Debolezza

Debolezza, le cause

Debolezza, mancanza di forze, spossatezza, stanchezza e cosi via, sono tutti termini che vengono utilizzati per indicare quello stato fisico che ci fa mancare la voglia, e le forze fisiche, per qualsiasi attività. Alle volte questa condizione è una vera e propria morsa che ci attanaglia e sembra non aver proprio l’intenzione di abbandonarci.

Le cause di questa condizione sono talmente tante che non è possibile elencarle tutte, anche perché la debolezza rientra tra i sintomi di praticamente tutte le malattie che colpiscono il nostro organismo. Se però vogliamo cercare di rendere meglio l’idea di cosa possa essere uno stato di debolezza, basta semplicemente pensare a come ci si sente prima, durante e dopo un forte raffreddore o una brutta influenza. La stessa impressione la si ha anche dopo un prolungato sforzo fisico, come può essere quello di una gara sportiva ma anche dopo una lunga e impegnativa giornata lavorativa o di studio.

Quindi il nostro organismo ci manda segnali di stanchezza sia a causa di malattie, sia per forzi fisici, quindi per lo più a carico dei muscoli, ma anche per quelli mentali.

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Astenia

astenia Per definire debolezza fisica associata ad una perdita di forza, in medicina viene utilizzato il termine di astenia. Più precisamente si parla di astenia vera (o neuromuscolare) e di astenia percepita (o non neuromuscolare). Mentre la prima è una condizione in cui i muscoli esercitano una forza inferiore a quella a loro attribuita in condizioni fisiologiche ottimali, la seconda viene identificata quando il paziente accusa una fatica maggiore rispetto alla quantità di forza impiegata per esercitare un determinato lavoro (in senso lato), ma in effetti la forza muscolare espressa dal corpo non risulta essere alterata.

In questo caso è ben difficile che una pianta possa darci una mano nel superare il nostro problema, che risulta essere una malattia e quindi come tale deve essere trattata, con tanto di visite mediche, anche specialistiche, se necessarie.


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Debolezza generica

Debolezza generica Quella che la Natura riesce in qualche maniera a contrastare è quella dovuta a sforzi eccessivi, a mancanza di energia per i muscoli e per la mente, a cui il corpo reagisce con un intorpidimento generale, la cosiddetta “sono troppo debole”. Parliamo quindi genericamente di energia, mancanza di energia.

In questi casi ci si può sbizzarrire nello scegliere il prodotto più confacente ai propri gusti o al proprio organismo, a seconda di come reagisce. Sono presenti anche prodotti studiati appositamente per questo o quel determinato caso di debolezza, per il quale sono state dosati in modo preciso gli elementi essenziali che sono andati perduti con l’attività in oggetto di studio. Cosi ci sono bevande o pastiglie, comunque pur sempre integratori, che sono indirizzati ad un target sportivo, magari distinguendo anche il tipo di sport; oppure ci sono quelli indicati per gli studenti, o chi comunque deve rimanere concentrato mentalmente per tutta la durata della mattina, o della giornata.


Caffè, ginseng e guaranà

Tralasciando i prodotti industriali appositamente preparati, ci concentriamo esclusivamente sulle piante erboristiche, che sono altrettanto valide.

Iniziamo con il caffè, il ginseng e il guaranà. Sono tra le piante energetiche più conosciute e apprezzate. Del caffè oramai non ci sono più segreti: dalla sua coltivazione alla sua preparazione e infine assunzione ed effetti. Tra questi ultimi è risaputo che da una scarica stimolante, eccitante non indifferente, tanto che in alcuni sport la caffeina, l’alcaloide responsabile dell’azione stimolante, è considerata doping. Il suo problema è che due, al massimo tre, tazzine al giorno è la dose massima che i medici consigliano poiché manda in sovra-eccitamento l’organismo causando problemi al cuore, come palpitazioni ed aritmie. Quindi è ottimo se utilizzato a basse dosi. Stesso discorso per le bevande energetiche contenenti caffeina.

Gli effetti del ginseng, pianta originaria dell’estremo oriente, sono ormai dimostrati scientificamente: l’aumento l’efficienza fisica e mentale e il miglioramento della capacità di adattamento dell’organismo, umano e animale, posto in condizioni sfavorevoli sono oramai un dato di fatto. È utilizzato per le sua capacità “adattogene”: come tonico, energetico e stimolante delle funzioni cognitive e mnemoniche, utile in caso di intensa attività mentale e/o fisica e negli stati di astenia ed esaurimento psicofisico. Anch’esso, come il caffé viene efficacemente impiegato dagli atleti come ergogenico nelle prestazioni sportive.

Infine il guaranà, originario del bacino centrale dell’Amazzonia, dove le tribù indios lo utilizzavano per aumentare le forze per la caccia grazie alle sue proprietà tonico stimolanti. Gli effetti sono simili a quelli del caffè, ma sono più potenti, ma di contro presenta anche molte più interazioni con farmaci. Per cui il suo utilizzo è da far con attenzione, infatti riduce gli effetti sedativi delle benzodiazepine o del pentobarbitale, interferisce con gli inibitori delle monoaminossidasi (MAO) e con l’aspirina aumentandone la biodisponibilità e l’assorbimento.


Tisane erboristiche

tisane per debolezza Come detto caffè, ginseng e guaranà sono formidabili nell’eliminare istantaneamente la debolezza, ma sono per brevi periodi. Se invece si preferisce assumere qualcosa di meno aggressivo ma altrettanto efficace nel lungo periodo, bisogna spostare la nostra attenzione su altre piante, più adatte anche alla preparazione di tisane. In questa maniera, non solo potremmo riottenere le nostre energie, ma anche formulare, modificare e aggiustare il nostro preparato secondo i nostro personale gusto.

Una buona formulazione, che non prevede controindicazioni di sorta, è composta da foglie di rosmarino, radice di cappero e di cariofillata, cannella e zafferano. La miscela cosi preparata, i cui dosaggi sono identici per tutte le parti, ma variabili secondo il gusto personale, deve macerare per 7 giorni. Dopodichè si può iniziare ad assumere un bicchierino ogni giorno, prima dei pasti.

Se si preferisce usare le tinture, allora si possono usare quelle di marrubio e carciofo, in quantità doppie rispetto a quelle di arancio amaro e galanga. Il cucchiaino cosi ottenuto si prende prima dei pasti.

Se invece si vuole recuperare “mentalmente” allora bisogna associare la tintura di lichene islandico a quella di salvia e di melissa, con una parte anche di tintura di arnica. In questo caso il cucchiaino ottenuto si preso lontano dai pasti.




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