Miele

Il miele è una delle sostanze più dolci che la Natura ci possa offrire. Quello che noi utilizziamo quasi quotidianamente viene prodotto dalle api, esattamente da quelle classificate come Apis mellifera. Un tipo di ape capace di succhiare il nettare dai fiori e di convertilo in particolare sacca interna, in miele vero e proprio. Questo viene poi consumato immediatamente dalle api stesse come alimento oppure conservato nelle celle di cera per essere sfruttato in un secondo momento. E da queste celle, chiamati favi, che noi lo raccogliamo in modo del tutto naturale. I favi vengono grattati con dei punzoni per rompere le celle, poi passano in una centrifuga, dove per la sola forza centrifuga, il miele viene spinto verso le pareti del macchinario e quindi raccolto sul fondo. Dopodichè può essere filtrato per eliminare eventuali presenza indesiderate come resti di cera o di insetti e lasciato riposare, ... continua

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      prosegui ... , in modo che possa eliminare tutta l’aria raccolta nella sua estrazione;le bolle d’aria semplicemente salgono in superficie e scompaiono. Ora è prono per essere imbottigliato e messo in vendita, senza l’aggiunta di nulla (aggiunte che tra l’altro non sono permesse per legge).Conosciuto dall’uomo praticamente da sempre, prima era conosciuto come prodotto selvatico, recuperato a mano da incavi nei tronchi di alberi o sotto spuntoni di roccia, ma ben presto si capì che si poteva allevare questi piccoli e utili insetti per la produzione di miele.

      I primi a capirlo pare siano stati gli antichi egizi, che pare fossero soliti spostare le arnie nei prati in fioritura, sia via Nilo che via terra; un piccolo neo però era quello che, quando arrivava il periodo di raccogliere il miele, le api venivano uccise. Si è certi che questo dolce liquido fosse da loro conosciuto perché, oltre al fatto che sono stati ritrovati molti geroglifici che ne parlano, in lacune tombe sono stati ritrovati dei vasetti che lo contenevano.

      Nel corso dei secoli, il miele non perse di importanza. Per gli antichi greci era “il cibo degli dei”, usato più per le offerte votive che come alimento per i comuni mortali; mentre i romani, irrefrenabili consumatori, lo importavano da ovunque affinché Roma non ne fosse sprovvista. Era utilizzato sia per cucinare, che come dolcificante e conservante. Diffusissimo era il Mulsum, ovvero il vino a cui era stato aggiunto del miele. Per lo più si univano miele, pepe e vino vecchio, il Falerno, per mascherare il sapore amaro, anche se l’intento principale era quello di nascondere l’acidulo dell’andato a male. Ma non era inconsueto che venisse aggiunto anche al vino buono se non addirittura al mosto.

      L’utilizzo del miele, sempre come dolcificante, come ingrediente per la cucina, ma anche come conservante, rimane sempre molto alto fino a tutto il Medio Evo, per poi andare lentamente a scemare dalla scoperta dell’America, quando si iniziò la coltivazione estensiva della barbabietola da zucchero. Ma è solo dal 1700, con la scoperta industriale per la produzione di zucchero, che questo soppianta in maniera radicale il miele.Da allora il miele è stato considerato di “contorno” nell’alimentazione, un alimento a cui si poteva fare benissimo a meno. Ma negli ultimi anni, l’interesse verso il miele sembra essere tornato in auge, soprattutto con il diffondersi delle diete.

      Il miele infatti ha un potere dolcificante superiore rispetto allo zucchero e questo vuol dire che se utilizza di meno. In più, se si tiene conto delle calorie, queste sono solo circa 300 calorie per cento grammi, contro le 400 del saccarosio. Sono cifre basse, quasi insignificanti, cosa che però non lo è affatto se si è in un regime alimentare ipocalorico. L’aspetto che dovrebbe far tendere a preferire il miele al saccarosio, è però la sua composizione. Il miele è cosi dolce perché ha una alta concentrazione di fruttosio e glucosio, che sono due zuccheri semplici e quindi subito utilizzabili dal fegato e dall’organismo, mentre il saccarosio è un disaccaride, ovvero uno zucchero che prima di essere usato deve essere scisso in fruttosio e glucosio.

      Per questo il miele è spesso utilizzato nello sport. Un cucchiaino da tè preso prima di iniziare un’attività sportiva, fornisce la prima energia necessaria affinché l’organismo entri a regime ed inizi a sfruttare per esempio le riserve di grasso. Oppure preso quando già si è in moto, fornisce benzina di immediato utilizzo per uno sprint finale.

      Oltre che da un punto di vista dietetico ed energetico, il miele ci rifornisce anche di una discreta quantità di elementi secondari non trascurabili, come proteine, aminoacidi, sali minerali,

      vitamine, enzimi digestivi, granelli di polline, sostanze aromatiche e tantissimi elementi chimici come potassio, calcio, fosforo, magnesio, ferro. Tutti dati che sono stati confermati da sofisticate analisi strumentali che hanno identificato nel miele fino a 181 elementi.

      Ma vista la grandissima varietà di tipi di miele, millefiori, di agrumi, di corbezzolo, di carrubo, di eucaliptus, solo per citare alcuni tra i più ricercati, ci si potrebbe domandare quale è il miglior.

      E la risposta è semplice: quello che più piace! Infatti le proprietà fondamentali di qualsiasi tipo di miele sono molto simili tra di loro. Il miele infatti ha un’azione antibatterica non indifferente, solo leggermente inferiore alla propoli, che si esplica in maniera ottimale nelle prime vie aeree e digerenti. Ha un discreto potere conservante per permette una vita più lunga ad esempio ai dolci con esso ricoperti, grazie alla grande quantità di zuccheri che contiene che non permetto, o rallentano in modo sensibile, il moltiplicarsi dei batteri e quindi la decomposizione.

      Sono le proprietà secondarie a cambiare leggermente. Come detto infatti, il miele contiene sostanze aromatiche, quindi un miele di eucaliptus o di agrumi potrebbe essere più indicato per gli arrossamenti della gola, ma le concentrazioni sono tali da non fare una cosi netta differenza con i mieli di qualsiasi altra pianta.

      Ciò che cambia veramente è il gusto. Prende il sapore, o leggero aroma, del nettare del fiore da cui le api si sono cibate. Cosicché quello di agrumi è più dolce di un millefiori, mentre un corbezzolo è leggermente amaro, mentre il carrubo è molto amaro.

      Qualsivoglia miele si voglia comperare è bene scegliere il miele scuro o ambrato, poiché è il suo colore naturale; sono infatti pochi i mieli chiari/bianchi, come quello di acacia. Se si dovesse trovare miele di corbezzolo bianco, allora bisogna starne alla larga perché quel colore non è il suo e indica che c’è stata una manipolazione del prodotto che ricordiamo è vietata per legge, a parte la filtrazione.