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La vitamina D, come vista, è assorbita tramite l'alimentazione e grazie all'esposizione ai raggi solari. Gli alimenti maggiormente ricchi di questa sostanza sono il pesce, le uova, l'olio di fegato di merluzzo e alcuni tipi di latte addizionato. Eventuali carenze, dunque, potrebbero più frequentemente legarsi ad uno stile di vita vegano, il quale esclude l'assunzione di alimenti di origine animale. Tuttavia, vi sono altre fonti dalle quali è possibile ricavare buone quantità di questa vitamina. Anche i cereali e le verdure verdi sono una buona fonte di assorbimento di questa importante vitamina. In generale, è possibile distinguere tra vitamina D3, sintetizzata a partire da alimenti di origine animale, e vitamina D2, sintetizzata invece a partire da alimenti di origine vegetale. In entrambi i casi l'esposizione alla luce gioca un ruolo egualmente importante: essa può fare la differenza molto più delle quantità di vitamina assunte durante i pasti.
Come visto, le carenze di vitamina D sono rare, ma non impossibili: molto dipende anche dalla capacità del nostro organismo di sintetizzarla. I rischi aumentano sensibilmente in caso di stile di vita vegano. Per ovviare a queste carenze è possibile ricorrere a diversi sistemi: prima di tutto, è bene assicurarsi di assumerne in quantità sufficiente ed aumentare, se possibile, l'esposizione ai raggi solari, sempre con le dovute precauzioni, nei tempi e nelle modalità sicuri per l'organismo. Inoltre, è possibile ricorrere a integratori: anche prediligendo quelli di origine naturale, è bene fare attenzione agli ingredienti di partenza. Chi ha adottato uno stile di vita vegano, infatti, può ricercare integratori di vitamina D derivanti esclusivamente da fonti vegetali. Ad ogni modo, in commercio esistono anche integratori derivanti da fonti animali.
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