Tachicardia
La tachicardia non è altro che una alterazione del battito cardiaco la cui frequenza aumenta a tal punto che sentirlo battere “in gola”. Si parla di tachicardia quando il cuore raggiunge almeno i 115 battiti al minuto (fino ai 115 viene definita come palpitazione), rispetto agli ottanta normalmente effettuati. Questo però non significa che se il cuore arriva a 120 battiti, o oltre (anche se arrivando a 180 e oltre c’è pericolo di un infarto), si sia malati. Basti pensare a quando si fa sport, o una semplice corsa anche di soli 15 secondi, quando non si è allenati. La prima cosa che si nota è il fiatone e poi, in modo naturale, si afferma: “ho il cuore in gola!”. Ebbene si ha una tachicardia, ma in questo caso è fisiologica. Si è chiesto al corpo di sopportare un carico di lavoro fuori da comune che richiedeva un surplus di energia e ossigeno da parte delle cellule. Per soddisfare questa esigenza, l’organismo ha dovuto affrettare i rifornimenti e questo avviene con l’aumento della circolazione del sangue e di conseguenza un aumento dei battiti del cuore.
Un’altra tachicardia fisiologia è quella dovuta ad uno spavento. Un qualcosa che ci sorprende, che non ci aspettiamo, mette in moto il meccanismo “attacca o fuggi” indotto dall’adrenalina. È un istinto del retaggio animalesco, che predispone il corpo a lottare o scappare per rimanere in vita. In entrambi i casi, tutte le cellule muscolari sono pronte a scattare e quindi abbisognano di più ossigeno e zuccheri. Anche in questo caso il cuore aumenta i propri battiti oltre la soglia di normalità per far arrivare più sostante possibili ai muscoli.
Dunque il termine tachicardia in sé non indica alcuna patologia, ma semplicemente una alterazione fisiologica del battito cardiaco per adeguare l’organismo ad un dato cambiamento momentaneo. Solo se questa è persistente o si presenta spesso, allora si può pensare che sia un sintomo di qualcos’altro. Spetterà al medico indagare con il paziente sul suo stile di vita, principale imputato delle tachicardie odierne, e verificare che non vi sia alcuna vera patologia come causa. In tal caso indicherà una cura appropriata o indirizzerà verso uno specialista per ulteriori esami e approfondimenti.
Come detto, lo stile di vita odierno, inclusa l’alimentazione, è spesso causa di questo fenomeno. Vita frenetica e stressante, troppo alcol e caffé, cibo spazzatura - fast food ricco di grassi idrogenati sono tutte cose che alla lunga danno, tra gli altri effetti collaterali, anche quello dell’aumento dei battiti cardiaci, spesso come conseguenza di un sistema di circolazione intasato e quindi rallentato. Già eliminando questi elementi, o almeno limitandoli in maniera rigorosa, si possono avere i primi effetti positivi, se non la scomparsa totale della tachicardia con il ritorno al ritmo regolare.
Ma anche una vita in senso opposto, ovvero troppo rigorosa, razionale, dove il “bel” vivere è proibito, le emozioni domate inducono l’organismo a soffocare all’interno di questo stile di vita pur non accorgendosi del suo squilibrio e quindi indurre la tachicardia.
Un secondo fattore scatenante un aumento del battito del cuore è il panico, ovvero l’amplificazione di un evento o una sensazione, spesso con l’attribuzione di un’importanza superiore a quella reale. Come ad esempio lo stato d’animo di agitazione indotto in alcuni soggetti al solo pensiero di essere giudicati da degli sconosciuti o di essere al centro dell’attenzione.
Infine esistono patologie cardiache e non che possono presentare questo sintomo. Per questo è indispensabile andare ad medico se si è soggetti a inspiegabili attacchi tachicardici. Cosi come nell’età compresa tra i 14 e 16 anni, quando lo sport comincia a diventare agonistico, può manifestarsi tachicardia come adeguamento corporeo ai cambiamenti fisici e di allenamento, ma anche a causa di patologie cardiache prima non influenti. Ecco che a questa età, una visita cardiologia approfondita, con tanto di adeguato elettrocardiogramma sotto sforzo, è vivamente consigliata anche se non si pratica sport.
Escludendo la tachicardia patologia, la fitoterapia presenta diversi rimedi per abbassare i battiti del cuore, anche se paradossalmente sono più frequenti piante ed erbe che hanno l’effetto contrario, cioè quello di accelerarli. Infatti guaranà, caffé, the, cioccolato, ginseng sono tutte piante con proprietà stimolanti-eccitanti, che inducono il cuore a battere più velocemente. Non dimeno sono inserite nella lista di prodotti considerati come doping (se non loro direttamente come ginseng e guaranà, almeno la molecole responsabile, come caffeina e teina).
Le piante con una azione più efficace sono quelle che agiscono a livello nervoso, capaci di diminuire l’aggressività degli stimoli nervosi; detto in altre parole rilassare e allontanare lo stress.
Nell’elite di questo gruppo si inseriscono la camomilla e la melissa. Piante di primo d’ordine nel placare il nervosismo e di conseguenza la tachicardia, senza però indurre stati sedativi e sonnolenti come avviene con la passiflora e la valeriana. Anche esse utilizzabili a tale scopo in caso di necessità.
Spesso si sente consigliare il biancospino per qualsiasi problema al cuore, ma nel caso della tachicardia sarebbe meglio evitarlo, o chiedere suggerimenti all’erborista che vi saprà consigliare una miscela bilanciata e indicata. Il solo estratto di biancospino, o infuso, non è indicato poiché è un cardiotonico che dilata le coronarie, le arterie che nutrono il cuore, apportando sì una maggiore ossigenazione al miocardio, ma determinando anche una riduzione delle resistenza periferica e quindi un effetto ipotensivo generale. Per contrastare l’ipotensione, l’organismo reagisce o restringendo il calibro dei vasi, cosa che non avviene per l’effetto indotto dal biancospino, o aumentando i battiti cardiaci, che nel nostro caso è quello che dobbiamo evitare! Attenzione dunque a chi vi consiglia biancospino anche si è tachicardici.
Per chi preferisce affidarsi alle cure alternative, può ricorrere ad una formulazione fatta con i fiori di Bach. Quella che prende il nome di Cherry plum (visciola), che viene indicata per coloro che vivono costantemente sotto controllo e temono di lasciarsi andare, accumulando cosi tensione nervosa che non riesce a scaricarsi, dando tachicardia.
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