Una carenza di fenilalanina può dipendere in modo diretto da una dieta squilibrata e non abbastanza ricca di tale elemento: essendo un aminoacido essenziale, infatti, la fenilalanina non può che essere assunta per via orale. La fenilalanina è contenuta sia in alimenti di origine animale, sia in alimenti di origine vegetale, pertanto il corretto apporto può essere garantito anche con un regime alimentare controllato di tipo vegetariano. Tra gli alimenti più ricchi di questo prezioso aminoacido ricordiamo le uova, i legumi, carni con particolare concentrazione nel pollo, nel maiale, nel coniglio e nell'agnello. A seguire, per migliorare l'apporto di fenilalanina, si può fare affidamento sul frumento e sul riso, sui formaggi e i derivati del latte e sulla frutta. Una eventuale carenza di fenilalanina, dunque, può essere sintomo di una alimentazione mal equilibrata e proprio correggendola è possibile ripristinare i livelli adeguati e tornare ad uno stato di salute ottimale, eventualmente ricorrendo anche ad integratori sotto controllo medico. Occorre invece evitare gli alimenti che ne sono ricchi qualora si sia affetti da fenilchetonuria, affidandosi a medici per il percorso terapeutico e l'individuazione del regime alimentare più adatto.
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la carenza di fenilalanina non deve essere presa sotto gamba: si tratta di un fattore che può comportare gravi conseguenze e che necessita di intervento tempestivo, per evitare che possa degenerare. Essa, se ignorata, può essere la causa dell'insorgenza della fenilchetonuria: l'organismo diventa progressivamente incapace di convertire l'aminoacido in tirosina ed esso si accumula nei tessuti, creando problemi a diverso livello per tutto l'organismo. A quel punto, se la malattia, seppur rara, è stata sviluppata, aggiungere maggiori quantità di fenilalanina attraverso la dieta per innalzarne i livelli nell'organismo risulta essere un errore, perché a quel punto si stimola soltanto l'accumulo della sostanza. Attraverso alcuni sintomi, tuttavia, è possibile riconoscere la carenza di fenilalanina anche prima che essa degeneri in disturbi gravi e in grado di compromettere l'organismo. I primi campanelli d'allarme risultano essere un peggioramento dei riflessi, unito ad un senso generale di stanchezza nonostante le ore di riposo e una rapida perdita delle capacità mnemoniche. Un abbassamento dei livelli di fenilalanina può anche comportare l'insorgenza di altri sintomi precedentemente latenti: dal momento che essa è utile per contrastare l'emicrania e gli stati depressivi, entrambe le situazioni si possono manifestare nei soggetti predisposti, oppure acuirsi se già presenti.
Dal momento che la fenilalanina può essere apportata solamente tramite assunzione esterna, i fattori di intervento per innalzarne i livelli sono principalmente due: la correzione della dieta, qualora essa sia responsabile dello scarso apporto, può essere accompagnata dall'assunzione di integratori specifici di fenilalanina, realizzati a partire da ingredienti di origine naturale. L'assunzione degli integratori deve essere considerata una terapia da seguire con costanza per un periodo di tempo comunque limitato, da intraprendere esclusivamente sotto il controllo del proprio medico. Il sovradosaggio di fenilalanina, ad ogni modo, non è tossico, ma risulta pericoloso per le persone che soffrono di disturbi legati ai reni o al fegato. Gli integratori vengono talvolta consigliati anche in caso di necessità di dimagrimento, dal momento che la fenilalanina può aiutare a ridurre la sensazione di fame e, di conseguenza, favorire il mantenimento del regime alimentare controllato. Anche in questo caso, però, l'assunzione degli integratori deve essere concordata insieme al proprio medico, per inserire tali sostanze in modo ottimale all'interno del percorso terapeutico.
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