Pressione bassa

Cosa è l’ipotensione

Il termine bassa pressione indica, come è intuibile, che la pressione del sangue sui vasi sanguigni in cui scorre è al di sotto del valore medio considerato funzionale. In un corpo sano tale valore si attesta attorno ai 120/80mmHg (millimetri di mercurio), dove il primo numero indica la pressione esercitata durante il battito del cuore, che pompa il sangue in tutto l’organismo; mentre la seconda è quella presente tra un battito e l’altro, quando il cuore è in “riposo”.

Ovviamente i valori 120/80 sono indicativi, in quanto una persona può presentare variazioni fisiologiche attorno questi due numeri durante la giornata, ma se la pressione si attesta stabilmente attorno ai 90/60 mmHg, allora si parla di ipotensione.

Così come per l’alta pressione, anche per la bassa pressione l’organismo risponde più o meno prontamente con i propri collaudati sistemi per riportare il tutto nella norma. Ed esempio restringe il calibro delle arterie oppure aumenta i battiti cardiaci, tutte condizioni che possono alterarsi per alcuni minuti, giusto il tempo per riprendere la normale funzionalità.

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I problemi dell’ipotensione

Quando però le modificazioni fisiologiche non bastano e lo stato di ipotensione permane a lungo, allora si hanno avvertono di continuo disagi e problematiche, che non sono da sottovalutare. Vertigini e svenimenti sono le due sintomatologie più comuni e diffuse, nonché identificabili, dei casi di pressione bassa. In casi estremi può arrivare a manifestarsi lo shock, che può avere esiti fatali. Le vertigini sono le prime a manifestarsi, seguite da episodi di svenimenti senza alcun segnale di allarme. Sono delle situazioni che per la loro semplicità e banalità erroneamente vengono prese sul serio. Se chi ne è colpito non sta facendo nulla di impegnativo, la qualcosa può risolversi con un bernoccolo da caduta, ma se si è impegnati a guidare o lavorare in ambienti particolari come impalcature o laboratori, allora un “semplice” svenimento può portare a conseguenza più severe. Per cui se si hanno ripetuti giramenti di testa e svenimenti per “un niente” è necessario il consulto di un medico, anche perché potrebbe non trattarsi di semplice abbassamento di pressione.

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L’ipotensione ortostatica

Il più diffuso tipo di ipotensione è quella chiamata ortostatica. Esemplificatamene è quella di cui soffre chi passando da una posizione sdraiata o seduta ad una in piedi, presenta capogiri e mancamenti persistenti (questo può capitare a chiunque, ma se si è sani nel giro di due o tre secondi passa tutto). a soffrirne maggiormente sono gli anziani, a causa dell’età e della non più perfetta funzionalità dell’organismo. Tra le cause primarie della bassa pressione vi è la disidratazione e la perdita di elasticità dei vasi sanguigni. La perdita o il consumo di acqua da parte dell’organismo porta ad una diminuzione del volume del sangue e di conseguenza un abbassamento di pressione. Questi casi si moltiplicano esponenzialmente in estate, quando a causa del caldo la traspirazione aumenta notevolmente e il ripristino dei liquidi non è altrettanto celere. Anche la perdita di elasticità dei vasi sanguigni perché ormai logorati da una lunga vita o perché presentano accumuli di colesterolo e grassi (placche arteriosclerotiche), sono responsabili di una insufficiente pressione.


Pressione bassa: I rimedi naturali

Se la bassa pressione non è data da alcuna particolare patologia, la Natura può venire in aiuto in maniera precisa, ma sempre sotto il controllo di un medico e i consigli specifici di un erborista.

Sono molte e diverse le piante e le erbe che possono collaborare con il medico affinché la pressione torni ai livelli fisiologici e non causi problemi. La più conosciuta e sfruttata è la pianta del caffé, con i semi della quale prepariamo una bevanda nazionale: l’espresso! Chi ha donato il sangue, sicuramente si sarà visto offrire almeno un caffé dagli addetti o dell’acqua. Infatti con l’acqua si vuole aumentare il volume del sangue, compensando la quantità prelevata; mentre con il caffé, e la caffeina in particolare, si tende a stimolare l’organismo, facendo aumentare i battiti del cuore per mantenere la stessa pressione sanguigna pur essendoci meno sangue. In questo caso combattere la bassa pressione con una sostanza che provoca l’alta pressione come conseguenza di una eccitazione sistemica va bene poiché si tratta di una circostanza passeggera, un supporto momentaneo.

Alla stessa maniera agiscono anche le foglie della Camellia sinensis, ovvero il the. In questo caso ad alterare la pressione, oltre che la caffeina contenuta, è anche la teina, molecola ad azione simile.

Un’altra pianta che si può ottimamente adoperare per questi casi è la radice della liquirizia, la Glycyrrhiza glabra. Sebbene anche la liquirizia lavorata, quella nera per intenderci, abbia l’effetto di innalzare la pressione, è la radice pura, i bastoncini legnosi, con tutto il loro fitocomplesso che riescono ad eliminare gli stati di bassa pressione, tanto da dover essere controindicata nei casi opposti di ipertensione.

Infine citiamo anche il timo. Sebbene non sia una pianta propriamente indicata per tale uso, il timo ha tra gli effetti secondari quello di innalzare leggermente la pressione. può essere quindi impiegata quando i valori sono solo leggermente al di sotto delle media.

Se la pressione bassa è invece innescata dalla scarsa elasticità dei vasi sanguigni, si può cercare di rinforzarli. Bietola e mirtillo nero sono due piante che non presentano particolari controindicazioni, mentre con il Ginko biloba bisogna far attenzione se si stanno assumendo farmaci anticoagulanti, mentre la ruta non può essere assunta dalle donne in gravidanza, che spesso soffrono di pressione bassa, perché abortiva. Anche i semi di ippocastano aumentano la resistenza venosa e quindi aiutano a migliorare il ritorno del sangue a cuore e conseguentemente a mantenere la pressione, ma sono tossici tanto che solo i medici e farmacisti possono prescriverli.



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