione data dalla scarpa aiuta l’articolazione a non gonfiarsi esageratamente.
Dopo di che bisogna immobilizzare l’articolazione con una fasciatura. Non una professionale da fisioterapista ma una semplice che limiti i movimenti giusto il tempo per arrivare a casa o dal medico, il quale valuterà l’entità del danno.
Nelle forme più leggere, come nelle “storte”, sia il dolore che il gonfiore diminuiscono a partire dal giorno dopo fino a scomparire dopo 2-3, ma già dal giorno dopo si può camminare tranquillamente, mentre sarebbe meglio evitare lo sport per almeno una settimana.
Quelle di media entità sono le più difficili a trattare, in quanto il soggetto è spesso tratto in inganno dell’effettivo danno e non cura l’infortunio con la dovuta attenzione. Si continua ad usare l’arto nonostante si provi comunque dolore e il gonfiore non sia diminuito. Si usano le pomate antinfiammatorie solo quando ci si ricorda o sia ha voglia di spalmarle. Tutto questo comporta un notevole allungo dei tempi di guarigione, oltre che un probabile danno permanente come ad esempio una estensione non più ottimale dell’articolazione.
Le distorsioni più serie invece si notano subito. L’articolazione si gonfia come un palloncino e diventa completamente nera, non più rosso violacea. In questi casi il pronto soccorso è primo posto in cui recarsi, anche se poi si deve aspettare delle ore prima di essere… soccorsi. Verranno fatte delle lastre per escludere fratture e a discrezione del medico, anche una ecografia per valutare il danno ai legamenti, esame che però potrà essere effettuato anche in un secondo momento.
Sempre a discrezione del medico, l’arto sarà immobilizzato con un valva di gesso oppure con una fasciatura stretta, oppure con un tutore. Non esiste una immobilizzazione o un sostegno ideale per una distorsione, dipende esclusivamente dal medico.
Ovviamente la distorsione comporta una infiammazione acuta nella zona interessata, per cui la cura di base è quella che prevede l’assunzione di pastiglie o l’uso di pomate antinfiammatorie. Diclofenac e ketoprofene e farmaci FANS sono i principi attivi di sintesi più usati e prescritti, ma ci sono valide alternative naturali.
Esistono piante con poteri antinfiammatori altrettanto efficaci, che possono affiancare l’uso della tradizionale medicina.
Unguenti, pomate o decotti di arnica, artiglio del diavolo, boswelia e ippocastano si possono usare senza controindicazioni con il contemporaneo uso dei FANS, anche se è sempre meglio chiedere consiglio al medico curante. Mentre le prime tre aiutano a limitare l’infiammazione, l’ippocastano aiuta nel riassorbimento dell’ematoma e alla ricostruzione dei capillari in quanto è un ottimo vaso protettore.
Sempre da applicare come impacco si può preparare una amalgama di rizoma di consolida maggiore ( e ippocastano se avete ematomi) e olio di oliva; nel frattempo che il composto riposa, fate bollire per cinque minuti della verbena e issopo. Lasciatelo raffreddare per alcuni minuti e unitevi l’amalgama di consolidata e olio di oliva. Applicate “l’intruglio” sulla distorsione,
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